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    Secondo figlio (Greenwich 1491 - ivi 1547) di Enrico VII e di
    Elisabetta di York, salì al trono nel 1509. Nel 1534
    uscì dalla Chiesa di Roma e diede vita alla Chiesa anglicana,
    di cui si fece proclamare capo. Grazie a questo distacco, in
    Inghilterra si rinsaldarono il prestigio e la forza della monarchia
    che andò acquisendo sempre più potere in campo
    politico, religioso ed economico. Si sposò sei volte e
    detenne il potere più assoluto tra tutti i re britannici.
    
    VITA E ATTIVITÀ
    
    Erede al trono dopo la morte (1502) del fratello Arturo, ebbe
    un'educazione molto accurata e vivi interessi umanistici. Re
    d'Inghilterra il 22 aprile 1509, sposava per volere del Consiglio
    privato e con la dispensa di papa Giulio II Caterina d'Aragona,
    vedova del fratello Arturo. Nel 1511, rompendo il lungo isolamento
    inglese, E. si unì alla Lega santa di Giulio II e di
    Ferdinando il Cattolico contro Luigi XII di Francia; nel 1512
    Wolsey, favorito di E., ottenne dal parlamento i fondi per la
    disastrosa campagna di Guascogna, compensata l'anno dopo dalla
    vittoria di E. a Guinegatte (13 agosto) e dal conte di Surrey a
    Flodden Field (9 settembre), dove veniva sconfitto e ucciso Giacomo
    IV di Scozia. 
    
    È l'inizio della politica di potenza del Wolsey che
    dominerà fino alla morte, in qualità di Lord
    Cancelliere, la politica interna ed estera del paese: mentre E. cura
    la formazione d'una grande flotta e sollecita, in rivalità
    con la Spagna, grandi viaggi d'esplorazione, Wolsey mira al
    consolidamento del potere monarchico attraverso una progressiva
    centralizzazione burocratica e lo scioglimento del parlamento, ma
    soprattutto si impegna in una complessa azione diplomatica che,
    legando il papato all'Inghilterra, ne affermi l'egemonia di contro a
    Francia e Spagna in lotta. Così, dopo la pace con la Francia
    (1514), Maria, la sorella di E., va sposa a Luigi XII re di Francia
    e, dopo l'incoronazione imperiale di Carlo V, il figlio di Francesco
    I sposa la figlia di Enrico. 
    
    Ma l'alleanza di Gravelines (10 luglio 1520) con Carlo V spostava
    l'ago della bilancia verso la Spagna; e nel 1523 la guerra contro la
    Francia aveva inizio. La mancanza di denaro costrinse però
    Wolsey a convocare il parlamento, che gli rifiutò i
    sussidî e l'indusse a ricorrere a un prestito forzoso ch'ebbe
    presto effetti insostenibili. Nel 1524 l'Inghilterra si
    ritirò dalla lotta; l'anno dopo, la vittoria di Carlo V a
    Pavia segnò la disfatta della diplomazia di Wolsey.
    Seguì un'alleanza precipitosa dell'Inghilterra con la Francia
    e col papa, quindi il sacco di Roma (1527) e la pace di Cambrai
    (1529). 
    
    Con la politica diplomatica di Wolsey naufragava anche la sua
    politica religiosa: legato a latere a vita (1524), egli si era
    attirato l'ostilità del parlamento antipapale e del clero
    inglese. Inoltre alla richiesta di E. perché sostenesse il
    suo divorzio da Caterina e gli consentisse di sposare Anna Bolena
    (matrimonio da cui sperava di ottenere l'auspicato erede maschio),
    Wolsey, temendo che se ne sarebbe avvantaggiato il partito
    anticlericale, sollecitò in vario modo il differimento della
    causa, aiutato in ciò dal card. Campeggi, legato del
    pontefice. Per tutta risposta, E. convocò il parlamento e,
    sbarazzatosi di Wolsey, prese l'iniziativa dell'attacco contro il
    clero e il papa: sostituì i funzionari ecclesiastici con
    altri secolari e, dopo aver attaccato (1530) le rendite
    ecclesiastiche, la pluralità dei benefici e la non residenza
    del clero, estese a tutto il clero l'accusa già rivolta al
    Wolsey d'aver violato lo Statute of Praemunire (1353), che faceva
    divieto ai cittadini inglesi di sottoporsi alla sovranità
    papale, e lo costrinse a riconoscere in lui il capo della Chiesa
    inglese (1531); nel 1533 l'Act of Appeals vietava conseguentemente
    ogni appello a Roma. Th. Cromwell era intanto successo a Wolsey come
    segretario del re (1534) mentre Th. Cranmer, nominato da E.
    arcivescovo di Canterbury, intraprendeva l'edificazione della Chiesa
    anglicana. Era stato lui a proclamare (23 aprile 1533)
    l'annullamento del primo matrimonio di E. e ad incoronare (1º
    giugno) Anna Bolena: il 7 settembre nasceva Elisabetta. 
    
