Fascioda

 

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La crisi di Fascioda, o incidente di Fascioda, fu provocata dallo scontro tra le politiche coloniali di Francia, la cui direttrice era ovest-est, dall’Atlantico fino al Mar Rosso (porto di Gibuti), e di Gran Bretagna, il cui motto era «dal Capo al Cairo».

Nel settembre del 1898 la piccola città sudanese di Fascioda, situata lungo l’alto corso del Nilo, quasi alla convergenza delle due opposte direttrici espansionistiche, divenne il teatro di questo scontro.

Nel Sudan, infatti, una spedizione francese guidata dal capitano Marchand, inviata ad occupare la cittadina, si trovò di fronte ad un reparto dell’esercito inglese comandato da lord Kitchener, impegnato nella repressione della rivolta sudanese del Mahdi.

Le truppe si fronteggiarono minacciosamente fino al 7 novembre, quando i francesi si ritirarono, grazie all’accordo dei due governi, favorito dall’impegno del ministro degli esteri Théophile Delcassé, che promosse successivamente l'Entente cordiale (1904).

Questa crisi, che aveva portato il Regno Unito e la Francia al rischio di una guerra, finì con una vittoria diplomatica per il Regno Unito. Essa fece nascere la sindrome di Fascioda nella politica estera francese (affermazione di influenza francese in aree che potevano diventare suscettibili di influenza britannica).

Retroscena

Alla fine del XIX secolo il continente africano venne rapidamente occupato dalle potenze coloniali europee, tra le quali erano maggiormente coinvolte Francia e Gran Bretagna, ma vi parteciparono anche Italia, Portogallo, Spagna, Germania e Belgio (vedasi Storia del colonialismo in Africa).

L'avanzata della Francia verso l'interno partiva dalle coste occidentali che si affacciavano sull'Atlantico (l'attuale Senegal) verso Oriente, attraverso la striscia del Sahel, lungo i confini meridionali del deserto del Sahara, un territorio oggi occupato da Senegal, Mali, Niger e Ciad. L'obiettivo finale dei francesi era creare un collegamento ininterrotto tra il fiume Niger ed il Nilo, controllando così, col possesso di posti controllo sui percorsi delle carovane attraverso il Sahara, tutte le rotte commerciali da e verso la regione del Sahel. La Francia aveva anche un avamposto nei pressi dell'entrata del Mar Rosso a Gibuti (Somalia francese), che avrebbe potuto servire come porto orientale per una fascia di territorio francese che attraversasse il continente.

I britannici per conto loro avevano invece l'intento di creare un collegamento tra i loro possedimenti coloniali in Africa del Sud (comprendenti gli attuali Sudafrica, Botswana, Zimbabwe e Zambia) con i loro territori in Africa orientale (l'attuale Kenya), e collegare queste due colonie con il bacino del Nilo.

La colonia del Sudan (che allora comprendeva anche l'Uganda) era un territorio chiave per entrambe le potenze e per i loro obiettivi, soprattutto in virtù del fatto che l'Egitto era già in mano britannica, che faceva di questo progetto un suo portabandiera, ed era fortemente propagandato dal politico sudafricano Cecil Rhodes. Le due linee di espansione, l'una (quella francese) da Dakar a Gibuti, e l'altra dal Sudafrica al Cairo, si intersecavano nel Sudan orientale, in corrispondenza del villaggio di Fascioda (l'attuale Kodok). Il villaggio era anche coinvolto nella cosiddetta questione egiziana, una lunga disputa tra francesi e britannici sulla legittimità dell'occupazione dell'Egitto da parte britannica. Nel 1882 diversi politici francesi, soprattutto quelli appartenenti alla frangia del parti colonial, iniziarono a demonizzare la rinuncia da parte francese a occupare il territorio egiziano lasciando campo libero ai britannici. Fu così che spinsero la Francia a intraprendere una serie di manovre per spingere i britannici ad abbandonare l'Egitto, senza però venire a capo di nulla.

Stallo

Fu così che un piccolo contingente di 150 tirallieurs partirono da Brazzaville sotto la guida del maggiore Jean-Baptiste Marchand, con l'ordine di sorvegliare l'area intorno a Fascioda, considerata un protettorato francese. Essi avrebbero dovuto incontrarsi con altri due contingenti, partiti dall'Etiopia, uno dei quali, proveniente dal Gibuti, era guidata da Christian de Bonchamps veterano della Spedizione Stairs in Katanga.

Dopo una leggendaria traversata di 14 mesi per tutto il continente africano, la spedizione di Marchand arrivò a destinazione il 10 luglio 1898, ma gli altri due contingenti provenienti dall'Etiopia furono costretti a fermare la loro avanzata nei pressi della gola Baro.

Dal canto loro, il 18 settembre 1898, i britannici giunsero con una numerosa flotta di imbarcazioni per isolare il forte di Fascioda, in una spedizione guidata da Sir Horatio Kitchener e da Horace Smith-Dorrien, veterano della spedizione anglo-egiziana che aveva recentemente sconfitto il Mahdi Abdullah al-Taashi nella Battaglia di Omdurman. Entrambe le parti si comportarono gentilmente, ma insistevano sui loro diritti in merito a Fascioda.

La notizia del fatto arrivò a Parigi e Londra, infiammando l'orgoglio imperiale delle due nazioni. Seguì una diffusa indignazione popolare, e ogni parte accusava l'altra di espansionismo e aggressività. La crisi proseguì per tutto settembre e ottobre, ed entrambe le nazioni iniziarono a mobilitare le loro flotte preparandosi alla guerra.

Vittoria diplomatica britannica

Dal lato navale, la situazione era decisamente a favore del Regno Unito, un dato di fatto che i deputati francesi dovettero riconoscere a seguito della crisi. La flotta francese era mal costruita e mal organizzata, mentre quella britannica aveva un vantaggio sia in termini numerici che tecnologici. L'esercito francese era di gran lunga più grande di quello inglese, ma ben poco avrebbe potuto fare contro la Gran Bretagna senza un efficiente supporto navale.

Questo fatto è stato senza dubbio importante per Théophile Delcassé, l'appena nominato ministro degli Esteri francese. Egli era desideroso di guadagnare l'amicizia della Gran Bretagna in vista di un possibile futuro conflitto con la Germania, e non vide alcun vantaggio in una guerra coloniale contro gli inglesi. Quindi spinse fortemente per una risoluzione pacifica della crisi. Allo stesso tempo, la gente cominciò a mettere sempre più in discussione la saggezza di una guerra per la conquista di una parte così remota dell'Africa. In Francia, la riapertura dell'Affare Dreyfus contribuì molto a distrarre l'opinione pubblica dagli eventi del Sudan. Così il governo francese ordinò tranquillamente ai suoi soldati di ritirarsi, il 3 novembre.

Effetti

Nel marzo del 1899, francesi e britannici convenirono che le sorgenti del Nilo e il fiume Congo avrebbero segnato il confine tra le loro sfere di influenza.

L'incidente di Fascioda è stata l'ultima grave disputa coloniale tra Gran Bretagna e Francia, e la sua classica soluzione diplomatica viene considerata da molti storici come il precursore dell'Entente cordiale.