Capitolazioni

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Le Capitolazioni dell'Impero ottomano furono contratti conclusi tra l'Impero ottomano e varie Potenze europee. Le Capitolazioni turche, o ahdname, erano in genere atti giuridici bilaterali in cui trovavano acconcia sistemazione gli accordi intervenuti tra le parti contraenti, e non erano mere concessioni.

Le Capitolazioni ottomane costituivano contratti giuridici veri e propri per cui i Sultani ottomani accordavano diritti e privilegi agli Stati cristiani in favore dei loro sudditi presenti a diverso titolo sul territorio ottomano, come una sorta di estensione dei diritti e privilegi di cui avevano goduto quelle stesse Potenze europee all'epoca dell'Impero bizantino, poi conquistati dagli Ottomani.

Storia

La Francia aveva già firmato un primo trattato o Capitulations con il Sultanato mamelucco del Cairo nel 1500, durante il regno di Luigi XII, con il quale il Sultano d'Egitto faceva alcune concessioni ai francesi e ai catalani. Questo trattato venne confermato dall'Impero ottomano quando conquistò il Sultanato mamelucco nel 1517, a seguito della guerra ottomano-mamelucca.
Bozza del 1536 del Trattato o Capitolazione negoziato fra l'ambasciatore francese Jean de La Forêt e Ibrahim Pascià, pochi giorni prima del suo assassinio, espandendo all'intero Impero Ottomano i privilegi ricevuti in Egitto dai mamelucchi prima del 1518.

Francesco I fu il primo re di Francia che strinse un'alleanza con l'Impero Ottomano, portando all'alleanza franco-ottomana. A ciò fu sollecitato, non dallo spirito crociato, ma dal desiderio di rompere in Europa il potere dominante della Casa imperiale degli Asburgo d'Austria. Obbligando l'Austria ad usare le sue forze per la difesa contro i turchi in Oriente, sperava di indebolirla e metterla in condizione di non aumentare o mantenere il suo potere in Occidente.

Gli altri re francesi fino a Luigi XV seguirono la stessa politica, che, qualunque siano le critiche in merito, fu favorevole al cristianesimo nel Levante; difendendo gli interessi con zelo cristiano presso la Sublime porta, speravano di giustificare la loro alleanza con gli infedeli, che era una fonte di scandalo anche in Francia. Già nel 1528, Francesco I si era appellato a Solimano il Magnifico per ripristinare ai cristiani di Gerusalemme una chiesa, che i turchi avevano trasformato in moschea. Il Sultano si rifiutò sulla base del fatto che la sua religione non avrebbe permesso l'alterazione dell'uso di una moschea, ma promise di mantenere i cristiani in possesso di tutti gli altri luoghi occupati da loro e di difenderli contro ogni oppressione.

Tuttavia, la religione non fu oggetto di una convenzione formale tra la Francia e l'Impero Ottomano prima del 1604, quando Enrico IV di Francia ebbe assicurato da Ahmed I l'inserimento, nelle capitolazioni del 20 maggio, di due clausole relative alla protezione dei pellegrini e dei religiosi in carica della chiesa del Santo Sepolcro. Qui di seguito le clausole più rilevante del trattato:. "Articolo IV - Desideriamo e comandiamo che i sudditi di detto imperatore [sic] di Francia, e quelli dei principi che sono i suoi amici e alleati, possono essere liberi di visitare il Luoghi Santi di Gerusalemme, e nessuno deve cercare di impedirglielo né procurargli danno", "Articolo V. Inoltre, per l'onore e l'amicizia di questo imperatore, desideriamo che la vita religiosa a Gerusalemme e coloro che servono la chiesa di Comane [la resurrezione] possano abitare lì, andare e venire senza alcun impedimento, ed essere ben accolti, protetti, assistiti e aiutati in considerazione di quanto sopra". È interessante notare che gli stessi vantaggi erano previsti sia per i francesi che per gli amici e alleati della Francia, ma per questi ultimi in considerazione della raccomandazione della Francia.

La Capitolazione diede avvio alla ripresa dei commerci fra Venezia e l'impero Ottomano a seguito dell'intesa del 2 ottobre 1540, a seguito della Battaglia di Prevesa.

Il risultato di questa amicizia fu lo sviluppo delle missioni cattoliche, che iniziò a fiorire con l'assistenza di Enrico IV di Borbone e di suo figlio Luigi XIII di Francia e attraverso lo zelo dei missionari francesi. Prima della metà del XVII secolo, vari ordini religiosi (cappuccini, carmelitani, domenicani, francescani e gesuiti) inviarono, come cappellani degli ambasciatori e consoli francesi, loro rappresentanti nelle principali città ottomane (Costantinopoli, Alessandria, Smirne, Aleppo, Damasco, ecc), in Libano e nelle isole dell'Egeo. Essi si impegnarono a riunire i cattolici, ad istruirli e confermarli nella fede cattolica, aprirono scuole che erano aperte ai bambini di tutti i riti cristiani e si adoperarono per migliorare le condizioni dei cristiani nelle carceri turche e curare i malati.

