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Sir Arthur Conan Doyle (Edimburgo, 22 maggio 1859 – Crowborough, 7
luglio 1930) fu uno scrittore, medico e poeta scozzese considerato,
insieme ad Edgar Allan Poe, il fondatore di due generi letterari: il
giallo e il fantastico. In particolare, Conan Doyle è il
capostipite del sottogenere noto come "giallo deduttivo", reso
famoso dal personaggio dell'investigatore Sherlock Holmes; la
produzione dello scrittore, tuttavia, spazia dal romanzo d'avventura
alla fantascienza, dal soprannaturale ai temi storici.
Biografia
Scozzese, Arthur Conan Doyle nacque il 22 maggio 1859 in un piccolo
appartamento di Edimburgo al numero 11 di Picardy Place. Suo padre
Charles Altamont Doyle era inglese con remote origini irlandesi,
mentre sua madre Mary Foley era irlandese. Il cognome composto lo
prese dal prozio Michael Conan, noto giornalista dell'epoca. Il
giovane Arthur, secondo di dieci figli, iniziò i suoi studi
presso una scuola della sua città per poi proseguire alla
Hodder Preparatory School nel Lancashire. I suoi studi più
importanti proseguirono presso lo Stonyhurst Jesuit College, scuola
cattolica di Clitheroe, poi ancora in Austria, in un altro collegio
gesuita e infine all'Università di Edimburgo dal 1876, da cui
uscì laureato in medicina nel 1885.
Conan Doyle intento alla scrittura, ritratto da Mortimer Menpes
(prima del 1930)
È di quel periodo la sua prima opera, Il mistero di Sasassa
Valley (1879, racconto del terrore venduto al Chambers Journal) e il
suo primo articolo medico, su un sedativo sperimentato su di
sé. L'anno successivo vende a The London Society la storia Il
racconto dell'americano, su una mostruosa pianta originaria del
Madagascar che si ciba di carne umana (con buona probabilità
questo racconto è tra le fonti del romanzo del mistero Relic,
di Douglas Preston e Lincoln Child).
Nel 1881 ottenne prima il baccellierato in Medicina, quindi il
Master in Chirurgia. Studente brillante trovò il modo per
ridurre l'anno di studio a sei mesi, per poter iniziare a fare
l'assistente medico: prima per il dottor Richardson a Sheffield, poi
per il dottor Elliot a Shropshire, ma soprattutto per il dottor
Reginald Hoare a Birmingham. Fu qui che trattato più come
figlio che come assistente si appassionò molto alla
letteratura e scrisse la sua prima opera. Suoi professori di
medicina furono Joseph Lister, professore di chirurgia, inventore e
propugnatore del metodo dell'antisepsi, il dottor Joseph Bell, di
cui divenne, prima di laurearsi, anche assistente per un breve
periodo. Il brillante e freddo dottor Bell, con il suo metodo
scientifico e le sue abilità deduttive, gli ispirò in
seguito il fortunato personaggio di Holmes, che ha così,
almeno nelle origini, un legame con il thriller medico.
Il suo aspetto era ingannevole. Dietro ad un comportamento
tranquillo, c'era un uomo dalle forti convinzioni, alcune delle
quali ritenute eccentriche dai più, come lo spiritismo, ma
tutte profondamente sentite. Tutta la vita di Conan Doyle è
una lunga serie di crociate molto combattute, delle quali lo
spiritismo era solo l'ultima. Nel 1890, mise in guardia il mondo
intero contro la tanto decantata cura per la tubercolosi. Nel 1902
difese il governo britannico contro le accuse di cattiva condotta
durante la Seconda Guerra Boera. Nel 1906 sostenne la riforma per il
divorzio. Nel 1909 intervenne contro le atrocità in Congo.
Nel 1910 difese pubblicamente Oscar Slater falsamente accusato di
omicidio. Nel 1914 mise in guardia tutti contro i devastanti effetti
del blocco sottomarino. In ogni caso le sue battaglie, a mezzo
stampa, furono condotte con intraprendenza e abilità, a
prescindere dai vantaggi che se ne potevano ricavare. Alcune
battaglie erano impopolari, ma il personale senso di onore era per
lui più importante dell'opinione pubblica.
