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L'Esercito della Salvezza (ingl. Salvation Army) è
un'organizzazione umanitaria di tradizione cristiana, fondata a
Londra nel 1865 da William Booth*, che lascia il ramo della chiesa
metodista (Methodist New Connexion) nella quale era ministro per
iniziare un’opera umanitaria nei bassifondi di Londra, con lo scopo
di diffondere il Cristianesimo e portare aiuto ai bisognosi. Secondo
il suo fondatore lo scopo dell'Esercito della Salvezza è
dimostrare che è possibile e necessario, in un mondo vocato
al materialismo, vivere un Cristianesimo visibile, gioioso ed
attivo, cercando in tutti i modi di sconfiggere la fame nel mondo,
l'indigenza e il disagio sociale. È la più grande
organizzazione missionaria cristiana al mondo, dopo la Chiesa
Cattolica.
Originalità e prima militanza dell'Esercito della Salvezza
Il successo dell’Esercito della Salvezza è dovuto
principalmente alla sua originalità. L’organizzazione, la
disciplina, la mobilitazione e lo spirito di corpo, tipici di una
struttura militare, si rivelarono caratteristiche ideali per il tipo
di opera alla quale William Booth ed i suoi primi collaboratori si
sentivano chiamati, ovvero "salvare anime". I primi culti
dell'organizzazione furono una sorta di riunioni informali, di
sostegno ai poveri e ai senza tetto, e predicazioni centrate sul
ravvedimento e la conversione.
William Booth non aveva nessuna intenzione di fondare una nuova
forma ecclesiale: voleva che le persone, una volta libere
dall'indigenza, tornassero a frequentare le loro comunità. Ma
dopo alcuni rifiuti al ritorno alle rispettive comunità, sia
per volontà sia per tema di non esservi bene accolti, Booth
capì che l'Esercito della Salvezza, pur restando di
ispirazione cristiana, necessitava di diventare un movimento
stabile, con ordini e regolamenti identici per tutti i militanti
(salutisti) del mondo.
I soldati indossano l'uniforme. Vi sono diverse categorie nell'EdS:
gli aderenti, che pur accettando eticamente i dettami
dell'organizzazione non hanno doveri nei confronti della stessa, i
soldati, membri volontari di pieno diritto, e gli ufficiali, ossia i
dirigenti organizzativi che, assieme ai dipendenti esterni (non
obbligatoriamente salutisti) sono gli unici ad essere stipendiati.
La gerarchia interna è composta da soldati, sott'ufficiali
(sergenti e sergenti maggiori), e ufficiali ( tenente, capitano,
maggiore, tenente colonnello, colonnello e generale). I generali
nazionali si chiamano "commissari", e costituiscono il consiglio
mondiale che elegge il vero e proprio generale, il Comandante in
Capo dell'Esercito della Salvezza nel Mondo, oggi la generalessa
Linda Bond, quale sovrintende e ispira l'intera organizzazione.
L'Esercito della Salvezza nel passato
Nel Mondo
Dopo una decina d’anni di risultati altalenanti, nel 1878 la
Missione cristiana assume il nome attuale di Esercito della Salvezza
(Salvation Army), iniziando uno sviluppo esponenziale che in pochi
decenni la porta a diffondersi in decine di nazioni, tanto che nel
1912, alla morte di William Booth, l’Esercito della Salvezza
è presente in più di 50 paesi.
In Italia
Prima della Seconda guerra mondiale
Nel 1887 l’Esercito della Salvezza arrivò in Italia. Dopo un
inizio difficile a Roma, grazie al Maggiore James Vint, l’opera
ripartì stabilmente nel 1890 da Luserna San Giovanni, nelle
valli valdesi, in seguito al lavoro del Colonnello Fritz Malan. In
pochi anni l’Esercito della Salvezza si diffuse nelle principali
città italiane (1893 a Torino, 1894 a Firenze, 1897 a
Livorno, 1898 a Milano, 1899 a Venezia e Bologna)
Durante la Seconda guerra mondiale
L'inizio del periodo fascista portò alla chiusura di alcune
sale di culto nel 1935, alla soppressione del “Grido di Guerra”
(l’organo ufficiale dell’Esercito) nel 1939, e culminò con la
chiusura dell’Opera nel 1940. Diversi ufficiali furono internati ed
altri mandati al confino.
