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  http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=253&biografia=Deng+Xiaoping
  
  
  
  Deng Xixian (nome originario di Deng Xiaoping) nasce nel villaggio di
  Paifangcun (nella provincia del Sichuan, Cina), il 22 agosto 1904. La
  data, in realtà, non è certissima, a causa del fatto che Xiaoping, pur
  sostenendo la necessità di precisi resoconti storici, ha sempre
  rifiutato di scrivere le sue memorie o di autorizzare una propria
  biografia. A partire da ciò, dunque, alcuni sinologi hanno sollevato
  perplessità circa l'attribuzione di date certe nella vita del leader.
  
  Ad ogni buon conto, questo è comunque il giorno "ufficiale" che appare
  sulle biografie internazionali del politico cinese.
  
  
  
  Figlio di una stirpe di antiche tradizioni, Deng ebbe un padre assai
  vivace, che sposò quattro mogli e fece numerosi figli; la prima moglie
  era di fatto sterile e fu dunque con la seconda (la concubina Tan Shi
  Deng), che generò Xiaoping. Discendente dunque di avi di nobili
  origini, risalenti alla Cina nobiliare, la famiglia Deng godeva di
  buona prosperità economica, anche se ancora in gran parte radicata
  nella campagna, ossia nel piccolo borgo di Xiexing. La figura paterna,
  di cui si diceva, è la più importante nella crescita del piccolo Deng,
  in questo molto simile all'altro leader storico cinese, il leggendario
  Mao. Tuttavia, mentre quest'ultimo ha sempre dichiarato odio e rancore
  verso il genitore, Deng ha avuto la fortuna di stabilire sempre ottimi
  rapporti con entrambi i parenti, rapporti intrisi di rispetto e
  ammirazione. La morte del padre, oltretutto, fu assai violenta, dato
  che venne decapitato durante un'imboscata di banditi, forse prezzolati
  dai suoi nemici locali.
  
  
  
  Il borgo di Xiexing era isolato ma aveva ugualmente una piccola scuola
  confuciana. Deng aveva anche un istitutore privato dal quale imparò la
  calligrafia, espressione artistica poi coltivata per tutta la vita. Nel
  1916 raggiunge Chongqing, dove per un anno e mezzo studiò presso un
  vecchio rivoluzionario che preparava i giovani e spaesati provinciali
  al programma di studio-lavoro nella lontana Francia. Ed è così che nel
  '20 arriva a Parigi: gli anni del suo soggiorno francese saranno
  decisivi per la sua formazione. Infatti, quivi entra nel '22 nella Lega
  della Gioventù Socialista e quindi, due anni dopo, nel Partito
  Comunista Cinese, del quale ricopre la nomina di Segretario Generale
  del Comitato Centrale tra il '27 e il '29.
  
  
  
  Successivamente, ha modo di effettuare un soggiorno a Mosca, utile per
  appropriarsi sempre meglio dei complessi meccanismi politici tipici
  della gestione comunista del potere. Rientrato in patria, trova però un
  paese messo a dura prova dalla guerra civile e dalle occupazioni
  straniere: nel '34 partecipa alla Lunga Marcia e, nel corso della
  guerra di resistenza contro il Giappone, diviene Vicedirettore del
  Dipartimento Politico Generale dell'Ottava Armata. Partecipa quindi
  alla Guerra di Liberazione Nazionale e contribuisce alla liberazione di
  Nanchino.
  
  Questo è un momento assai fulgido per la sua carriera, che lo vede
  instaurarsi nelle cariche più prestigiose del Partito Comunista Cinese.
  
  Nel '56, però, perde tutte le cariche, a causa della sua
  contrapposizione rispetto alla linea "maoista" e alla conseguente
  "Rivoluzione Culturale" instaurata dal tristemente celebre "Padre della
  patria".
  
  
  
  Esautorato da ogni potere, viene confinato con la famiglia nel suo
  appartamento, quindi sottoposto a umilianti sedute di critica e
  costretto in ginocchio ad ascoltare accuse farcite di insulti.
  
  Sarà obbligato a lavorare in una fabbrica di locomotive a trenta
  chilometri da Pechino.
  
  
  
  Ma la "Rivoluzione Culturale" si accanirà anche su tutta la sua
  famiglia, tra fratelli suicidi (?) a causa delle persecuzioni delle
  Guardie Rosse e cognati arrestati e "rieducati" a causa di semplici
  eredità (uno di questi fu ad esempio trucidato per questo, con l'accusa
  di essere un "capitalista"). Nel settembre del 1968, il figlio
  prediletto di Deng, Pufang, dopo essere stato aggredito e malmenato,
  venne gettato dalla finestra di un quarto piano dell'Università. La
  caduta gli provocò una lesione permanente alla colonna vertebrale che
  lo costringe ancora oggi alla sedia a rotelle.
  
  
  
  Deng Xiaoping sarà reintegrato nel '73 alla carica di Vice-premier del
  Consiglio di Stato per decisione del Comitato Centrale del Partito;
  quindi eletto Vicepresidente del Comitato Centrale e membro della
  Commissione Permanente dell'Ufficio Politico alla II sessione plenaria
  del X Comitato Centrale, nel '75.
  
  
  
  La sua ascesa, a partire dal '73, segna la fine della rivoluzione
  culturale, anche se rimase inizialmente coinvolto nelle contraddizioni
  tra fazioni che segnarono il dopo-Mao. Dopo la sciagurata impostazione
  economica di quest'ultimo, la Cina è divenuto un Paese difficilmente
  controllabile nelle sue spinte ideali e sociali e uno Stato altrettanto
  difficile da ammodernare e da condurre sugli standard delle moderne
  democrazie. Per fare questo, Xiaoping ha saggiamente ritenuto di dover
  fare affidamento su di una politica che miscelasse entrambe le
  tendenze; in sostanza, di "mantenere la via socialista e sostenere la
  dittatura democratica del popolo", ma, contemporaneamente di iniziare
  la fase riformistica della cosiddetta "porta aperta" (ossia
  introducendo massicce ma controllate dosi di libero mercato).
  
  
  
  Al XII Congresso Nazionale, nell'82, il leader ha fatto emergere la
  necessità di integrare la "verità universale" del marxismo con la
  realtà concreta della Cina per costruire un socialismo con le
  caratteristiche cinesi. Una sua celebre metafora, che soleva ripetere
  spesso in occasioni delle riflessioni sul mercato era: "non importa che
  il gatto sia bianco o nero; ciò che importa è se acchiappa i topi".
  Deng fu dunque uno fra i principali promotori di una democratizzazione
  sostanziale del paese, nel tentativo di coniugare riforme economiche
  improntate ad una maggiore liberalizzazione del mercato con gli
  equilibri interni ancora segnati a fuoco dal comunismo.
  
  
  
  In seguito, Deng mantenne le cariche ricevute, aggiungendovi quella di
  Presidente della Commissione militare centrale nell'81 e di Presidente
  della Commissione militare centrale della RPC nell'83, dalle quali si
  dimise rispettivamente nel novembre 89 e nel e nel marzo 90, avendo la
  sua figura politica subito un oscuramento dopo i contrastati
  accadimenti di Tiananmen.
  
  
  
  Dal 94 aveva abbandonato la vita politica dimettendosi da tutte le
  cariche (da un'unica carica non si era mai dimesso, dalla Presidenza
  dell'Associazione Nazionale di bridge) e non compariva in pubblico per
  le sue condizioni di salute.
  
  
  
  La sua morte è stata ufficialmente annunciata alle 21:08 del 19
  febbraio 1997.