Come lui stesso disse in una intervista, ha conosciuto cosa volesse
dire essere povero e cosa volesse dire diventare abbastanza
influente. Ha affrontato ogni tipo di esperienza umana. Conobbe le
persone più influenti ed importanti del suo secolo; ha avuto
una lunga carriera da scrittore, dopo un periodo da medico, che gli
diede il titolo di Dottore di Edimburgo. Praticò moltissimi
sport (boxe, cricket, biliardo, motociclismo, calcio, sci), e fu il
primo a introdurre l'abitudine di lunghe vacanze in Svizzera,
specialmente per cure termali.
Il rapporto con la religione
Educato secondo i principi della religione cattolica, a cui
apparteneva tutta la famiglia, se ne allontana durante i suoi studi
all'Università di Edimburgo, per l'ammirazione nei confronti
del "Mastino di Darwin".
Le prime esperienze lavorative
Terminati gli studi, seguì un altro breve periodo come
assistente del dott. Hoare a Birmingham. Avrebbe dovuto fare ancora
molte esperienze pratiche per poter davvero utilizzare a pieno il
titolo di dottore, magari aprendo un piccolo studio medico, ma non
aveva abbastanza denaro. Appena ventiduenne, e insicuro sul suo
futuro, iniziò a vagliare varie possibilità, tra cui
quella di partire in India come medico del governo. Alla fine
accettò la proposta della African Steam Navigation Company,
che gli offriva, a 12£ al mese, un posto da medico di bordo
sul battello Mayumba, che collegava regolarmente il porto di
Liverpool alle coste occidentali dell'Africa. Accettò e
partì verso la fine di ottobre del 1881. Poteva in questo
modo mettere un po' di soldi da parte e fare esperienza, soprattutto
febbre africana e malaria, usando contro quest'ultima la chinina, la
miglior cura possibile a quel tempo. Dopo soli pochi mesi, decise
che l'esperienza come medico di bordo su una nave che portava in
Africa poteva giungere a termine. Rimase così senza lavoro,
credendo di potersi mantenere con i guadagni letterari, ma cosi non
fu. Iniziò a vagliare altre possibilità, tra cui
quella di trasferirsi a Plymouth e lavorare nello studio di un suo
compagno di studi, un certo George Budd, ma anche in questo caso,
dopo solo 2 mesi, decise di tornare a casa, per la difficile
convivenza lavorativa con il suo nuovo socio.
Elementare, Watson
Aprì, con scarso successo, uno studio medico nel Southsea,
sobborgo di Portsmouth: fu proprio in questo periodo - complice la
disponibilità di tempo - che Conan Doyle cominciò a
scrivere le avventure di Holmes, che così iniziarono ad avere
un discreto successo presso il pubblico britannico. Il primo romanzo
sul detective dal fisico asciutto fu Uno studio in rosso, del 1887,
pubblicato sullo Strand Magazine, in cui il narratore, il buon
dottor Watson, che in un certo senso rappresenta l'autore stesso,
presenta Holmes e la sottile scienza della deduzione. A questa prima
opera fece seguito Il segno dei quattro (1890), opera che gli valse
enorme successo. La famosissima frase "Elementare, Watson!" fu,
però, inventata dai posteri[1] (nei libri infatti, a volte
capita che Holmes esclami "elementare!", ma una sola volta compare
la famosa frase, nella forma di: "È elementare, Watson", che
con l'aggiunta di tale copula perde valore).
Non solo Holmes
Conan Doyle, nonostante l'enorme successo (senza pari nella storia
della letteratura poliziesca), non legò mai abbastanza con il
suo personaggio più popolare, che odiava perché
divenuto più famoso di lui. Lui stesso, nel 1927, disse che
aveva scritto di Holmes più di quello che intendeva
inizialmente fare, perché le sue mani erano spinte a scrivere
dall'insistenza di alcuni suoi amici. Conan Doyle era invece
maggiormente attirato da altri generi letterari come l'avventura o
il fantastico o come opere di ricerca storica: in questo campo
realizzò romanzi storici come La Compagnia Bianca (1891), Le
avventure del brigadiere Gérard (raccolta di sedici racconti
del 1896) e The Great Boer War (1900, scritto mentre era
corrispondente della guerra anglo-boera in Sudafrica) che gli
fruttò nel 1902 il titolo di baronetto. Ripeté
l'esperienza di corrispondente di guerra durante la Grande Guerra,
senza però dimenticare la sua attività di romanziere,
saggista e giornalista. Scrisse anche, curiosamente, il libretto di
un'opera lirica comica, Jane Annie, in collaborazione con l'amico
James Matthew Barrie nel 1893.