Dopo la fine del periodo fascista (Opere di assistenza)
Nel 1944, a seguito dell’avanzata delle truppe alleate, riaprirono
tutte le comunità del centro-sud, sino a Firenze. Nel 1945
l’Esercito riprese ufficialmente le attività, distinguendosi
negli anni successivi per meritorie opere di assistenza come
nell'alluvione del Polesine nel 1951, nell’inondazione dell’Arno nel
1966, nei terremoti del Belice nel 1968, del Friuli nel 1976 e
dell’Irpinia nel 1980.
Gli articoli di fede dell'Esercito della Salvezza
La confessione di fede dell’Esercito della Salvezza, con la sua
enfasi sulla certezza interiore della salvezza, rivela chiaramente
le origini metodiste di questo movimento. Gli articoli sono estratti
dalle credenze di base del cristianesimo, senza obblighi
confessionali. È opportuno specificare che, inoltre, il credo
dell'EdS è niceno, e quindi accettato da tutti i cristiani,
cattolici o protestanti che siano, del mondo. Questi sono gli 11
articoli:
Noi crediamo che le Scritture dell’Antico e del
Nuovo Testamento sono ispirate da Dio e che esse sole costituiscono
la norma divina della fede e della pratica cristiana.
Noi crediamo in unico Dio, infinitamente
perfetto, Creatore, Preservatore e Governatore di tutte le cose,
unico legittimo oggetto di culto.
Noi crediamo che in Dio vi sono tre persone: il
Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, indivisibili nell’essenza e
uguali in potenza e gloria.
Noi crediamo che nella persona di Gesù
Cristo la natura umana e quella divina sono unite in modo tale che
Egli è veramente e propriamente Dio e veramente e
propriamente uomo.
Noi crediamo che i nostri primi padri furono
creati in stato di innocenza, ma, per un atto di disobbedienza,
perdettero la purezza e la felicità, ed in conseguenza di
ciò tutti gli uomini si trovano in stato di peccato e di
completa corruzione, e pertanto sono giustamente esposti all’ira di
Dio.
Noi crediamo che il Signore Gesù Cristo,
mediante il proprio sacrificio, ha espiato il peccato di tutto il
mondo, affinché chiunque crede sia salvato.
Noi crediamo che il pentimento verso Dio, la fede
nel nostro Signore Gesù Cristo e la rigenerazione mediante lo
Spirito Santo sono necessari alla salvezza.
Noi crediamo alla giustificazione per grazia
mediante la fede nel nostro Signore Gesù Cristo, e il
credente ne porta la testimonianza in sé stesso.
Noi crediamo che il mantenersi salvo (in stato di
grazia) dipende dalla fede perseverante ed obbediente in Cristo.
Noi crediamo che è un privilegio di tutti
i credenti essere «completamente santificati» e che
«lo spirito, l’anima e il corpo possono essere conservati
irreprensibili per la venuta del nostro Signore Gesù
Cristo» (I Tess. 5,23).
Noi crediamo nell’immortalità dell’anima,
nella risurrezione del corpo, nel giudizio universale alla fine del
mondo, nella felicità eterna dei giusti e nella punizione
eterna dei malvagi.
