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L'Enciclopedia Britannica (in latino Encyclopædia Britannica)
è stata pubblicata a partire dal 1768-1771 come
Encyclopædia Britannica, or, A dictionary of arts and
sciences, compiled upon a new plan. La sua prima edizione apparve a
Edimburgo in Scozia. La Britannica fu una delle prime importanti
enciclopedie generaliste in lingua inglese ed è tuttora
pubblicata.
A partire dal tardo Settecento fino ai primi del Novecento le voci
della Britannica furono spesso citate da molti come la principale
autorità su un dato argomento, e talvolta comprendevano nuove
teorie o ricerche rivolte a un pubblico di studiosi. Durante
quest'epoca la Britannica si guadagnò un'alta reputazione ed
ebbe una posizione unica nella cultura di lingua inglese. Il ruolo
dell'enciclopedia cambiò comunque in modo sostanziale agli
inizi del XX secolo, e ciò si riflette nelle edizioni della
Britannica a partire dall'undicesima. Le enciclopedie sono diventate
opere più generaliste e rivolte a un pubblico più
ampio, con voci più brevi e facilmente leggibili. Non servono
più come riferimento autorevole su un argomento: nell'era
moderna, un'ampia gamma di riviste accademiche, libri di testo,
pubblicazioni specializzate e fonti digitali hanno preso il posto
dell'enciclopedia.
Oggi la Britannica si è evoluta anche nelle versioni digitali
disponibili su CD-ROM, DVD-ROM e attraverso il World Wide Web.
È sopravvissuta a una feroce competizione da parte di un
sempre crescente numero di fonti informative. Nel 2012 Jorge Cauz,
presidente di Encyclopaedia Britannica Inc., ha annunciato che
l'edizione del 2010 sarà l'ultima ad essere pubblicata in
forma cartacea e che dalla stampa derivavano solo l'1% delle vendite
della compagnia.
Le voci della Britannica sono comunemente considerate accurate,
affidabili e ben scritte, e l'enciclopedia continua a essere
consultata come opera di riferimento generale.
Storia
La Britannica è stata pubblicata in 15 edizioni, con
supplementi multi-volume nella terza e quinta edizione. La 10ª
edizione era solo un supplemento della 9ª, così come le
edizioni 12ª e 13ª integravano l'undicesima. La 15ª
edizione subì una massiccia riorganizzazione nel 1985 e la
versione aggiornata attuale è ancora riconosciuta come la
15ª.
Nel corso della storia, la Britannica ha avuto due obiettivi: essere
una fonte di riferimento eccellente e fornire materiale didattico.
Nel 1974, la 15ª edizione si prefisse un terzo obiettivo:
sistematizzare tutte le conoscenze umane.[4] La storia della
Britannica può essere suddivisa in cinque periodi,
intervallate da cambiamenti nella gestione e/o riorganizzazione e
reindicizzazione del dizionario.
1768–1826
Frutto dell'illuminismo scozzese, la Britannica venne pubblicata
originariamente a Edimburgo nella seconda metà del XVIII
secolo. La prima Britannica nacque dalla mente di Colin Macfarquhar,
un libraio e stampatore, e di Andrew Bell, un incisore, che
pubblicarono l'opera sotto lo pseudonimo "Society of Gentlemen"
(Società di gentiluomini). L'editore fu lo studioso William
Smellie, all'epoca ventottenne, cui vennero offerte 200 sterline per
produrre l'enciclopedia in 100 parti e tre volumi. La prima parte
apparve nel dicembre 1768, al prezzo di sei pence. Nel 1771
l'enciclopedia venne completata, con 2.391 pagine e 160
illustrazioni incise. Si stima ne vennero vendute 3.000 copie.
«Venne compilata, come
recita il titolo, con un progetto di nuovo tipo. Le diverse
scienze e arti vennero "classificate in distinti trattati o
sistemi", dei quali 45 sono con titoli che attraversano la pagina
e altri 30 articoli di tre pagine. I più lunghi sono
"Anatomia", 166 pagine e "Chirurgia", 238 pagine. I vari termini
tecnici sono spiegati nell'ordine alfabetico in cui si trovano.
