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Pseudonimo della scrittrice Mary Ann (o Marian) Evans (Arbury Farm,
Warwickshire, 1819 - Londra 1880). Precorritrice di H. James e del
romanzo intimistico per l'umana comprensione, l'abilità
narrativa e l'analisi dei sentimenti, è autrice di romanzi
della più schietta tradizione inglese, tra i quali i
principali sono The mill on the Floss (1860) e Middlemarch (1872).
Vita e opere
In giovinezza fu, sotto l'influsso di una maestra, di fervente fede
evangelica. Entrata in contatto con D. F. Strauss, del quale
tradusse in inglese Das Leben Jesu (1846), e letti Feuerbach e
Spinoza, passò dall'intransigenza protestante a quella
razionalistica. Collaboratrice e poi condirettrice della
positivistica e radicale Westminster Review, conobbe (1851) G. H.
Lewes col quale strinse (1854) una relazione che durò fino
alla morte di lui (1878). Prima opera dell'E. fu una raccolta di
novelle, Scenes from clerical life (1858). Nei romanzi che
seguirono, mostra un vivo senso di osservazione realistica, misto a
pietà e simpatia per le coscienze traviate e a una concezione
del dolore come elemento di purificazione: Adam Bede (1859),
dov'è la descrizione di anime innocenti travolte da una colpa
commessa a cuor leggero; The mill on the Floss (1860), a forte
carattere autobiografico, nella cui prima parte, l'E. raggiunge una
delle vette della narrativa vittoriana; Silas Marner (1861); Romola
(1863), tentativo di romanzo storico; Felix Holt the radical (1866),
pesante di problematica morale; Middlemarch (1872), dove l'analisi
dei caratteri nel loro deteriorarsi sotto lo stimolo delle
circostanze esterne è spinta sino a una minuzia quasi
scientifica; Daniel Deronda (1876), dove si sostiene la causa del
sionismo.
Nei suoi romanzi pesano non di rado il sostrato intellettuale e
l'intento moralista.