La lotta intrapresa dall'Esercito è riassunta dalle parole
che Booth scrisse poco prima di morire il 9 maggio 1912 di cui si
riporta una sintesi:
Fin tanto che dei bambini avranno fame io
lotterò
Fin tanto che degli esseri umani andranno in
prigione io lotterò
Fin tanto che ci sono delle vittime della
dipendenza io lotterò
Fin tanto che qualcuno è costretto a
vendere il suo corpo io lotterò
Fin tanto che qualcuno è privo della luce
di Dio io lotterò
Lotterò fino alla fine
L'Inno dell'Esercito della Salvezza
SALVEZZA INFINITA qual fiume senza riva,
Tu lavi e guarisci dovunque il flutto arriva;
Nel mondo che muore a Te mi volgo ognor.
Deh! Vieni e m'inonda.
Purifica il mio cuor.
IL gran tentatore m'insidia senza posa;
eppure dal cielo quest'alma è desiosa.
Son vani i miei pianti se non guardo a Te.
O fiume potente.
Ti vieni gettar su me.
Vacilla il mio cuore ed a peccar mi spinge,
l'antico serpente nel male ancor mi stringe;
Ma Tu sei capace di vincerlo, mio Re.
O fiume deh, vieni,
Riversati su me.
Lodiamo il Signore che in croce l'agonia
sofferse, e morendo ci aprì del ciel la via.
La gloria e l'onore per sempre al Re dei re;
Sua grazia è bastante
Per voi sì che per me
O Boundless Salvation, l'Inno del Fondatore William Booth (trad. di
Enrico Revel) tratto da: David Armistead, Cristiani in divisa: un
secolo di storia dell’Esercito della Salvezza fra gli italiani
(1887-1987), Torino, Claudiana.
*
Booth William
William Booth nacque a Nottingham nel 1829. A 13 anni fu mandato a
lavorare in un'agenzia del monte dei pegni per sostenere la madre e
la sorella.
Non amava i proprio lavoro, ma questo lo rese ben presto consapevole
dell'indigenza nella quale la gente viveva e di come essa vivesse
umiliazioni e degrado. Durante la sua adolescenza divenne cristiano
e spese molto del proprio tempo libero cercando di convincere altri
a convertirsi. Il giovane William cominciò a predicare nelle
strade.
Al termine del suo apprendistato, si trasferì a Londra e
lì si unì alla Chiesa Metodista locale nella quale
decise di divenire pastore.
In seguito al matrimonio con Catherine Mumford, nel 1855,
servì per diversi anni come pastore metodista, viaggiando,
predicando e condividendo la parola di Dio con quanti fossero
disposti ad ascoltare. In seguito, sentì che Dio gli chiedeva
di più , che doveva fare di più per raggiungere la
gente comune.
Tornato a Londra con la sua famiglia, diede le dimissioni dalla
chiesa metodista.
Un giorno del 1865 si ritrovò nell'Est End di Londra, a
predicare per strada ad una folla di persone.
Alcuni missionari lo sentirono predicare all'esterno di un pub
chiamato The Blind Beggar e furono così impressionati dalla
sua predicazione così potente, che gli chiesero di tenere una
serie di riunioni nella loro tenda. Essa era situata in un vecchio
quartiere su di un vecchio cimitero quacchero nel quartiere di
Whitechapel. La data del primo incontro fu fissata per il 2 luglio
1865. Ai poveri ed ai miserabili dell'Est Endi di Londra, Booth
portò la buona notizia di Gesù Cristo e del Suo amore
per ogni creatura. Molto presto Booth comprese di aver realizzato il
proprio destino.
Fondò il suo movimento, che chiamò 'Missione Cristiana'.
Pian piano la missione cominciò a svilupparsi, ma il lavoro era
enorme e Booth 'tornava a casa ogni sera distrutto dalla fatica,
spesso con i vestiti laceri ed il capo fasciato da bende
insanguinate laddove le pietre lo avevano colpito' scriveva sua
moglie. Gli incontri serali si tenevano in un vecchio magazzino dove
i ragazzi di strada tiravano pietre e petardi attraverso le
finestre.
