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Noël Marie Joseph Édouard, visconte di Curières
de Castelnau (Saint-Affrique, 24 dicembre 1851 –
Montastruc-la-Conseillère, 19 marzo 1944) è stato un
generale francese, e capo di stato maggiore del generalissimo Joseph
Joffre durante la prima guerra mondiale. Dal 1919 al 1924 fu
deputato del dipartimento francese dell'Aveyron.
Biografia
Nativo dei Pirenei, Édouard de Castelnau proveniva da una
famiglia aristocratica dei visconti de Curières de Castelnau,
di consolidate tradizioni militari, e quindi, dopo aver fatto i
primi studi nel collegio dei gesuiti a St Gabriel nel dipartimento
dell'Aveyron, entra nella scuola militare di Saint-Cyr nell'ottobre
1869. Entrò nell'esercito francese l'anno seguente con lo
scoppio della guerra franco-prussiana divenne sottotenente di
fanteria il 14 agosto 1870 e tenente il 2 ottobre seguente. In
quell'occasione fu assegnato al 31º reggimento di Bordeaux, ma
non potendo raggiungere la formazione a causa della sconfitta
francese a Sedan, venne quindi assegnato al 36º reggimento di
marcia tre giorni dopo venne promosso capitano. Nel 1871 la
"Commissione per la revisione dei gradi" lo riporta al grado di
sottotenente assegnandolo al 45º reggimento; divenne
definitivamente capitano il 21 febbraio 1876.
Dal 1879 al 1880 de Castelnau frequentò la scuola di guerra;
nel 1889 fu promosso tenente colonnello e il 25 aprile 1900 divenne
colonnello, dove fu messo al comando del 37º reggimento di
Nancy dove rimase per i cinque anni successivi. Fu infine promosso
generale di brigata nel marzo 1906 al comando prima della 34ª e
poi della 7ª brigata divenne generale di divisione il 21
dicembre del 1909 mentre il 1º agosto del 1911 divenne primo
sottocapo di stato maggiore dell'esercito francese.
Dal 1912 all'inizio della prima guerra mondiale fu a capo dello
staff di Joseph Joffre che aiutò nello sviluppo del piano
XVII per la presa della regione dell'Alsazia-Lorena come parte
dell'invasione della Germania.
La prima guerra mondiale
Al momento della mobilitazione del 1914, come previsto dal piano
XVII, de Castelnau assunse il comando della 2ª armata a Nancy
avviando le operazioni offensive in direzione della Saar; sei giorni
dopo due dei suoi cinque corpi d'armata furono trasferiti con
urgenza a sostenere l'ala sinistra dello schieramento francese che
in quel momento si trovava in serie difficoltà contro la
veloce avanzata dell'ala destra tedesca. Per questo motivo de
Castelnau fu costretto ad arrestare la sua azione e subire un
contrattacco tedesco a Morhange. Il 28 agosto i tedeschi sferrarono
un nuovo attacco contro l'armata del generale francese con l'intento
di entrare proprio a Nancy, la capitale della Lorena. L'offensiva fu
però bloccata sulla linea difensiva formata dalle opere
fortificate che dominavano la città, nella battaglia del Gran
Couronné, prima perdute e poi definitivamente riconquistate
il 12 settembre. Nancy fu quindi messa al sicuro e i tedeschi furono
costretti ad ripiegare su Metz.
Terminata questa fase, de Castelnau e la sua 2ª armata, furono
richiamati in Piccardia per partecipare a quella serie di operazioni
che passeranno alla storia come la "corsa al mare". Durante queste
operazioni de Castelnau fu impegnato nella battaglia di Roye dove la
sua armata riuscì a non cedere al tentativo di sfondamento
tedesco di aggirare le forze francesi a nord. Conclusasi questa
serie di tentativi da parte dei due schieramenti di aggirarsi e
chiudere in una sacca l'avversario, il fronte si trovò ai
limiti della Manica e le operazioni vennero temporaneamente sospese.
Il 28 giugno 1915 de Castelnau lasciò il comando della
2ª armata a Philippe Pétain e assunse il comando del
Gruppo d'armate centro con il quale a settembre, diresse l'offensiva
nella Champagne. Nominato aggiunto del comandante in capo Joffre,
venne inviato in ispezione a Salonicco dove incontrò il
generale Maurice Sarrail; tornato in patria ottenne l'invio di
rinforzi in quel settore.
