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Armando Carlini (Napoli, 1878 – Pisa, 1959) è stato un
filosofo e accademico italiano, fra i più illustri del suo
tempo. Negli anni trenta rivestì anche la carica di deputato
del Regno d'Italia.
Cenni biografici
Nato a Napoli, si laureò a Bologna prima in lettere, poi in
filosofia. Dopo aver insegnato prima italiano poi storia della
filosofia nei licei di molte città d'Italia (fra cui Foggia,
Cesena, Trani e Parma), fu chiamato nel 1917 presso
l'Università di Pisa per sostituire Giovanni Gentile, da poco
trasferitosi a Roma, prima come incaricato, poi come titolare della
cattedra di filosofia teoretica (1922). Alcuni anni più tardi
divenne rettore dell'Ateneo pisano (1927 - 1935). Eletto deputato
(1934 - 1939) fu ammesso, alla vigilia della seconda guerra mondiale
(1939), all'Accademia d'Italia, massimo riconoscimento otorgato
all'epoca dal regime fascista di cui egli fu fervente sostenitore.
Nel secondo dopoguerra, ritiratosi dalla vita pubblica e
dall'insegnamento si dedicò interamente agli studi filosofici
e religiosi e alla pubblicazione delle ultime creazioni.
Ottantunenne si spense a Pisa, sua città d'adozione.
L'opera e il pensiero
I primi passi[1]
Carlini iniziò a farsi conoscere, attorno al 1910, assumendo
la direzione, prima con Renato Serra, poi da solo, di una collana
edita da Laterza che inizialmente venne lanciata sotto il nome di
Testi di filosofia ad uso dei licei e ribattezzata successivamente
Piccola biblioteca filosofica. Ad introdurlo nella Laterza fu
Giovanni Gentile, conosciuto qualche anno prima dal Carlini, e
Benedetto Croce, all'epoca ancora in rapporti col filosofo di
Castelvetrano. La collana aveva scopi divulgativi, ma divenne presto
celebre per l'alto livello degli autori che collaborarono in vario
modo al suo interno, fra cui, oltre al Carlini, anche Armando Saitta
e lo stesso Giovanni Gentile. Oltre al lavoro di direzione e
coordinamento in qualità di direttore responsabile, il
filosofo napoletano pubblicò nel 1912, due saggi su
Aristotele (in realtà raccolte aristoteliche da lui curate,
commentate e tradotte) cui fece seguito uno studio su Giovanni Bovio
(1914) che destò l'interesse di non pochi studiosi e
l'approvazione di Giovanni Gentile, considerato dal Carlini suo
maestro indiscusso.
La maturità intellettuale[2]
Già da alcuni anni professore incaricato a Pisa, Carlini
pubblicò nel 1921 due ponderosi volumi che gli assicurarono
un posto di assoluto rilievo nel mondo accademico del tempo: La
filosofia di Giovanni Locke esaustivo studio sul pensiero del grande
filosofo britannico e soprattutto La vita dello spirito. In
quest'ultimo saggio si iniziò infatti chiaramente a delineare
il proprio pensiero: adesione alla dottrina idealista, vista come
sintesi fra il pensiero immanentista gentiliano (Gentile fu, fino
alla propria scomparsa, suo amico, oltre che maestro) e quello
crociano, soffusa però di luce cristiana che finirà,
col passare degli anni, per divenire preponderante ed imporsi sempre
più nettamente nelle speculazioni del Carlini.
Già nel 1934, con l'uscita de La religiosità dell'arte
e della filosofia Carlini si fece fautore di uno spiritualismo
cristiano che lo allontanava da Gentile e da Croce (che pur non si
professarono mai atei) avvicinandolo in qualche modo al Rosmini. Al
centro della propria visione filosofica c'è il pensiero
cattolico di matrice soprattutto agostiniana che si pone come
fondamento etico universale e chiave di interpretazione
dell'esistenza umana. Secondo il filosofo napoletano il
raggiungimento della verità cristiana, incentrata su
un'entità superiore che ci trascende, è però
raggiungibile solo soggettivamente, attraverso un ripensmento
costante irto di dubbi ed angosce. È dal dialogo che
riusciamo ad instaurare con noi stessi che possiamo scoprire Dio. Il
messaggio cristiano non ci viene pertanto dato attraverso una forma
di metafisica dogmatica, ma costituisce il punto di arrivo di un
percorso critico interiore, una conquista realizzabile solo
attraverso gli strumenti di una metafisica critica. La
centralità del cristianesimo nella teoria della conoscenza
sarà ripresa e ulteriormente sviluppata nel saggio Lineamenti
di una concezione realistica dello spirito umano, dato alle stampe
nel 1942 e, soprattutto, in Alla ricerca di me stesso, del 1951.
Comprensibile appare pertanto l'interesse che il Carlini
nutrì per l'esistenzialismo tedesco, che però si
espresse con una singolare preferenza verso Martin Heidegger, nelle
cui speculazioni trovarono ben poco posto le istanze religiose,
piuttosto che nei confronti del cristiano Karl Jaspers che su quelle
stesse istanze aveva strutturato il proprio pensiero. Nel 1952
Armando Carlini tradurrà dal tedesco, commenterà e
curerà l'edizione italiana de Il pensiero logico di Martin
Heidegger, e l'anno successivo, sempre dello stesso autore, Che
cos'è la metafisica?.
Nel 1957, un paio di anni prima della propria scomparsa, Carlini
volle rendere un ultimo e commosso omaggio a Giovanni Gentile con i
suoi Studi gentiliani, raccolta di scritti in massima parte
già pubblicati precedentemente, tesi a ricordarne la figura e
le affinità intellettuali che un tempo lo avevano legato al
grande filosofo siciliano.
Bibliografia
Opere (parziale)
La mente di Giovanni Bovio, Bari, Laterza, 1914
La filosofia di Giovanni Locke, Firenze,
Vallecchi, 1921
La vita dello spirito, Firenze, Vallecchi, 1921
La religione nella scuola, Firenze, Vallecchi,
1927
La religiosità dell'arte e della
filosofia, Firenze, Sansoni, 1934
Filosofia e religione nel pensiero Mussoliniano,
Roma, Quaderni dell'Ist. Naz. fdi Culura fascista (ser. 4; 5), 1934
Il mito del realismo, Firenze, Sansoni, 1936
Lineamenti di una concezione realistica dello
spirito umano, Roma, Perrella, 1942
Saggio sul pensiero filosofico e religioso del
Fascismo, Roma, Ist. Naz. di Cultura Fascista (Biblioteca I.N.C.F.;
2), 1942
Il problema di Cartesio, Bari, Laterza, 1948
Perché credo, Brescia, Morcelliana, 1950
Cattolicesimo e pensiero moderno, Brescia,
Morcelliana, 1953
Breve storia della filosofia, Firenze, Sansoni,
1957
Giovanni Gentile, la vita e il pensiero a cura
della Fondazione Giovanni Gentile per gli Studi filosofici, Vol.
VIII (Studi gentiliani), Firenze, Sansoni, 1957
Le ragioni della fede, Brescia, Morcelliana, 1959
Note
1. Cfr. a tale proposito il bel saggio di
Gabriele Turi, Giovanni Gentile, una biografia, Firenze, Giunti Ed.,
1994, pag. 182-185
2. Per approfondimenti cfr. Pietro Prini, La
filosofia cattolica italiana del 900, Parte IV (Cap. Carlini e
l'interiorità del trascendente) Roma - Bari, Editori Laterza,
1997 ISBN 978-88-420-4899-2