Numerosi, come detto, i suoi lavori nel campo dell'avventura, del
fantastico, del soprannaturale e del terrore: si possono citare a
titolo di esempio The Last Of The Legions and other tales of long
ago, Tales of Pirates, My Friend The Murderer and other mysteries,
Lot 249 (La mummia), Il mondo perduto.
Anche se l'elemento fantastico non è mai completamente
assente neppure dalla sua produzione realistica - si pensi al
romanzo Il mastino dei Baskerville (1902) o al racconto Il vampiro
del Sussex (1927), entrambi del ciclo di Sherlock Holmes - Doyle
scrisse "solo" cinque romanzi e una quarantina di racconti
strettamente fantastici, la maggior parte dei quali dell'orrore e
del soprannaturale. La fantascienza è rappresentata
principalmente dalla serie del professor Challenger (1912-1929),
personaggio che lo scrittore modellò sulla figura del
professor Ernest Rutherford, eccentrico e irascibile "padre"
dell'atomo e della radioattività. Tra questi il più
celebre è rimasto Il mondo perduto, un romanzo del 1912 che
racconta di una spedizione guidata da Challenger su di un altopiano
del Sud America popolato da animali preistorici sopravvissuti
all'estinzione. La storia ha avuto notevole successo nel mondo del
cinema, a partire dall'epoca del muto nel 1925 con il primo film al
quale seguirono altre cinque pellicole (compresi due remake).
Doyle scrisse inoltre nel 1926 il saggio Storia dello Spiritismo
(The History of Spiritualism), argomento cui dedicò gli
ultimi anni della sua vita, realizzando articoli e conferenze grazie
ai contatti con la Golden Dawn. A causa del tema controverso di
questi studi, tale attività non gli diede quei riconoscimenti
che, come studioso, si attendeva: subì anzi gli attacchi
della Chiesa cattolica. Molti critici trovano difficile ammettere
che il creatore di Sherlock Holmes, l'esempio perfetto della ragione
e dell'osservazione, avesse potuto dedicarsi interamente, negli
ultimi anni della sua vita ad una causa, quella dello spiritismo,
che sembrava sfidare la logica. Un uomo che esponesse tali idee,
sembrava, a quel tempo infatti, non poter essere realmente
considerato uno scrittore. Per molti, il vecchio, triste e illuso
Conan Doyle stava solo dilapidando la sua grandezza.
Prima della sua morte fece in tempo a pubblicare il suo ultimo
lavoro, The Edge of Unknown, nel quale spiega le sue esperienze
psichiche, ormai divenute sua unica fonte di interesse.
Giornalista alle Olimpiadi
Durante le Olimpiadi di Londra del 1908 Sir Arthur Conan Doyle,
scrisse in un articolo per il Daily Mail, un pezzo esaltante che
ebbe grande risalto, in esso paragonò Dorando Pietri
(vincitore della maratona olimpica, ma squalificato) a un antico
romano. Egli scrisse che quella vittoria non sarebbe mai stata
inficiata dalla semplice decisione di un giudice. Conan Doyle si
fece tra l'altro promotore di una colletta per lo sfortunato
italiano e raccolse una bella somma per l'epoca: quasi 300 sterline.
È inoltre leggenda che fosse lo stesso Doyle l'addetto al
megafono che sorresse Pietri negli ultimi metri della maratona
olimpica. Pare tuttavia che i due personaggi che attorniano Pietri,
siano rispettivamente: alla destra dell'atleta – con il megafono –
il giudice di gara Jack Andrew e alla sinistra il capo dello staff
medico, il dottor Michael Bulger. Conan Doyle era in effetti
presente in tribuna, a pochi metri dalla linea del traguardo, dato
che era stato incaricato da Lord Northcliffe di redigere la cronaca
della gara per il Daily Mail.
