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La dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917 è documento
ufficiale della politica del governo Inglese in merito alla
spartizione dell'Impero Ottomano all'indomani della Prima guerra
mondiale.
Si tratta di una lettera, scritta dall'allora ministro degli esteri
inglese Arthur Balfour a Lord Rothschild, inteso come principale
rappresentante della comunità ebraica inglese, e referente
del movimento sionista, con la quale il governo britannico affermava
di guardare con favore alla creazione di un focolare ebraico in
Palestina. Tale posizione del governo emerse all'interno della
riunione di gabinetto del 31 ottobre 1917. La Dichiarazione Balfour
successivamente fu inserita all'interno del Trattato di
Sèvres che stabiliva la fine delle ostilità con la
Turchia e assegnava la Palestina al Regno Unito (successivamente
titolare del Mandato per la Palestina). Il documento è
tuttora conservato presso la British Library.
Genesi della dichiarazione
Si ritiene in genere che uno dei fattori che portarono alla
dichiarazione Balfour fu la gratitudine del governo inglese per la
scoperta di un processo di fermentazione per la produzione
dell'acetone, essenziale per la produzione di cordite, un esplosivo
a bassa fumosità molto usato in quegli anni di guerra,
processo scoperto da Chaim Weizmann, fortemente impegnato nel
movimento sionista. Balfour aveva incontrato Weizmann nel 1906, e
alla domanda di Balfour sul perché i Sionisti desiderassero
costruire il focolare nazionale che la Palestina aveva conosciuto
anni prima Weizmann rispose con una domanda:
Signor Balfour, se io le proponessi di lasciare
Londra per Parigi, cosa mi risponderebbe?
Balfour: Ma noi abbiamo Londra!
Weizmann: Vero, ma noi avevamo Gerusalemme quando
Londra era una palude.
da B. Dugdale (1939): "Arthur James Balfour", Vol I, p. 326 &
327
Quando Weizmann scoprì il processo per l'acetone Lloyd
George, allora ministro per gli armamenti e futuro primo ministro,
gli fu evidentemente grato. Alla richiesta di Balfour, che nel
frattempo era divenuto ministro degli esteri di Lloyd George, su
quale fosse il compenso, Weizmann rispose Desidero una sola cosa:
una patria per il mio popolo. E venne quindi stilata la
dichiarazione.
Circa l'origine di questa dichiarazione c'è da
segnalare quanto scritto nelle sue memorie da Sir Lloyd George che
si riportano: "L’origine della dichiarazione Balfour (*) La sua
celebre dichiarazione a favore degli ebrei in Palestina ebbe
un'origine curiosa. Nell'estate dei 1915 il problema dell'acetone -
elemento essenziale nel processo di fabbricazione della cordite -
era divenuto inquietante per il fatto che la domanda eccedeva di
gran lunga la produzione. Né avremmo saputo come risolverlo
se un professore ebreo dell'universita di Manchester, il clinico
Weizmann, da me [Lloyd George] incitato a studiare il problema, non
fosse riuscito a trarre l'acetone dal granoturco. Eliminate
così le nostre difficoltà grazie al genio del dott .
Weizmann io gli dissi: «Lei ha reso un grande servizio allo
Stato ed io vorrei proporre al Primo Ministro di raccomandarla a Sua
Maestà per una onorificenza». Egli rispose: «Io
non desidero nulla per me». Ed io di rimando: «Ma non
c'è nulla che noi possiamo fare in riconoscimento del
preziosissimo aiuto che lei ha dato al paese?» Egli
replicò: «Si, vorrei che si facesse qualche cosa per
il mio popolo». E quindi spiego che il suo ideale era di
riportare gli ebrei in Palestina. Appena io divenni Primo Ministro
ne parlai a Balfour che era allora ministro degli Esteri. Come uomo
di scienza Balfour mostro il più vivo interesse per quanto
aveva fatto il dott. Weizmann. Glielo presentai e il risultato della
loro conversazione fu, dopo un lungo studio, la famosa «
dichiarazione Balfour » che divenne la magna charta del
movimento sionista. Lloyd George, Memorie di guerra, 1933, vol 1
pagina 446, Mondadori"
Secondo Benjamin Harrison Freedman invece, i motivi che portarono il
governo inglese a prendere questo impegno, furono un riconoscimento
dell'opera di convincimento, fatta da influenti sionisti americani,
presso il governo statunitense per farlo entrare in guerra a fianco
dell'Inghilterra. Un altro probabile motivo che potrebbe aver spinto
il governo britannico a guardare con favore alla creazione di una
National home ebraica in Palestina fu dovuto alla necessità
di attirare a sé le comunità ebraiche tedesche,
portandole ad appoggiare il governo di Londra e svigorendo
l'avversario.
L’insediamento di una comunità ebraica in una Palestina araba
avrebbe, inoltre, rafforzato il ruolo arbitrale della Gran Bretagna
nella regione (già assegnato con gli accordi di Accordi
Sykes-Picot del 1916 ) in vista di una spartizione dei
territori dell’ex Impero Ottomano: come avverrà con il
mandato della Società delle Nazioni nel 1922.
L’ambiguità intenzionale della definizione, che non alludeva
a un vero Stato indipendente, non impedì la nascita di forti
correnti di immigrazione ebraiche in Palestina (aliyah), coordinate
dall’Agenzia ebraica, anche sotto la spinta delle ricorrenti
persecuzioni antisemite e dei pogrom in Europa orientale. Agli occhi
del mondo ebraico, infatti, la dichiarazione apparve come
l’autorizzazione che molti aspettavano per poter compiere una
migrazione legale in Palestina.
* Testo della dichiarazione
2 novembre 1917
Egregio Lord Rothschild,
È mio piacere fornirle, in nome del governo di Sua
Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le
aspirazioni dell'ebraismo sionista che è stata presentata, e
approvata, dal governo.
"Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in
Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, e si
adopererà per facilitare il raggiungimento di questo scopo,
essendo chiaro che nulla deve essere fatto che pregiudichi i diritti
civili e religiosi delle comunità non ebraiche della
Palestina, né i diritti e lo status politico degli ebrei
nelle altre nazioni".
Le sarò grato se vorrà portare questa dichiarazione a
conoscenza della federazione sionista.
Con sinceri saluti
Arthur James Balfour »