Gherardo Casini

Dall'archivio di www.corriere.it

Gherardo Casini, fondatore dell' omonima casa editrice. Nato a Pisa nel 1903 e morto a Roma il 7 luglio del 1994, fondo' ad appena 21 anni il periodico "Rivoluzione fascista", nel frattempo si laureo' in giurisprudenza e si stabilì a Roma.

Dal 1930 diresse il giornale "Lavoro fascista", sul quale pubblico' anche alcuni racconti di Moravia. Rappresentante dell'ala liberale del fascismo dal '31 al '36 fu condirettore con Giuseppe Bottai di "Critica fascista". Nel ' 36 inizio' la sua collaborazione col ministro della Cultura Popolare Dino Alfieri. E del famigerato Minculpop, che controllava la stampa con veline e sovvenzioni, divenne direttore generale. Fu poi segretario di Costanzo Ciano quando era presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni e lo convinse ad acquistare "Il telegrafo" di Livorno. Fu anche amico di suo figlio Galeazzo. Culturalmente fece parte di quel gruppo di intellettuali che raccoglieva Longanesi e Maccari. Mandato a dirigere "Il Mattino" di Napoli, per pochi mesi nel ' 42, chiamo' a collaborare alla terza pagina G.B. Angioletti, Giuseppe Ravegnani, Edilio Rusconi, Mario Stefanile, Giancarlo Vigorelli.

"Successivamente - racconta il figlio Leonardo - fu arrestato dai fascisti per non aver aderito alla Repubblica Sociale, ma riusci' a fuggire. All' arrivo degli inglesi, fu imprigionato in un campo di concentramento a Padula, in Calabria". Nel dopoguerra fondo' la "Gherardo Casini editore": la collana piu' importante fu quella dei "Grandi maestri", in cui pubblico' opere di Stendhal, Tolstoi, Kipling, Me' rime' e, Dostojevskij, Stevenson. Negli anni Settanta ebbero successo i tascabili "Libri del sabato".

Nel 1985 la casa fu venduta alla Fratelli Melita di La Spezia che ha mantenuto viva la collana dei classici. Ma - sottolinea ancora il figlio - Casini continuo' a occuparsi di editoria: stava preparando una grande iniziativa, e cioe' dieci volumi sulle regioni del Meridione d' Italia. Casini fu anche autore: tra le sue opere, il saggio "Mass media, strumenti del sistema" (1971) in cui riassume il senso della sua esperienza di giornalista e organizzatore culturale.