La morte
Conan Doyle è stato colto da improvviso attacco cardiaco
mentre si trovava nella sua casa in campagna a Windlesham,
Crowborough, il 7 luglio 1930, a 71 anni. Al suo capezzale lo
assistevano il figlio Adrian e la moglie Maria Hawkiles, per un
ultimo saluto a uno dei padri del giallo. Le sue ultime parole,
rivolte alla moglie, furono: «Sei meravigliosa, moglie
mia».
La sua sepoltura è a Minstead nel New Forest, Hampshire.
L'epitaffio sulla sua tomba recita:
« Steel true
Blade Straight
Arthur Conan Doyle
Knight
Patriot, physician & man of letters »
*
Sherlock Holmes
è un personaggio letterario creato da Sir Arthur Conan Doyle
alla fine del XIX secolo, protagonista di romanzi e racconti
appartenenti al genere letterario del giallo deduttivo, il cui
iniziatore fu Edgar Allan Poe con il suo Auguste Dupin.
Il personaggio nelle opere di Arthur Conan Doyle
Comparso in quattro romanzi e cinquantasei racconti, il personaggio
è assurto al ruolo di icona della letteratura gialla,
superando di gran lunga la fama del suo stesso creatore. Conan Doyle
riversa nelle sue storie anche la sua passione per la letteratura
del terrore e del mistero, come si deduce dalla lettura del romanzo
Il mastino dei Baskerville o il racconto Il vampiro del Sussex.
Le avventure di Holmes sono raccontate, nella loro quasi
totalità, dal suo amico e biografo, dottor John Watson, una
sorta di alter ego dello stesso Conan Doyle (anch'egli laureato in
medicina), che così descrive il detective:
« [...] il suo sguardo era acuto e penetrante; e il naso
sottile aquilino conferiva alla sua espressione un'aria vigile e
decisa. Il mento era prominente e squadrato, tipico dell'uomo
d'azione. Le mani, invariabilmente macchiate d'inchiostro e di
scoloriture provocate dagli acidi, possedevano un tocco
straordinariamente delicato, come ebbi spesso occasione di notare
quando lo osservavo maneggiare i fragili strumenti della sua
filosofia. »
da La scienza della deduzione, secondo capitolo
di Uno studio in rosso)
Holmes risulta quindi essere una persona molto attiva già
dalla prima descrizione in cui le sue caratteristiche fisiche ne
tracciano un quadro preciso, che verrà poi ben delineato nel
corso di questo primo romanzo, Uno studio in rosso, nel quale Holmes
dà sfoggio delle sue abilità deduttive, descrivendo
minuziosamente la sua attività di consulente investigativo,
ovvero di ultima speranza per coloro che sono bloccati in casi
apparentemente insolvibili.
Le caratteristiche salienti di Holmes sono però ben
riassunte, ancora una volta, dal suo puntuale coinquilino e amico:
« Sherlock Holmes - I suoi limiti
Conoscenza della letteratura - Zero.
Conoscenza della filosofia - Zero.
Conoscenza dell'astronomia - Zero.
Conoscenza della politica - Scarsa.
Conoscenza della botanica - Variabile. Sa molte
cose sulla belladonna, l'oppio, e i veleni in genere. Non sa niente
di giardinaggio.
Conoscenza della geologia - Pratica, ma limitata.
Distingue a colpo d'occhio un tipo di terreno da un altro.
Rientrando da qualche passeggiata mi ha mostrato delle macchie di
fango sui pantaloni e, in base al colore e alla consistenza, mi ha
detto in quale parte di Londra se l'era fatte.
Conoscenza della chimica - Profonda.
Conoscenza dell'anatomia - Accurata, ma non
sistematica.
Conoscenza della letteratura scandalistica -
Immensa. Sembra conoscere ogni particolare di tutti i misfatti
più orrendi perpetrati in questo secolo.
Buon violinista.
Esperto schermidore col bastone, pugile,
spadaccino.
Ha una buona conoscenza pratica del Diritto
britannico.