Anziché smembrare le scienza, tentando di trattarle in
maniera comprensibile in una moltitudine di termini tecnici, hanno
raccolto i principi di ogni scienza nella forma di sistemi o
trattati distinti, e spiegato i termini nell'ordine alfabetico in
cui si trovano, con il riferimento alla scienza a cui
appartengono. Questo piano, come dicono i redattori, differisce da
quello di tutti i precedenti dizionari di arti e scienza. Il suo
merito e la sua novità consiste in… da una parte mantenere
insieme importanti materie, e dall'altra agevolare il riferimento
con numerosi articoli separati. »
(Citazione da: Online Encyclopedia article on
encyclopaedia)
Grazie al successo della prima edizione, una seconda edizione,
più ambiziosa, ne seguì. Questa volta Smellie
rifiutò il ruolo di redattore, e Macfarquhar ne prese egli
stesso il posto, aiutato da James Tytler. La seconda edizione fu
alla fine pubblicata dal 1777 al 1784 in 10 volumi, per un totale di
8.595 pagine.
«Il piano dell'opera venne
allargato con l'aggiunta della storia e della biografia, che le
enciclopedie in generale avevano a lungo trascurato. "Dal momento
della seconda edizione di questo lavoro, ogni enciclopedia degna
di nota, in Inghilterra e altrove, è stata un'enciclopedia,
non solamente di arti e scienze, ma di tutta la cerchia generale
del sapere e delle informazioni varie" »
(Quarterly Review, cxiii, 362)
Fu comunque la terza edizione, pubblicata 1788–1797 e redatta da
Macfarquhar e dopo la sua morte da George Gleig, che finalmente
realizzò la visione enciclopedica. La terza edizione non
coprì solo un ambito più ampio, con 18 volumi
più due volumi di supplementi, per un totale di oltre 16.000
pagine, ma fu anche la prima a comprendere voci scritte
specificamente per la Britannica da esperti e accademici, molti
reclutati da Greig. La terza edizione stabilì la base della
Britannica come un importante, e in molti casi definitivo,
riferimento su molti argomenti per gran parte del secolo successivo.
In generale, le voci principali nelle edizioni fino alla decima
erano molto più lunghe e più scolastiche delle voci
nelle enciclopedie moderne. Nelle edizioni ottocentesche della
Britannica erano regolarmente comprese le nuove opere dei suoi
autori, o quelle principali.
La straordinaria Encyclopédie Francese è da molti
considerata l'ispiratrice della pubblicazione della Britannica. Ma
diversamente dall'Encyclopédie, la Britannica era una
pubblicazione estremamente conservatrice. Le edizioni successive
venivano solitamente dedicate al monarca in quel momento sul trono.
Nella dedica al re contenuta nel supplemento alla terza edizione,
Gleig scrisse:
«L'Enciclopedia Francese
è stata accusata, e giustamente, di aver disseminato in
lungo e in largo i semi dell'anarchia e dell'ateismo. Se
l'Encyclopaedia Britannica potrà in qualsiasi modo
controbilanciare la tendenza di quest'opera pestifera, anche
questi due volumi non saranno completamente indegni
dell'attenzione di vostra Maestà. »
Archibald Constable fu coinvolto nella pubblicazione in vario modo
dal 1788 e dopo la morte di Macfarquhar nel 1793. Nel 1812
acquistò la Britannica dai suoi soci e la pubblicò
fino al 1826. La quarta, la quinta e la sesta edizione, con i
relativi supplementi, comprendevano contributi di numerosi autori e
scienziati, sia inglesi che scozzesi, di grande prestigio: William
Hazlitt, John Stuart Mill, Thomas Malthus, David Ricardo, Walter
Scott, e Thomas Young, il cui contributo sull'Egitto includeva la
traduzione dei geroglifici della Stele di Rosetta.
Al termine del 1820, i diritti per la Britannica vennero acquistati
dalla società di Edimburgo di Adam & Charles Black, che
ne pubblicarono la settima e l'ottava edizione, con l'inclusione di
nuovi capitoli dedicati all'Architettura di William Hosking.
