www.treccani.it
Grande navigatore, scopritore dell'America (Genova 1451 - Valladolid
19 maggio 1506).
Scarse le notizie dei primi anni della sua vita: si dedicò
presto al commercio e fu a Chio (1474-75), in Portogallo e a Madera
(1476-78), finché, tornato un'ultima volta a Genova,
partì definitivamente per Lisbona (1479), dove forse lo
spinsero motivi commerciali. Da Lisbona C. mosse per parecchi viaggi
a Madera e altrove: e in questo periodo egli lesse l'Imago mundi di
P. d'Ailly, la Historia rerum ubique gestarum di Pio II Piccolomini,
il Milione di M. Polo (le postille di suo pugno offrono notevole
interesse, anche biografico), che stimolarono la sua
curiosità e la sua ambizione. La credenza di una grande
estensione verso E del continente antico e di una minore lunghezza
del circolo massimo, ritenuto inferiore di circa un quarto alla
realtà, dovettero convincere C. della possibilità di
raggiungere le Indie attraverso l'Oceano navigando verso O. Discussi
sono i rapporti che egli avrebbe avuto col cosmografo fiorentino P.
dal Pozzo Toscanelli considerato da alcuni l'ispiratore dell'impresa
di C.; questi dové lottare molto per ottenere l'approvazione
del suo progetto, anche se non sono rispondenti al vero molte
leggende in proposito.
Una convenzione fu stipulata con i sovrani spagnoli il 17 aprile
1492: e con una nave, la Santa Maria, e due caravelle, la Pinta e la
Niña, la spedizione partì da Palos il 3 agosto 1492.
Il viaggio (di cui abbiamo notizie dal Diario di C., oggi
conservatoci nella redazione ridotta di B. Las Casas) procedé
tra audacie, scoraggiamenti e rinnovate speranze; ma false sono le
notizie di una rivolta dell'equipaggio. Il 12 ott. 1492 fu raggiunta
un'isola delle Bahama, da C. detta San Salvador, e di là
Cuba, e Haiti, ove si stabilì una colonia di 43 uomini in un
forte battezzato Navidad con il compito di esplorare il territorio e
di cercare l'oro.
Al ritorno in Spagna (marzo 1493), C. ebbe accoglienze trionfali e
fu allestita subito una seconda grossa spedizione (1493-96), che
partì presto (sett. 1493) con 17 navi e 1500 persone da
Cadice. Toccate le Canarie, fu seguita quindi una rotta più
meridionale che nel primo viaggio, fino alla Guadalupa, alle isole
Vergini, a Puerto Rico e poi ad Haiti, dove però nulla fu
più trovato della Navidad. Dopo una lunga ricognizione delle
coste di Cuba, ritenute parte del continente dell'"Asia Orientale",
e dopo aver toccato la Giamaica, C. rientrò a Cadice; il
fratello Bartolomeo, giunto nel frattempo dalla Spagna, rimase nella
nuova colonia (Isabella) lasciata ad Haiti. La terza spedizione
(1498-1500), organizzata superando il malcontento degli equipaggi,
che non avevano trovato le sperate ricchezze, e l'opposizione di
molti, partita da San Lucar de Barrameda, segnò la scoperta
dell'isola Trinidad e della terraferma americana (ma C.
ignorò sempre di aver scoperto un nuovo continente),
colà egli sbarcò presso le foci dell'Orinoco.
A seguito di una rivolta, il governo spagnolo ordinava frattanto
un'inchiesta dandone l'incarico a Francisco de Bobadilla, il quale,
con abuso di potere, fece arrestare e tradurre C. in Spagna. Subito
liberato, il C. ottenne di allestire una quarta piccola spedizione
(1502-04), che, partita da Cadice e toccata Haiti, navigò a
lungo nei mari dell'America Centrale fino circa all'istmo di Panama.
Ma i gravi disagi e la vana ricerca di un supposto passaggio per
l'India meridionale stancarono l'equipaggio che si rifugiò
alla Giamaica; una spedizione di soccorso trasse C. e i suoi a San
Domingo e quindi in Spagna. Da allora sembra che C. si ritirasse da
ogni attività. Trasferitosi a Valladolid, vi morì poco
dopo.
Un lungo processo per la conservazione dei privilegi cui aveva avuto
diritto fu iniziato alla sua morte fra il fisco e gli eredi.
Le fonti biografiche principali sono rappresentate dalle postille
autografe ad alcuni libri e dai diarî, oltre che dalle opere
di don Fernando Colombo e di B. Las Casas, ricche d'informazioni, in
parte però interpolate e non veritiere. Documenti trovati
nell'Archivio di stato di Genova e riguardanti anche gli antenati,
il testamento e numerose testimonianze provano l'origine genovese
del navigatore.