Georges Duhamel

Wikipedia

Georges Duhamel (Parigi, 30 giugno 1884 – Valmondois, 13 aprile 1966) è stato uno scrittore e medico francese.

Biografia

Proveniente da una famiglia di modesta condizione, Georges Duhamel riesce comunque a diplomarsi nel 1902 e decide di proseguire gli studi per laurearsi in medicina, nonostante la grande passione per gli studi letterari. Ciò gli consentirà di potersi dedicare alle lettere, avendo una fonte di sostentamento.

Nel 1906 fonda, con l'amico Charles Vildrac, il "gruppo dell'Abbaye"1 di Créteil, un cenacolo di artisti che raggruppa poeti, scrittori, musicisti e pittori.

Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruola in qualità di medico chirurgo; un'esperienza particolarmente dolorosa e fonte di ispirazione per le opere "Vie des martyrs" et "Civilisation" che gli varranno una notorietà immediata ed il "Premio Goncourt" del 1918.

Tornato alla vita civile, abbandona definitivamente la professione medica per dedicarsi alla scrittura. Nel 1935 viene eletto tra gli "immortali" dell'Académie française e ne diviene segretario provvisorio dal 1940, dopo l'occupazione tedesca.

Manterrà la carica fino al 1945, riuscendo ad opporsi con grande fermezza alle pressioni degli occupanti ed a quelle della fazione dei collaborazionisti di Vichy. Questo suo coraggioso atteggiamento sarà oggetto di pubblico ringraziamento da parte del generale de Gaulle.

Nel 1960, colpito da una grave malattia che gli impone di ridurre drasticamente la sua attività, si ritira a Valmondois, dove muore il 13 aprile 1966.

1 Gruppo dell'Abbaye, gruppo costituito nel 1906 da alcuni giovani scrittori e artisti che, volendo esprimere nelle loro opere la sostanza più profonda della vita umana, scelsero di vivere una vita comunitaria nell'abbazia abbandonata di Créteil. Di tale cenacolo fecero parte, tra gli altri, Charles Vildrac, René Arcos, Luc Durtain e Georges Duhamel che, nel romanzo Le désert de Bièvres (Il deserto di Bièvres), ricreò quell'intensa atmosfera di attività spirituale. Le idee del gruppo, scioltosi dopo due anni, furono riprese e sviluppate dall'unanimismo di Jules Romains.

*

www.treccani.it

di Giuseppe Gabetti

Poeta, critico e romanziere francese, nato a Parigi il 30 giugno 1884. Fu, con Charles Vildrac, tra i fondatori del gruppo dell'Abbaye, ed è spesso annoverato, accanto a Jules Romains, fra gli "unanimisti", sebbene a tale movimento sia stato legato da una certa parentela spirituale soltanto nelle origini.

Fin dai suoi primi libri di liriche (Des légendes, des batailles, 1907; Selon ma lois, 1909; Compagnons, 1912; Le combat, 1913), il suo naturale atteggiamento è quello di un'interiorità raccolta e meditativa, dominata da quel senso di fraterna pietà per le umane sofferenze, che doveva ispirargli, durante la guerra mondiale, le pagine della Vie des Martyrs (1917), e l'ironia dolorosa di Civilisation (1918).

Dalla guerra - a cui il D. partecipò come medico - trassero i loro definitivi sviluppi a un tempo il suo pensiero (Entretiens dans le tumulte, 1919; La possession du monde, 1919) e la sua arte. Procedimenti analitici, quasi da clinico dell'anima umana, dànno innegabile forza tanto alle sue Elégies (1920) quanto alle sue ultime composizioni narrative-riflessive (La confession de minuit, 1920; Les hommes abandonnés, 1924; La nuit d'orage, 1928, ecc.).

Le stesse delicate pagine sull'infanzia (Les plaisirs et les jeux, 1923) nascondono un volto pensoso dietro la loro freschezza sorridente.

Il suo pensiero è di natura lirica più che critica (v. ad es., la Géographie cordiale de l'Europe, 1931, e l'amaro giudizio sulla civiltà americana in Scènes de la vie future, Parigi 1930); serî e interessanti sono tuttavia i suoi saggi letterarî (Paul Claudel, 1913; Les poètes et la poésie, 1914; Lettres au Patagon, 1926).