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L'affare Dreyfus fu uno scandalo politico che divise la Francia per
molti anni sul finire del XIX secolo.
Contesto storico
La Francia della Terza Repubblica si trovava all'indomani della
guerra franco-prussiana lacerata al suo interno dal contrasto tra i
repubblicani e i monarchici; a causa dell'aumento della popolazione
ancora predominante per la monarchia nella massa della popolazione
francese, era sempre possibile un ritorno della monarchia. Ancora
pochi anni prima nel 1877 il generale Patrice de Mac-Mahon, allora
presidente della repubblica, aveva sciolto l'Assemblea Nazionale il
16 maggio 1877 intenzionato a favorire il ritorno al trono degli
Orléans; tuttavia l'intento non ebbe seguito e anzi lo stesso
Mac-Mahon rimase in carica come Presidente per un periodo di 7 anni
(come venne stabilito proprio in quel periodo con un dibattito
parlamentare del 9 novembre 1873), impegnandosi da quel momento
sempre più a favore dello stato, nel rispetto della propria
carica. Dal 1879 al 1899 furono al potere i repubblicani moderati;
mentre gli esponenti delle forze reazionarie, comunque molto forti,
si coalizzarono attorno al ministro della Guerra Georges Boulanger,
dal quale presero il nome di boulangisti.
L'Affaire
Il caso scoppiò nel 1894, in seguito al presunto tradimento
di Alfred Dreyfus, un ufficiale di artiglieria, assegnato allo Stato
Maggiore dell'esercito francese, ebreo alsaziano. Accusato di
spionaggio a favore dell'Impero Tedesco, fu convocato per
un'ispezione generale dal Generale Auguste Mercier il 13 ottobre e
in seguito arrestato dal colonnello Armand du Paty de Clam il 15
ottobre dello stesso anno.
L'epilogo della vicenda giudiziaria avvenne dopo un processo
svoltosi a porte chiuse tra il 19 e il 22 dicembre, in cui fu
degradato e condannato ai lavori forzati. La cerimonia di
degradazione viene attuata il 5 gennaio 1895 nel cortile della
Scuola Militare: a Dreyfus vengono strappati i gradi e gli viene
spezzata la spada di ordinanza, nonostante si dichiarasse innocente
e patriota. Indi venne tradotto al carcere duro dell'Isola del
Diavolo, nella Guyana francese.
Il caso fu riaperto nel 1896 dal colonnello Georges Picquart, nuovo
capo dell'ufficio informazioni dello Stato Maggiore, il quale
presentò ai suoi superiori una relazione nella quale
dimostrava l'innocenza del capitano e accusava del fatto il maggiore
Ferdinand Walsin Esterhazy, nobile di antichissima origine oberato
dai debiti di gioco.
Il colonnello Picquart fu rimosso dall'incarico e spedito in zona di
guerra.
Intanto, Bernard Lazare, un amico di Charles Péguy, il quale
pure fu tra i primi a schierarsi per l'innocenza di Dreyfus,
pubblicò, in Belgio, nel novembre del 1896, il saggio
L'Affaire Dreyfus – Une erreur judiciaire (L'affare Dreyfus - Un
errore giudiziario).
Anche un diplomatico italiano allora di servizio a Parigi, Raniero
Paolucci di Calboli, si convinse ben presto dell'innocenza di
Dreyfus: cominciò così a raccogliere materiale sul
caso, tanto da lasciare ai posteri un notevole archivio, oggi
conservato a Forlì.
La risonanza
Il colonnello Picquart riuscì però ad avvertire il
vicepresidente del senato Auguste Scheurer-Kestner dell'accaduto ed
in contemporanea lo scrittore ebreo Bernard Lazar, amico di famiglia
di Dreyfus, fece partire un'intensa campagna stampa a favore del
prigioniero. Molti intellettuali radicali, per esempio Octave
Mirbeau, aderirono alla campagna innocentista: l'episodio più
famoso è quello dello scrittore Émile Zola che
pubblicò il 13 gennaio 1898 sulla rivista letteraria Aurore
(testata del leader radicale Georges Clemenceau) una famosa lettera
al Presidente della Repubblica Félix Faure, intitolata
J'accuse!.