    L'atto di successione (1534), che poneva la corona sul capo di
    Elisabetta, e l'atto di supremazia, dello stesso anno, secondo il
    quale era tradimento negare la supremazia ecclesiastica di E.,
    completarono la separazione della Chiesa inglese da Roma e la sua
    sottomissione alla monarchia. Intanto nel luglio 1533 Clemente aveva
    scomunicato Enrico, il quale, appoggiato dal parlamento e dalla
    nazione, reagì giustiziando (1535) fra gli altri Tommaso Moro
    e il vescovo J. Fisher e avviando la soppressione dei monasteri.
    L'incameramento dei beni ecclesiastici favorì l'ascesa dei
    proprietari più ricchi e dinamici, sostenuti dai riformatori
    luterani già attivi in Inghilterra, E., che per un momento
    s'era lasciato persuadere da Th. Cromwell a introdurre la Riforma e
    a stabilire alleanze coi protestanti di Germania, di fronte al
    pericolo di organismi religiosi che sfuggissero al suo controllo
    s'irrigidì nell'opposizione, appoggiandosi al parlamento, e
    nel 1539 faceva approvare il Six Articles Act che comminava la pena
    di morte a chi negasse le dottrine cattoliche della
    transustanziazione, della comunione sotto una sola specie e del
    celibato dei preti (nel 1521 E. aveva composto e inviato a Leone X
    una Assertio septem sacramentorum adversus M. Lutherum che gli era
    valsa il titolo di Defensor fidei attribuitogli dal papa con una
    bolla dell'11 ottobre di quell'anno). Con altrettanta decisione E.
    perseguiva la sua politica matrimoniale: preoccupato della
    stabilità dinastica, non garantita appieno da un'erede
    femminile, il 18 gennaio 1536 faceva giustiziare Anna, accusata di
    adulterio, e sposava Jane Seymour il 30 maggio; il 12 ottobre
    nasceva Edoardo, ma dieci giorni dopo la madre moriva. Il 3 gennaio
    1540 Cromwell, proseguendo la politica filoprotestante, induceva E.
    a sposare Anna di Clèves; ma Anna fu subito ripudiata e
    Cromwell condannato e giustiziato (28 luglio). 
    
    La caduta del ministro segna l'apice del dispotismo di E.; nel 1540
    E. sposa Caterina Howard, sostenuta a corte dal vescovo Gardiner
    capo del partito cattolico. Due anni dopo, però, anche lei
    verrà giustiziata (1542), il 12 luglio E. sposa la sesta e
    ultima moglie, Caterina Parr, mentre il distacco del partito
    "cattolico" sembra farsi più accentuato (sono di questi anni
    alcune riforme in senso protestante). 
    
    Gli ultimi anni sono ancora segnati da alcuni fatti militari: la
    campagna scozzese (1542), conclusasi con la vittoria di Solway Moss,
    la lotta contro la Francia (occupazione di Boulogne, 1544) legata
    alla Scozia, la rivolta della Scozia. Ma pure in questi anni
    l'Inghilterra restava fedele al sovrano che l'aveva fatta nazione:
    scomparso il feudalesimo medievale, l'aristocrazia aveva appreso
    dalla lotta contro Wolsey e Cromwell la necessità dal sovrano
    e di ottenerne, con la pace interna, favorevole appoggio per le
    grandi imprese commerciali cui fin da allora mirava. Di ciò
    E. ebbe negli ultimi anni di regno piena consapevolezza, attribuendo
    al dispotismo Tudor questo carattere nazionale, tentando un
    superamento del conflitto religioso attraverso una formula
    conciliativa che farà, dopo i regni di Edoardo VI e Maria I,
    la grandezza di Elisabetta.