Durante il regno di Luigi XIV, i missionari moltiplicarono ed estesero il campo delle loro attività. A seguito del suo sostegno, la tolleranza spesso precaria in cui si dibatteva l'esistenza delle missioni, fu riconosciuta ufficialmente nel 1673 quando, il 5 giugno, Mehmed IV non solo confermò le capitolazioni precedenti di garantire la sicurezza dei pellegrini e dei religiosi a guardia del Santo Sepolcro, ma sottoscrisse quattro nuovi articoli con i quali riconosceva tutti i benefici ai missionari. Il primo decretava in via generale "che tutti i vescovi e altri religiosi della setta latina (cfr. Millet) che sono sudditi francesi, qualunque sia la loro condizione, sono in tutto il nostro impero come sono stati fino ad ora, e possono svolgere le loro funzioni, e nessuno gli può arrecare danno o ostacolarli nelle loro attività"; gli altri assicuravano il tranquillo possesso delle loro chiese, esplicitamente ai gesuiti e cappuccini, e in generale "per i francesi a Smirne, Porto Said, Alessandria, e in tutte le altre porte dell'Impero Ottomano".

Il regno di Luigi XIV, segnò l'apogeo del protettorato francese sulle missioni in Oriente, non solo per i missionari latini di tutte le nazionalità, ma anche per i capi di tutte le comunità cattoliche, a prescindere dalla nazionalità o dal rito, che si appellavano al Grand Roi e alla protezione dei suoi ambasciatori e consoli presso la Sublime porta e i pascià, ottenendo protezione dai loro nemici. Anche se i missionari furono a volte in termini così amichevole con il clero non cattolico tanto da essere autorizzati a predicare nelle loro chiese, i rapporti tra le varie chiese cristiane erano di solito molto tesi. In diverse occasioni i patriarca greci e armeni non uniati, si dimostrarono dispiaciuti nel vedere una gran parte dei loro fedeli abbandonarli per i sacerdoti romani. Ciò convinse il governo turco, che con vari pretesti, decise di vietare tutte le forme di proselitismo da parte di questi ultimi, ma i rappresentanti di Luigi XIV operarono con successo contro questa cattiva volontà.

All'inizio del regno di Luigi XV la preponderanza dell'influenza francese nei confronti della Sublime porta si manifestò anche nella delega conferita ai francescani, che erano protetti dalla Francia, di riparare la cupola del Santo Sepolcro; ciò significò il riconoscimento del loro diritto di titolarità sul Santo Sepolcro come superiore rispetto alle richieste dei Greci e degli Armeni.

Nel 1723 i patriarchi orientali riuscirono ad ottenere dal Sultano un decreto che vieta ai loro sudditi cristiani di abbracciare la religione romana, e il divieto per i religiosi latini di avere qualsiasi contatto con greci, armeni e siriani con il pretesto di istruirli. La diplomazia francese cercò, a lungo invano, di ottenere la revoca di questa misura. Alla fine, come ricompensa per i servizi resi alla Turchia durante le sue guerre con la Russia e l'Austria (1736-1739), i francesi riuscirono nel 1740 ad ottenere il rinnovo delle capitolazioni, con aggiunte che esplicitamente confermarono il diritto del Protettorato francese, e almeno implicitamente garantivano la libertà di apostolato cattolico. Dagli ottantasette articoli del trattato firmato il 28 maggio 1740, il sultano Mahmud I dichiarò: "... I vescovi ed i soggetti religiosi dell'imperatore di Francia che vivono nel mio impero saranno protetti nell'esercizio del loro ufficio, e nessuno potrà loro impedire di praticare il proprio rito secondo il loro uso nelle chiese in loro possesso e negli altri posti in cui abitano; e, quando i nostri sudditi sono in rapporto con i francesi allo scopo di vendere, acquistare, e altre attività, nessuno può molestarli in violazione delle leggi sacre".

Nei successivi trattati tra la Francia e la Turchia, le capitolazioni non sono state ripetute alla lettera, ma sono ricordate e confermate (ad esempio nel 1802 e 1838). I vari regimi che succedettero alla monarchia di Luigi IX e di Luigi XIV, mantennero tutti i privilegi, e di fatto, il privilegio antico della Francia per la protezione dei missionari e delle comunità cristiane d'Oriente. La spedizione nel 1860 inviata dall'imperatore Napoleone III per fermare il massacro dei maroniti era in armonia con il ruolo antico della Francia, e sarebbe stata più importante se la sua opera di giustizia fosse stata più completa.

Status

Capitolazioni significava ciò che era stato organizzato sotto filoni distinti: la frase in turco-ottomano era ʿahd nameh, mentre un "trattato" era indicato come muʿahad. Quest'ultimo fatto, e il primo non fatto, significava un impegno reciproco.

Secondo le Capitolazioni ed i loro trattati di conferma, realizzati tra la Sublime porta e gli altri Stati, gli stranieri residenti in Turchia erano sottoposti alle leggi dei rispettivi paesi, cioè, i vari popoli non-musulmani potevano godere di una semi-autonomia per le questioni riguardanti il loro status personale.

Quindi, anche se le capitolazioni turche non erano di per sé dei trattati, a seguito delle successive conferme acquisirono la forza di lunga durata commerciale, invece che di carattere personale; la conversione da forma permissiva in diritti perfetti; questioni come il contrabbando e il commercio neutrale vennero espresse in termini definitivi.

Abolizione

Le capitolazioni vennero abolite dal Trattato di Losanna (1923), e specificatamente dall'articolo 28:

    Ognuna delle Alte Parti contraenti accetta, per quanto la riguarda, la completa abolizione delle Capitolazioni in Turchia sotto ogni aspetto.

Le Capitolazioni in Egitto ebbero termine nel 1949 con la stipula della Convenzione di Montreux sull'abolizione delle capitolazioni in Egitto del 1937.