Nelle parole della storica Barbara W. Tuchman, si trattò di
"one of the great commotions of history" ("una delle grandi
rivoluzioni della storia").
Lo Stato Maggiore rispose facendo arrestare Picquart, processando
Zola per vilipendio delle forze armate e scatenando sui giornali
nazionalistici una violenta campagna contro ebrei, democratici e
liberali.
Il secondo processo, la Grazia e la riabilitazione
Nel 1898 Walsin-Esterházy venne allontanato dall'Esercito e
confessò di aver contraffatto i documenti del caso per ordini
superiori, stessa cosa che ammetterà un alto ufficiale, il
colonnello Hubert J. Henry, prima di suicidarsi. Ferdinand Walsin
Esterhazy si trasferì in Inghilterra, dove visse sino agli
anni '20.
Dopo un ulteriore processo militare a Rennes, svoltosi in
un'atmosfera pesantissima di pressioni e minacce a giudici ed
avvocati, Dreyfus fu condannato a dieci anni per la bizzarra accusa
di tradimento con attenuanti. In realtà, nel corso del
processo era stata ampiamente dimostrata l'infondatezza delle accuse
contro di lui, ma la Corte Militare subì forti pressioni
dallo Stato Maggiore (seriamente compromesso da tutta la vicenda)
affinché non annullasse la condanna precedente. In ogni caso,
la decisione fu presa non all'unanimità, ma con una
maggioranza di cinque voti contro due: è da notare che, tra i
due che votarono per l'assoluzione, uno era il comandante de
Bréon, cattolico praticante al punto da recarsi a messa tutti
i giorni.
Per risolvere la palese ingiustizia, che creò forti moti di
protesta nell'opinione pubblica, il Presidente del Consiglio propose
a Dreyfus l'escamotage della presentazione della domanda di grazia
(che implicava però un riconoscimento di colpevolezza, nel
caso in specie assolutamente infondato). Per tacitare la querelle,
che tra molte tensioni politiche e sociali si trascinava ormai da
lunghi anni, Dreyfus ed i suoi avvocati accettarono.
Nel settembre 1899 Dreyfus sarà graziato dal Presidente della
Repubblica Émile Loubet, venendo però pienamente
riabilitato solo nel 1906. L'ingiusto, mancato computo nella sua
carriera dei 5 anni passati senza colpe all'Isola del Diavolo gli
avrebbe impedito l'accesso al ruolo dei gradi di Generale, ed anche
per questo Dreyfus uscì dall'Esercito nel 1907.
Transitato nella Riserva, venne richiamato durante la Prima guerra
mondiale, giungendo fino al grado di Colonnello.
Émile Zola morì nel 1902, e qualcuno ha pensato che la
sua morte possa essere stata provocata da una manomissione della
canna fumaria della sua abitazione ad opera di personaggi legati
all'Affaire. Georges Picquart fu reintegrato nel grado di brigadiere
generale e pochi mesi dopo divenne ministro della Guerra.
Dreyfus subì un attentato (in cui rimase leggermente ferito)
nel 1908, in occasione della cerimonia di spostamento delle ceneri
di Zola al Panthéon.
Dreyfus visse sino al 1935.
All'Affare Dreyfus vennero date varie interpretazioni. Péguy,
in particolare, rifiutò quella secondo cui i dreyfusardi
sarebbero stati anticristiani ed antifrancesi: "i nostri
politicanti, con Jaurès in testa, Jaurès primo fra
tutti, crearono quel duplice inganno politico: il primo, che il
dreyfusismo era anticristiano, il secondo che era antifrancese".