Gli avamposti venivano man mano stabiliti e, nel tempo, attrassero i
convertiti, anche se i risultati rimanevano scoraggianti: il suo era
solo un altro dei 500 gruppi volontari e religiosi che tentavano di
operare nell'Est End. Entro la fine del 1878 la Missione Cristiana
cambiò il suo nome in The Salvation Army e le cose
cominciarono a cambiare. L'idea di un Esercito che combatteva il
peccato catturò l'immaginazione della gente e l'Esercito
cominciò a crescere rapidamente. I sermoni infuocati di Booth
ed il linguaggio chiaro mettevano a segno il messaggio e sempre
più persone di ritrovarono a lasciare il proprio passato ed a
cominciare una nuova vita come soldati nell'Esercito della Salvezza.
Inevitabilmente, lo spirito militare dell'Esercito della Salvezza
fece sì che il movimento si diffondesse all'estero. Quando,
nel 1912, Booth fu 'promosso alla gloria' l'Esercito operava
già in 58 Paesi.
Catherine Booth
Catherine Mumford nacque ad Ashbourne, nel Derbyshire, il 17 gennaio
1829. Sin dall'infanzia fu una bambina molto sensibile. Fu cresciuta
nel principi cristiani e, all'età di 12 anni, aveva
già letto la Bibbia otto volte! Ma solo all'età di 16
anni, dopo molte sofferenze, ella si convertì veramente. Nel
proprio innario, lesse le parole 'Mio Dio, sono tua, quale divino
conforto', e realizzò la verità di questa affermazione
nella propria vita.
A 14 anni si ammalò gravemente, ma si tenne impegnata e si
documentò in particolare sul problema dell'alcolismo. Scrisse
articoli per un giornale, incoraggiando la gente a non abusare
dell'alcool.
Incontrò William quando venne a predicare nella sua chiesa.
Presto di innamorarono e si fidanzarono. Durante i tre anni di
fidanzamento, Catherine era un supporto costante nello stressante
lavoro di predicatore, attraverso le sue lettere. Il 16 giugno 1855,
si sposarono. A differenza di molti matrimoni dell'epoca, il loro fu
molto semplice ed economico: desideravano spendere tutto il tempo ed
il ddenaro che possedevano per Dio. Anche durante il viaggio di
nozze a William fu domandato di predicare in alcune riunioni.
Insieme accettarono la chiamata di Dio ad anteporre il Suo servizio
ad ogni altra cosa.
A Brighouse, Catherine cominciò ad aiutare nel lavoro della
chiesa.
Nonostante fosse molto timida, trovò il coraggio di parlare
nelle riunioni dei bambini. Amava lavorare con i giovani, e comunque
sarebbe stato impensabile che una donna parlasse in pubblico ad una
riunione per adulti.
Catherine era convinta che le donne avessero diritto di parlare
tanto quanto gli uomini. A Gateshead, quando fu data
l'opportunità di rendere una testimonianza pubblica, si fece
avanti! Era l'inizio di un ministero incredibile, poiché le
persone venivano sfidati dal suo messaggio.
Catherine trovò il coraggio di parlare alle persone nelle
case, e specialmente agli alcolisti, che aiutava a cominciare una
nuova vita. Spesso teneva riunioni nelle case per i nuovi
convertiti. Era anche madre di una numerosa famiglia di otto bambini
ai quali diede una ferma educazione cristiana. Due di essi
divennero, in seguito, Generali dell'Esercito della Salvezza.
Nel1865, all'inizio della Missione Cristiana, William predicava ai
poveri ed ai diseredati, e Catherine parlava ai benestanti,
chiedendo aiuti finanziari a supporto del loro lavoro.
Quando William Booth divenne Generale, Catherine venne definita
'madre dell'Esercito'. Fu artefice di molti dei cambiamenti del
nuovo movimento, ne disegnò la bandiera, i cappellini per le
donne e contribuì all'ideazione delle dottrine dell'Esercito.
Morì, nel 1890. La sua vita fu un incoraggiamento per migliaia di persone che la ricordarono come un'instancabile soldato dell'Esercito di Dio.