Verdun
Il 21 febbraio 1916 nei pressi della città di Verdun
scattò un'imponente offensiva tedesca, che in pochi giorni
travolse le difese francesi sulla riva destra della Mosa e fece
precipitare la situazione a fronte, tanto che il Gran Quartier
General temette più di una volta il collasso del settore e il
conseguente sfondamento tedesco a Verdun.
De Castelnau decise di
andare di persona e verificare la situazione del fronte, e su
permesso dello stesso Joffre che gli affida i pieni poteri per la
difesa di Verdun, il 25 febbraio de Castelnau era già ad
Avize., al posto di comando del generale Langle de Cary che gli
espose la situazione quattro giorni dopo l'inizio dell'offensiva.
Édouard de Castelnau prima di tutto telefonò al
generale Herr ordinandogli di non cedere altro terreno; quindi come
di sua consuetudine, ispeziona di prima persona le prime linee,
parla con gli ufficiali, sente l'umore dei poilus, decide e ordina
che Verdun venga difesa sulle alture della Mosa e sulla sua riva
destra.
Alle 15:30 del 25 febbraio de Castelnau telefonò direttamente
al GQG per esporre le sue conclusioni; "Verdun poteva essere
salvata", una efficace difesa doveva essere attuata sul restante
crinale trasversale della riva destra e non bisognava ritirarsi
dalla riva sinistra. Successivamente affidò il comando
delle operazioni di difesa a Pétaine, e dopo altri due giorni
passati al fronte, dove si impegnò nel diramare gli ultimi
ordini, il 29 febbraio ritornò al Gran Quartier General di
Chantilly.
Le fasi finali della guerra
Nel corso del 1916 de Castelnau entrò in conflitto di idee
con coloro che sostenevano la teoria della ricerca della
"percée", ovvero dello sfondamento del fronte tedesco;
un'idea che portò ad enormi carneficine durante le offensive
nell'Artois e nella Champagne. Secondo i suoi concetti, peraltro
condivisi dai generali Gallieni e Franchet d'Esperey, nonché
dal ministro della guerra Lyautey, gli Alleati avrebbero dovuto
puntare ad una strategia d'approccio indiretto, avere come obiettivi
principali Vienna e Costantinopoli, sconfiggere prima Austria e
Turchia per avere più facilmente ragione della Germania.
Riconoscendo l'insulsa idea di una guerra di trincea come quella che
si stava sviluppando nel primo conflitto mondiale, Castelnau
scriveva: «ah, Napoleone, Napoleone. Se tu fossi qui ora
penseremmo a qualcosa di diverso». Queste idee però non
trovarono appoggio dagli ambienti militari e politici. Lyautey, che
le sostenne con forza, fu costretto alle dimissioni, mentre de
Castelnau fu allontanato a sua volta dallo stato maggiore per
ricevere il comando del gruppo d'armate dell'est che mantenne fino
al 1917.
Caduto definitivamente in disgrazia dopo l'allontanamento di Joffre
al quale succedette Robert Nivelle quale comandante supremo, de
Castelnau fu inviato in una missione straordinaria in Russia; dopo
essere ritornato in Francia, dove Pétain sostituì
Nivelle, de Castelnau fu posto al comando del fronte
alsaziano-lorenese venendo tuttavia mantenuto ai margini delle
vicende militari durante gli ultimi anni di guerra. Gli venne poi
affidata l'esecuzione di un ultimo attacco con lo scopo di dare in
Lorena il colpo di grazia alle forze tedesche; l'offensiva prevista
per il 14 novembre 1918 non ebbe però luogo a causa della
firma dell'armistizio con la Germania che segnò la fine del
conflitto.
Il giorno della vittoria de Castelnau è il solo, fra i
comandanti d'armata che avevano iniziato la guerra, a comandare
ancora un gruppo di armate, come è il solo fra i comandanti
del fronte ad aver combattuto nel 1870.
Come padre, il generale
pagò un grave e doloroso contributo alla guerra: tre dei suoi
undici figli caddero in combattimento: Xavier a Morhange il 20
gennaio 1914, Gérald sulla Marna il 7 settembre dello stesso
anno e Hugues nell'Artois il 1º ottobre 1915.
