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Scuola economica francese fiorita tra il 1750 e il 1780. Il nome
    viene dato, in una raccolta di testi a cura di P.-S. Du Pont de
    Nemours (1768), al complesso di indagini economiche che da F.
    Quesnay, suo primo assertore, era stato chiamato ‘sistema agricolo’
    o ‘dottrina dei filosofi economisti’. Il sistema si sviluppò
    da semplice difesa della funzione economica e degli interessi
    dell’agricoltura contro il mercantilismo a vera dottrina sociale,
    fondata sul concetto di un ordine naturale preesistente e
    sovrastante agli ordinamenti positivi. Precursore immediato di
    Quesnay può considerarsi V. Mirabeau, che già nel 1756
    aveva sostenuto la libertà del commercio dei prodotti
    agricoli; del resto, in tutta l’Europa occidentale si andavano
    facendo in quel periodo sempre più numerosi gli scritti a
    favore della proprietà agraria e di una politica annonaria
    meno vessatoria, mentre anche nel ceto mercantile e industriale si
    faceva strada un movimento contrario all’eccesso di regolamentazione
    e di intervento statale (soprattutto J.-C.-M.-V. de Gournay). I
    precedenti della più ampia e complessa dottrina sociale dei
    fisiocrati possono invece trovarsi già nelle correnti
    giusnaturalistiche e soprattutto nel razionalismo illuminista di J.
    Locke. Le idee fisiocratiche non vanno quindi considerate come
    creazione originale di un solo pensatore o di un piccolo gruppo, ma
    fu Quesnay a dare loro una sistemazione razionale e il sistema fu
    poi perfezionato e divulgato da un ristretto numero di discepoli e
    continuatori, tra cui: V. Mirabeau, P.-P. Mercier de la
    Rivière, G.-F. Le Trosne, N. Baudeau, P.-S. Du Pont de
    Nemours. Una posizione indipendente hanno invece R.-J. Turgot e
    qualche altro, che per molti aspetti si accostano a de Gournay e ad
    A. Smith più che a Quesnay.
    
Perno della f. è la teoria del prodotto netto – o parte del
    prodotto che resta disponibile dedotte le spese di produzione –, su
    cui si fonda la giustificazione della superiorità
    dell’agricoltura, ritenuta l’unica fonte di ricchezza, perché
    in essa la natura moltiplicherebbe il rendimento dell’opera
    dell’uomo, mentre industria, commercio, trasporti ecc. sono
    considerati attività sterili, in quanto realizzerebbero
    soltanto la reintegrazione delle spese sostenute e sarebbero resi
    possibili dall’agricoltura che fornisce materie prime e nutrimento
    agli uomini in essi occupati. Di qui la necessità di favorire
    al massimo lo sviluppo dell’agricoltura con la libertà di
    coltivazione e di commercio dei prodotti agrari, libertà che
    è sostenuta quindi in funzione dell’ideale agrario e non per
    sé stessa, così come l’‘ordine naturale’, su cui si
    fonda la dottrina sociale della f., non va inteso nel senso di
    illuministica idealizzazione dello ‘stato di natura’, mistica fede
    nella uguaglianza e libertà, ma come affermazione della
    preminenza nello Stato della classe dei proprietari fondiari, unici
    produttori e unici contribuenti (imposta unica sulla rendita
    fondiaria), e come preferenza per i governi che siano disposti ad
    assumersi l’onere della messa in valore del patrimonio nazionale.
    
La f. ha contribuito al progresso dell’economia soprattutto con il
    concetto dell’interdipendenza dei fenomeni economici, insito nel
    Tableau économique di Quesnay; inoltre, pur con le
    limitazioni derivanti dal rilievo esclusivo dato all’agricoltura,
    è merito incontestabile della f. l’aver iniziato la fase
    scientifica dell’economia, cercando di erigere lo studio dei
    problemi economici a sistema razionale. L’opera dei fisiocrati ebbe
    grande importanza pratica, ispirando la campagna per la
    libertà del commercio dei cereali e per la soppressione delle
    dogane interne, delle corporazioni e di altre misure legislative di
    carattere restrittivo. 
  
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Wikipedia
    
    La fisiocrazia è una dottrina economica che si affermò
    in Francia verso la metà del XVIII secolo, principalmente nel
    triennio 1756 - 1758, in chiara opposizione al mercantilismo e con
    lo scopo di risollevare le sorti delle scarse finanze francesi.
    
    Descrizione
    
    La dottrina fisiocratica si basava sulle opere del medico ed
    economista François Quesnay, che scrisse
    nell'Encyclopédie le due voci "Fittavolo" e "Grani"; il suo
    Tableau économique (1758) costituì la base della
    dottrina.
    
    Secondo il pensiero di Quesnay l'agricoltura è la vera base
    di ogni altra attività economica: solo l'agricoltura è
    infatti in grado di produrre beni, mentre l'industria si limita a
    trasformare e il commercio a distribuire. La fisiocrazia assume
    quindi il momento della produzione dei beni e non il momento dello
    scambio come situazione in cui viene creata ricchezza. Tutto il
    ciclo economico della fisiocrazia ha come fine ultimo quello di
    creare un surplus (o prodotto netto), che poi verrà investito
    nuovamente nell'agricoltura (per aumentare la produttività di
    un terreno, avere a disposizione più manodopera, compiere
    ricerche nel campo delle macchine agricole), attraverso una
    condizione di libero mercato.
    
    Le classi sociali vanno anch'esse viste in rapporto alla funzione
    che svolgono all'interno del ciclo produttivo: chi investe il
    capitale iniziale e vive del prodotto netto fa parte della classe
    proprietaria o oziosa; i contadini, la classe che coltiva la terra e
    crea attivamente ricchezza, costituiscono la classe produttiva; chi
    trasforma i beni in prodotti finiti o si limita a consumarli fa
    parte infine della classe sterile.
    
    La fisiocrazia ebbe una notevole influenza durante gli anni settanta
    del Settecento e quest'idea di libero mercato ispirò Adam
    Smith. Tuttavia, la visione fisiocratica dell'agricoltura venne
    rifiutata proprio da Smith e da David Ricardo: la teoria del valore
    basato sul lavoro, contrapposta a quella fisiocratica, ha appunto
    origine dalle opere di questi due economisti.
    
    I fisiocratici furono i primi a teorizzare la nascita di un buon
    governo basato sul dispotismo. I pensatori classici che si erano
    susseguiti fino ad allora, avevano sempre inserito, nella
    classificazione delle forme di governo, il dispotismo tra quelle
    corrotte. I seguaci di Quesnay, tuttavia ritennero che la migliore
    tipologia di governo era quella basata sull'essenza naturale
    dell'uomo. Un unico individuo, illuminato, che avrebbe guidato i
    suoi sudditi verso il bene. Il dispotismo diventa in questo caso un
    "dispotismo illuminato".