Capacità di usare la logica - Ottima.
»
(Dal secondo capitolo di "Uno studio in rosso")
In realtà questa lista, compilata da Watson pochi giorni dopo
aver conosciuto Holmes, si rivela parzialmente fuorviante, fatto
comprensibile, dato che è stato rappresentato nel primo
romanzo con protagonista il famoso investigatore nel quale, quindi,
Conan Doyle non aveva ancora una completa conoscenza del suo
personaggio. In numerosi racconti Holmes rivela di possedere di un
vasto interesse letterario e filosofico, citando numerose volte la
Bibbia, Shakespeare e Goethe. Le sue conoscenze in campo pratico
sono tali da avergli fatto anche scrivere dei trattati sugli
argomenti più vari, come un trattato navale e una monografia
sul tabacco (come lui stesso afferma nel racconto Il mistero di
Valle Boscombe). Inoltre, come rivelano successivamente gli appunti
di Watson, Holmes è un eccellente schermidore e pratica il
pugilato a mani nude. Nel racconto "L'avventura della casa vuota",
Holmes afferma inoltre di conoscere il bartitsu, un sistema di lotta
giapponese derivato dal jujitsu, rendendolo uno dei primi
occidentali ad aver praticato le arti marziali orientali.
Una tipica frase (o per meglio dire motto) di Holmes è poi:
« Una volta eliminato l'impossibile, ciò che
resta, per quanto improbabile, deve essere la verità. »
(Holmes parlando con Watson in Sherlock Holmes dà una
dimostrazione, sesto capitolo di Il segno dei quattro)
In pratica anche se ciò che rimane in una indagine svolta per
esclusione può sembrare assurdo, se è l'unica
spiegazione logica deve per forza di cose essere quella corretta e
solo accurati controlli potranno verificare quanto dedotto. È
infatti con Holmes che le tecniche di abduzione, sempre chiamate nel
Canone tecniche di deduzione, assurgono al livello di scienza, anche
perché l'investigatore, che vive con l'amico in Baker Street,
al numero 221B, è ricalcato sulla figura di Joseph Bell, un
brillante medico che Doyle conobbe veramente e per il quale, come si
può intuire leggendo i resoconti di Watson, provava grande
ammirazione a causa delle sue eccezionali capacità deduttive.
Doyle conobbe il dottor Bell durante gli studi universitari e ne fu
anche assistente per circa un anno, prima di laurearsi. Bell
aiutò effettivamente la polizia in alcuni casi (tra i quali
quello di Jack lo squartatore) e diede il suo contributo alla
nascita della medicina legale.
Altre caratteristiche salienti di Holmes sono la grande conoscenza
del tessuto criminale londinese, al cui interno aveva numerosi
informatori (in genere ragazzini), e le sue grandi doti
trasformiste, che lo aiutano nella raccolta di molte prove per la
risoluzione dei suoi complicati (per gli altri) casi.
Tende, poi, a mantenersi lontano affettivamente dalle donne, e
questo per mantenere la mente sempre lucida e sgombra da pensieri
inutili e svianti ("l'amore è un'emozione, e tutto ciò
che è emozione contrasta con la fredda logica che io pongo al
di sopra di tutto." da Il segno dei Quattro). Solo nel racconto Uno
scandalo in Boemia Holmes mostra di provare una grande ammirazione
per Irene Adler, l'unica donna che sia mai riuscita a ingannarlo, ma
tale sentimento non può essere definito amore. Inoltre,
questo incontro (o scontro) con una donna intelligente da parte di
Holmes, alleviano leggermente la sua leggera sfiducia nel genere
femminile. Nutre, poi, una certa diffidenza sulle tecniche
investigative di Scotland Yard, divertendosi alle spalle
dell'Ispettore Lestrade pur aiutandolo soprattutto per soddisfazione
personale. Ha poi un difetto che, con il prosieguo della serie viene
via via cancellato da Doyle: ogni volta che cade in uno stato di
inattività, per combatterne la depressione e mantenere la sua
mente in movimento, fa uso di cocaina e morfina, a seconda della
crisi in cui si trova coinvolto:
« Sherlock Holmes tolse dalla mensola del caminetto una
bottiglia e una siringa ipodermica da un lucido astuccio di
marocchino. Con dita lunghe, bianche e nervose, fissò
all'estremità della siringa l'ago sottile e si
rimboccò la manica sinistra della camicia. I suoi occhi si
posarono per qualche attimo pensierosi sull'avambraccio e sul polso
solcati di tendini e tutti punteggiati e segnati da innumerevoli
punture. Infine si conficcò nella carne la punta acuminata,
premette sul minuscolo stantuffo, poi, con un profondo sospiro di
soddisfazione, ricadde a sedere nella poltrona di velluto. »
(da Saggio di scienza deduttiva, primo capitolo di Il segno dei
quattro)
Successivamente tale dipendenza sarà sostituita dalla pipa
(anche in questo con un certo disappunto da parte di Watson,
perché arriva, soprattutto per le indagini più
complesse, ad affumicare completamente il soggiorno del loro
appartamento).