Il dopoguerra
Nel dopoguerra de Castelnau si gettò nella lotta politica
mettendosi a capo di organizzazioni cattoliche. Nel 1940, dopo la
sconfitta della Francia, si ritirò definitivamente a vita
privata non prima di aver denunciato come ignominioso l'armistizio
con la Germania di Adolf Hitler e preso le distanze dalla politica
collaborazionista di Pétain. Sotto l'aspetto della vita
sociale, divenne presidente della commissione nazionale per la
sepoltura dei caduti della prima guerra mondiale. Morì solo
pochi mesi prima dell'avverarsi del suo sogno; lo sbarco degli
Alleati sulle spiagge della Normandia.
La personalità di de Castelnau
Oltre che nobile, de Castelnau era anche il discendente di un'antica
stirpe di generali combattenti; vi furono poche guerre a cui i de
Castelnau non vi fossero distinti; vi era stato un generale de
Castelnau sotto il grande Napoleone, e un altro era stato scelto da
Luigi Napoleone perché lo accompagnasse in esilio dopo la
triste capitolazione di Sedan. L'attuale capo della casata, ormai
sessantacinquenne aveva combattuto nella guerra franco-prussiana. In
parte, forse per reazione di questa degradante sconfitta, divenne
una sorta di "gran sacerdote" della "setta" di Louis de
Grandmaison, ma a differenza della maggioranza degli
altri "seguaci" esistenti nello stato maggiore francese, de
Castelnau era un uomo di grande ingegno, di intelligenza viva e
versatile. Nessun reparto aveva subito una disfatta più
clamorosa della sua 2ª armata durante il primo folle attacco in
seno al Piano XVII; eppure subito dopo, egli aveva saputo operare un
sorprendente capovolgimento di fronte. Con una scelta di terreno
fatta con un'abilità che non si sarebbe riscontrata nella
maggioranza degli altri generali francesi, de Castelnau
effettuò una difesa ad oltranza e salvò l'importante
città di Nancy.
Nella difesa di Verdun, de Castelnau viene ricordato per il suo
prezioso contributo nella creazione di una "linea di difesa
intermedia", frettolosamente costruita dopo una sua prima fulminea
ispezione al fronte nel gennaio 1916; e se ci fosse stato il tempo
necessario, probabilmente la penetrazione tedesca del giorno 24
sarebbe potuta essere contenuta se non annullata, se i lavori di
costruzione di una terza linea difensiva ordinata dal generale, si
fossero conclusi in tempo.
A riprova delle capacità di de Castelnau, c'è da
considerare che egli era riuscito a raggiungere un così alto
grado nell'esercito francese, nonostante il fatto che nella Francia
repubblicana, ancora sconvolta dall'Affaire Dreyfus, le sue origini
e la sua osservanza religiosa gli fossero state di forte intralcio.
Noto in tutto l'esercito come le Capucin Botté, nonostante
sia vissuto quasi fino alla fine della seconda guerra mondiale,
soltanto il suo clericalismo e il suo conservatorismo lo privarono
del bastone di maresciallo.
«Un uomo piuttosto basso, gioviale e dinamico, dalla parola
facile e piacevole, era, per il portamento marziale e i bianchi
mustacchi, il tipico ufficiale di cavalleria francese. Tutte le
persone disinteressate del GQG lo adoravano addirittura. [...]
Possedeva l'arte di illuminare con una sola parola gentile i visi di
coloro che incontrava, facendone uno dei suoi ammiratori »
(Jean de Pierrefen)
Non erano solamente gli ufficiali di Chantilly a subire il fascino
di de Castelnau; ne erano presi anche i soldati al fronte. Con tutte
le esperienze fatte dal 1914, il generale continuava a rappresentare
il vero "ufficiale combattente"; durante le prime settimane di
Verdun, de Castelnau fece colpo sul colonnello Repignon dicendogli
mentre erano a pranzo all'Hotel Ritz: «piuttosto che accettare
di essere schiavi dei tedeschi, la razza francese preferirebbe
morire sul campo di battaglia».
Questo era l'uomo che
partì di tutta fretta nella notte tra il 24 e 25 febbraio
1916 verso Verdun, e questo era l'uomo che ebbe un ruolo decisivo
nel proseguimento della battaglia. La decisione di de Castelnau di
difendere le rive e non cedere terreno non influì solo sulla
battaglia, ma altresì sulla storia della Francia. Il
tarchiato ufficiale di cavalleria, personificazione dell'antico
istinto marziale e dell'orgoglio della casta, aveva accettato la
sfida tedesca, la Francia aveva fatto proprio quello che Falkenhayn
si aspettava e sperava che facesse; ora poteva iniziare il "graduale
dissanguamento" della Francia che l'offensiva di Verdun si poneva
come obiettivo