Wikipedia
Georges Benjamin Clemenceau (Mouilleron-en-Pareds, 28 settembre 1841
– Parigi, 24 novembre 1929) è stato un politico e giornalista
francese.
Origini nell'età di Napoleone III
Georges Clemenceau nacque nella conservatrice Vandea, da una
famiglia solidamente anticlericale e repubblicana (il padre Benjamin
avrebbe preso parte ai moti del 1848). Ancora studente
pubblicò due giornali di orientamento radicale e incorse
nella repressione del governo ultraconservatore di Napoleone III,
scontando qualche settimana in carcere.
Laureatosi in medicina nel 1865, soggiornò per quattro anni
negli Stati Uniti. Fu molto impressionato dalle istituzioni
statunitensi e la sua visione repubblicana della politica ne
uscì rafforzata e radicalizzata. Qui si innamorò di
una delle allieve della scuola dove insegnava, Mary Plummer, che
sposò il 20 giugno 1869. Non fu un matrimonio felice,
sfociò infatti in una separazione e per moltissimi anni
Clemenceau visse solo, dedicandosi totalmente alla sua unica vera
grande passione: la politica.
Ingresso in politica nella III Repubblica
Ritornato in Francia, diventò sindaco di Montmartre nel 1870,
iniziando così la propria carriera politica. Entrato
nell'Assemblea Nazionale nel 1870 si oppose con forza alle
condizioni di pace imposte dalla Germania al termine della guerra
franco-prussiana. Come molti politici francesi dell'epoca avrebbe
nutrito per tutta la propria carriera un odio inveterato per i
tedeschi in seguito all'umiliazione militare del 1871.
La sua decisione gli guadagnò il soprannome di Tigre e gli
garantì la leadership del partito radicale, fortemente legato
all'estrema sinistra. Apprezzato giornalista e spietato critico
politico, fondò nel 1880 il giornale La Justice, dalle cui
pagine si difese dall'accusa di corruzione nell'affare di
Panamá (1893) e condusse una campagna contro l'antisemitismo
e in favore di Alfred Dreyfus (1898).
Nell'Esecutivo
Nel 1906, in qualità di ministro degli interni, ordinò
la repressione violenta di uno sciopero di minatori nel Pas de
Calais e di un'agitazione di vignaioli nel Linguadoca-Rossiglione,
alienandosi così il partito socialista di Jean Jaurès.
Nello stesso anno diventava presidente del Consiglio, operando una
decisa svolta politica verso il nazionalismo e il centralismo
statale, in costante opposizione a socialisti e sindacati.
Contribuì all'avvicinamento francese alla Gran Bretagna e
alla radicalizzazione dello scontro con la Germania, frequente
bersaglio dei sui attacchi. Il suo mandato durò fino al 1909,
quando fu sostituito da Aristide Briand.
Nella Prima guerra mondiale e a Versailles
Allo scoppio della prima guerra mondiale si oppose decisamente al
comando militare di Joseph Joffre, sostenendo invece Ferdinand Foch.
Fervente militarista, si oppose a qualsiasi ipotesi di mediazione
diplomatica, arrivando ad accusare di pacifismo l'allora ministro
degli interni Louis Malvy. Diventato di nuovo presidente del
Consiglio e ministro della guerra nel 1917, non tardò a
tradurre in pratica le proprie visioni politiche e tattiche: Louis
Malvy fu arrestato per tradimento e Ferdinand Foch posto a capo
dell'esercito interalleato, nel 1918. Dopo che Papa Benedetto XV,
nella nota Dès le début del 1º agosto 1917,
definì la guerra "inutile strage" e propose soluzioni
particolari, le reazioni furono tutte negative; i pangermanisti e
gli Imperi Centrali pensarono che il papa volesse strappare loro la
vittoria per darla ai francesi, e francesi, inglesi e italiani
pensarono che il papa parlasse a favore degli Imperi Centrali.
Clemenceau definì Benedetto XV le Pape Boche (il Papa
Tedesco).
Il suo risentimento verso la Germania non si fermò con la
sconfitta di quest'ultima nel novembre 1918. Alla Conferenza di
Parigi del 1919 pretese che la Germania venisse messa in ginocchio
sia politicamente che economicamente, con la imposizione di forti
compensazioni di guerra e l'occupazione militare del Reno.
«Tutte le questioni
più importanti riguardanti la Francia sono quasi risolte.
Ieri ho ottenuto sia il sostegno militare di Gran Bretagna e Stati
Uniti in caso d'attacco tedesco, sia l'occupazione del Reno per
quindici anni, con evacuazione parziale dopo cinque anni. Se la
Germania non si attiene al trattato non ci sarà
evacuazione, né parziale, né definitiva. Almeno non
sono più nervoso. Ho ottenuto tutto quello che volevo.
»
(Parigi, 15 aprile 1919, conversazione di
Clemenceau col generale Mordaq)
Per queste sue posizioni si trovò in forte contrasto con
Woodrow Wilson e con la delegazione americana.
Il ritiro dalla vita Politica
Sconfitto nella corsa alla Presidenza della Repubblica nel 1920, si
ritirò dalla vita politica. Scrisse due libri di memorie: La
Grandezza e la Miseria della Vittoria (in cui predisse che ci
sarebbe stato un altro scontro con la Germania) e Nella sera del mio
pensiero (1929). Negli ultimi anni della sua vita strinse una
sincera e forte amicizia con il pittore Claude Monet, cui rendeva
visita regolarmente nella villa di Giverny in Normandia. Una foto lo
ritrae in prima fila ai funerali del pittore nel 1926.
Morì a Parigi il 24 novembre 1929 a 88 anni.