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      Nacque a Bra, nel Cuneese, il 23 ag. 1827 da Domenico, agricoltore,
      poi proprietario di un negozio di cereali, e da Cattarina Cravero. A
      Bra il G. fece gli studi elementari e, nel locale liceo-ginnasio,
      quelli secondari. Nel novembre 1843, avendo ottenuto per concorso un
      posto gratuito nel Collegio delle provincie (dove ebbe per compagno
      e amico C. Nigra), poté iscriversi, ma senza entusiasmo, alla
      facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino.
      
      Il suo curriculum studiorum fu però alquanto irregolare: dopo
      aver brillantemente superato gli esami dei primi tre anni ed essersi
      iscritto, nel 1846-47, al quarto corso, non risulta che abbia
      conseguito la laurea, mentre è certo che prese parte alla
      campagna del 1848-49 combattendo a Novara, dove fu ferito.
      
      S'ignora quando abbia conseguito l'abilitazione all'insegnamento
      nelle scuole secondarie, ma negli anni seguenti lo troviamo
      professore nei collegi di Cherasco e Ivrea e, nel 1859-60, prefetto
      della sezione di scienze e lettere nel Collegio delle provincie,
      dove si distinse negli studi di lingua e letteratura latina. Nel
      dicembre 1853 superò le prove per il concorso di "dottore
      aggregato" (cui aveva potuto iscriversi grazie alla sovvenzione
      governativa di 120 lire); quindi, il 26 giugno 1854, quelle per
      l'esame di aggregazione al Collegio di filosofia e belle lettere
      dell'Università di Torino. Il 6 genn. 1861 ottenne quindi la
      cattedra di letteratura latina nell'Università di Bologna con
      la qualifica di professore straordinario: divenne ordinario il
      1° genn. 1863, ottenendo anche l'incarico supplementare di
      storia comparata delle lingue classiche e neolatine.
      
      Contestualmente alla sua lunga carriera universitaria, ebbe inizio
      la serie delle fortunate pubblicazioni scolastiche che fecero di
      lui, nato povero, un uomo doviziosissimo. Tali pubblicazioni sono
      quasi tutte dedicate alla grammatica, alla sintassi e alla
      stilistica latine, nel cui ambito il G. si assunse l'impegno
      specifico di divulgare, in Italia, i risultati della glottologia e
      della filologia tedesche applicate allo studio del latino, creando
      un razionale e minuzioso metodo derivato dall'accurata e sistematica
      analisi linguistico-stilistica, con una marcata preferenza per la
      prosa ciceroniana. Fu, tuttavia, proprio la scelta di modelli e
      riferimenti in un ambito tanto ristretto e selezionato a
      rappresentare, secondo alcuni studiosi, il limite del suo
      insegnamento, in cui si ravvisava "un nuovo cieco ciceronianismo"
      (Annuario dell'Univ. di Torino 1905-06, p. 182). È difficile
      immaginare oggi quale grado di diffusione tali opere, alcune
      relative anche allo studio del greco, abbiano avuto in Italia:
      generazioni di studenti (e di docenti) se ne sono vantaggiosamente
      servite. 
      
      Si fornisce qui di seguito un elenco delle più significative
      del G., fra le quali è tuttavia difficile orientarsi, a causa
      delle innumerevoli edizioni e ristampe, spesso senza data, che non
      è possibile menzionare; basti sottolineare che fra il 1860 e
      il 1890 egli procedette a una meditata e sicura revisione della
      grammatica, morfologia e stilistica latine: Anthologia latina in
      quinque libros digesta (I, Augustae Taurinorum 1861; II, ibid.
      1865); Compendio di grammatica greca secondo il metodo di Burnouf
      (ibid. 1863, in collab. con O. Berrini); Temi graduati, ed antologia
      greca annessa alla III ed. della grammatica (Camerino 1864); Studi
      di latino antico (Torino 1878); La sintassi latina mostrata con
      luoghi delle opere di Cicerone (I-II, ibid. 1883: considerato, con
      le sue molte edizioni ampliate e arricchite, il più
      importante fra i suoi lavori); Esercizi latini con regole ed
      osservazioni per uso dei ginnasi (I-V, ibid. 1884, 1885, 1891 e
      1897); Lo stile latino mostrato con temi di versione tratti da
      scrittori italiani del sec. XIX… (ibid. 1893: altra opera
      fondamentale del G., nella quale, superati i problemi meramente
      grammaticali, egli s'inoltra nelle più raffinate alchimie
      stilistiche). Fu, infine, assiduo collaboratore alla Rivista di
      filologia e d'istruzione classica.
      
      Già membro straordinario della Giunta superiore per gli esami
      di licenza liceale e membro ordinario del Collegio degli esaminatori
      per le scuole classiche, dal 1884 al 1887 il G. fece parte per
      nomina ministeriale del Consiglio superiore della Pubblica
      Istruzione, nel quale rientrò nel 1891 per elezione delle
      facoltà universitarie. Dal 21 giugno 1886 socio
      corrispondente della R. Accademia dei Lincei, fu anche socio della
      Società reale di Napoli, socio non residente della R.
      Accademia delle scienze di Torino e accademico corrispondente della
      Crusca; ebbe, inoltre, la commenda della Corona d'Italia.
      
      Il G. morì a Bologna il 15 nov. 1905.