Il personaggio e il suo successo segnarono profondamente la carriera
di scrittore di Doyle, tanto che dopo avere narrato ne L'ultima
avventura la morte di Holmes, nel corso di un duello con
l'arcinemico Moriarty presso le cascate di Reichenbach, fu costretto
prima a realizzare un romanzo, Il mastino dei Baskerville,
ambientato prima della sua morte, avvenuta nel 1891, quindi, grazie
al fatto che il corpo del geniale investigatore non venne mai
ritrovato, lo fece ritornare vivo e vegeto in attività ne
L'avventura della casa vuota, ambientata nel 1894: tre anni di buio
in cui Holmes si tiene nascosto, aiutando in gran segreto il governo
britannico.
Dopo una carriera lunga ben 23 anni, 17 dei quali in collaborazione
con Watson, Holmes si ritira prima nel Sussex a studiare
l'apicoltura, quindi in una fattoria a cinque miglia da Eastbourne,
dedicandosi alla filosofia e all'agricoltura, non prima di aver
aiutato l'Inghilterra nel corso della Prima guerra mondiale.
Il metodo scientifico
« Non c'è alcun ramo delle scienze investigative
così poco praticato, eppure tanto importante, qual è
l'arte d'interpretare le orme. »
(Sherlock Holmes. Da "Uno Studio in rosso")
Il detective di Baker Street è il primo, se non ad applicare
effettivamente, a rendere popolare la criminologia, cioè
l'applicazione del metodo scientifico alle investigazioni criminali.
Holmes pone alla base una certa differenza tra l'osservazione dei
particolari e la deduzione. Egli considera questi due aspetti come
distinti, poiché l'osservazione porta ad alcune preliminari
conclusioni, ma solo con la conoscenza di alcuni aspetti della
vicenda si possono trarre delle conclusioni definitive. Tale metodo
deriva direttamente da quello del dott. Joseph Bell, insegnante di
Conan Doyle, che nella diagnosi medica propugnava prima l'attenta
osservazione dei dettagli, poi la conclusione basata sulla raccolta
di prove inoppugnabili.
Il metodo di Holmes è spesso basato sulla raccolta sul campo
di prove e indizi, cosa che lo differenzia nettamente dal fratello
Mycroft, comparso per la prima volta in L'interprete greco, in grado
di risolvere, lui sì, un'indagine senza mai muoversi dalla
propria residenza. Sherlock afferma che le capacità deduttive
del fratello sono addirittura superiori alle proprie, ma che Mycroft
non le impiega per pigrizia (dato che non si sposta mai più
di poche centinaia di metri da casa).
Holmes pone infine una certa, importante differenza tra il vedere e
l'osservare, dove solo l'abilità di cogliere i particolari
può essere affinata con l'abitudine e l'esercizio.