1827–1901
Durante il secondo periodo (settima e ottava edizione, 1827-1901),
la Britannica fu gestita dalla casa editrice di Edimburgo A & C
Black. Anche se alcuni dei redattori erano stati nuovamente
reclutati attraverso conoscenze dei caporedattori, in particolare
Macvey Napier, altri furono attratti dalla fama dell'enciclopedia. I
collaboratori spesso provenivano da altri paesi e includevano gli
studiosi più rispettati al mondo nei loro campi. Un indice
generale di tutti gli articoli fu incluso per la prima volta nella
settima edizione, una pratica mantenuta fino al 1974. Il
caporedattore di origine inglese era Thomas Spencer Baynes, che
aveva poi curato la produzione della nona edizione, soprannominata
la "Scholar Edition".[6] Dopo il 1880, Baynes fu assistito da
William Robertson Smith.[7] Non erano presenti biografie di persone
viventi.[8] James Clerk Maxwell e Thomas Huxley erano consiglieri
speciali nelle materie scientifiche.[9] Tuttavia, entro la fine del
XIX secolo, la nona edizione si rivelò superata e la
Britannica incontrò difficoltà finanziarie.
1901–1973
Nel terzo periodo (10ª-14ª edizione, 1901-1973), la
Britannica cominciò ad essere gestita da uomini d'affari
statunitensi che introdussero pratiche come il direct marketing e la
vendita porta a porta. I proprietari statunitensi a poco a poco
tesero a semplificare gli articoli, rendendoli meno scientifici e
più adatti per un mercato di massa. La 10ª edizione era
un supplemento di 9 volumi della nona edizione ma l'11ª
edizione si presentò come un lavoro completamente nuovo,
ancora oggi ricordata per la sua eccellenza; il suo proprietario,
Horace Hooper, profuse enormi sforzi nella sua cura. Quando Hooper
cadde in difficoltà finanziarie, la Britannica fu gestita da
Sears Roebuck per 18 anni (1920-1923, 1928-1943). Nel 1932, il
vice-presidente di Sears, Elkan Harrison Powell, assunse la
presidenza e nel 1936 cominciò una politica di continua
revisione delle voci diversamente dalla prassi precedente, in cui
gli articoli non venivano modificati fino a quando una nuova
edizione non veniva pubblicata, con circa 25 anni di intervallo,
mentre alcuni articoli restavano invariati rispetto alle edizioni
precedenti. Nel 1943, la proprietà passò a William
Benton, che gestì la Britannica fino alla sua morte nel 1973.
Benton istituì il Benton Foundation, che gestì poi
l'opera fino al 1996. Nel 1968, la Britannica celebrò il suo
bicentenario.
1974–1994
Nel quarto periodo (1974-1994), la Britannica pubblicò la sua
15ª edizione, riorganizzata in tre parti: Micropædia,
Macropædia e Propædia. Sotto Mortimer J. Adler (membro
del comitato di redazione della Britannica sin dal 1949, presidente
dal 1974 e direttore della pianificazione editoriale per la 15ª
edizione dal 1965), l'Enciclopedia Britannica cercò non solo
di essere un riferimento e uno strumento educativo, ma cercò
di sistematizzare tutte le conoscenze umane. L'assenza di un indice
separato e il raggruppamento di articoli in enciclopedie parallele
(le micro e macropædia) provocarono però una "tempesta
di critiche". In risposta, la 15ª edizione fu completamente
riorganizzata e reindicizzata per una nuova edizione pubblicata nel
1985. Questa seconda versione della 15ª edizione
continuò ad essere pubblicata, con successive revisioni, fino
alla versione del 2010. Il titolo ufficiale della 15ª edizione
è New Encyclopædia Britannica ma è ricordata
anche come Britannica 3.
1994-oggi
Nel quinto periodo (1994-oggi), furono sviluppate le versioni
digitali e l'intera enciclopedia fu immessa su supporti ottici e poi
su Internet. Nel 1996, la Britannica fu acquistata da Jacqui Safra
ben al di sotto del suo valore stimato, a causa delle
difficoltà finanziarie della società.
Encyclopædia Britannica, Inc. si divise nel 1999. Una parte ha
mantenuto il nome della società e ha sviluppato la versione
cartacea, e l'altra, Britannica.com Inc., ha sviluppato le versioni
digitali. Dal 2001, le due società hanno in comune un
amministratore delegato, Ilan Yeshua, che ha continuato la strategia
di Powell introducendo nuovi prodotti culturali ed educativi con il
nome Britannica. Nel marzo del 2012, il presidente di Britannica,
Jorge Cauz, ha annunciato che non sarebbero state prodotte altre
versioni cartacee dell'enciclopedia e che l'edizione del 2010
sarebbe stata l'ultima in forma cartacea. La società si
focalizzerà solo sull'edizione online e su altri strumenti
didattici.