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Undecimo figlio (Torino 1765 - ivi 1831) di Vittorio Amedeo
III, nel 1798 seguì il fratello Carlo Emanuele IV in Sardegna
e dal 1799 al 1821 (di fatto però solo fino al 1816) resse,
come viceré, l'isola con accorgimento ed energia. Dal 1816
visse nel continente, specialmente nella propria villa di Govone e
alla piccola corte di Modena, ove le sue idee reazionarie ne fecero
un sostenitore del nipote Francesco IV. Scoppiata nel 1821 la
rivoluzione in Piemonte, l'abdicazione del fratello Vittorio
Emanuele I lo costringeva, suo malgrado, a salire sul trono di
Sardegna (13 marzo). Da Modena, ove si trovava, C. F. impose subito
al reggente Carlo Alberto, che aveva concesso la costituzione di
Spagna, di ritirarsi con le truppe fedeli presso il gen. V. Sallier
de La Tour e invocò l'intervento austriaco. Reazionario
convinto e assertore del diritto divino dei re, ridiede la posizione
di erede presunto al nipote Carlo Alberto solo dopo che questi ebbe
fatto, con la campagna del 1823 contro i liberali spagnoli, valida
ammenda delle velleità liberali del 1821. Nulla di brillante
illustrò il regno di C. F., salvo la spedizione contro
Tripoli del capitano F. Sivori nel 1825 e un corpo organico di leggi
date alla Sardegna nel 1827.