Canone
Il canone holmesiano si compone di una serie di quattro romanzi e di
56 racconti scritti da Arthur Conan Doyle, quasi tutti pubblicati
sullo Strand Magazine. Tale ciclo di storie è suddiviso come
segue:
Uno studio in rosso (A Study in Scarlet – 1887),
romanzo
Il segno dei quattro (The Sign of Four – 1890),
romanzo
Le avventure di Sherlock Holmes (The Adventures
of Sherlock Holmes – 1892), raccolta di 12 racconti
Le memorie di Sherlock Holmes (The Memoirs of
Sherlock Holmes – 1894), raccolta di 11 racconti
Il mastino dei Baskerville (The Hound of the
Baskervilles – 1902), romanzo
Il ritorno di Sherlock Holmes (The Return of
Sherlock Holmes – 1905), raccolta di 13 racconti
La valle della paura (The Valley of Fear – 1915),
romanzo
L'ultimo saluto di Sherlock Holmes (His Last Bow
– 1917), raccolta di 7 racconti
Il taccuino di Sherlock Holmes (The Case-Book of
Sherlock Holmes – 1927), raccolta di 12 racconti
Esistono inoltre altri racconti di Doyle meno noti, come La fiera
per il campo (The field bazaar, 1896).
L'uscita non rispetta l'ordine cronologico dei racconti di Sherlock
Holmes.
Elementare, Watson!
Il modo di dire più tipico attribuito ad Holmes è la
frase «Elementare, Watson!» (Elementary, my dear
Watson!), quando egli spiega, con una certa sufficienza, all'amico
medico la soluzione di un caso. In realtà questa celebre
frase non è mai stata pronunciata testualmente dal
personaggio nelle storie scritte da Doyle. In una pagina della
raccolta Le memorie di Sherlock Holmes, nel racconto L'uomo deforme,
e anche in una pagina del romanzo Uno studio in rosso, Holmes,
rispondendo a una domanda di Watson, fa semplicemente uso del modo
di dire «Elementare!», riferito a un suo ragionamento;
parimenti nel racconto L'avventura degli omini danzanti, dalla
raccolta Il ritorno di Sherlock Holmes, rivolgendosi a Watson
afferma: «Ogni volta che glielo si spiega, qualsiasi problema
diventa per lei elementare»; ne Il segno dei quattro afferma:
«La cosa è di una semplicità elementare».
La frase «Elementare, mio caro Watson!» ha fatto la sua
apparizione in uno dei tanti film sul grande detective.
La classica immagine in cui il detective indossa il deerstalker (il
cappellino da cacciatore) e fuma la pipa calabash (la caratteristica
pipa ricurva a forma di proboscide) è a sua volta apocrifa:
soltanto in un racconto Watson fa riferimento a un "berretto di
stoffa aderente", ma non al deerstalker. In nessuna avventura si
trova invece traccia della pipa calabash, mentre Holmes fuma
indifferentemente pipa, sigari e sigarette.
Sia il modo di dire, sia la pipa e il cappello, divenuti per il
grande pubblico gli elementi distintivi di Sherlock Holmes, dunque
sono in realtà apocrifi, invenzioni posteriori, in genere di
origine teatrale, riprese poi dal cinema. Fu l'attore americano
William Gillette (1853-1937), uno dei primi e più celebri
interpreti del detective, a mettere il deerstalker in testa all'eroe
e la pipa ricurva in mano, anche se effettivamente era stato
l'illustratore Sidney Paget (morto nel 1908) il primo a disegnarlo
con il caratteristico cappello da cacciatore. Gillette portò
Holmes sul palco per oltre 1300 volte, interpretandolo inoltre in un
film muto e nel primo dramma radiofonico dedicato al detective di
Baker Street.
Influenza culturale
Il personaggio creato da Conan Doyle è stato un punto di
riferimento per molti dei successivi detective delle opere di
fantasia, tra i quali Hercule Poirot, Ellery Queen, Nero Wolfe.
Esempi più recenti sono anche Guglielmo da Baskerville
protagonista de Il nome della rosa di Umberto Eco, Conan Edogawa
protagonista del manga Detective Conan di Gosho Aoyama, il cui nome
è un evidente riferimento all'autore Doyle e i detective Elle
e Near del manga e anime giapponese Death Note, che traggono
evidentemente ispirazione da Sherlock Holmes per quanto riguarda i
loro metodi deduttivi e diagnostici delle situazioni investigative
anche più complesse. Inoltre, una delle identità
assunte da Elle, quella inglese, corrisponde a Erald Coil, il cui
cognome sembra la contrazione di Conan Doyle.