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Luís Vaz de Camões (Lisbona, ca.
1524 – 10 giugno 1580) è considerato il principale poeta
portoghese. Per la sua padronanza della poesia, è stato
paragonato ad Omero, Virgilio, Dante e Shakespeare. Il suo lavoro
più noto è il racconto epico Os Lusíadas.
Biografia
Non si conoscono la data e il luogo esatti della nascita di
Camões. Si pensa che fosse nato tra il 1517 e il 1525,
probabilmente a Lisbona o Coimbra. Spesso si dice anche che fosse
nato ad Alenquer, ma ciò è dovuto a una errata
interpretazione di uno dei suoi sonetti, dove egli scrisse "[…] /
Criou-me Portugal na verde e cara / pátria minha Alenquer
[…]" (Mi generò il Portogallo nella verde / e cara patria
mia Alenquer). Questa frase isolata e la stesura del sonetto nella
prima persona singolare hanno portato molti a pensare che qui il
poeta parli di sé. Ma una lettura attenta e completa del
sonetto permette di concludere che i fatti qui citati non sono
associati alla vita di Camões. Camões scrisse il
sonetto per un'altra persona, probabilmente un suo conoscente,
morto a 25 anni, lontano dalla patria e sepolto in mare.
I genitori di Camões erano Simão Vaz de
Camões e Ana de Sá de Macedo. Per via paterna,
Camões era pronipote del trovatore gallego Vasco Pires de
Camões, e per via materna era imparentato con il navigatore
Vasco da Gama. Simão Vaz abbandonò suo figlio e sua
moglie per cercare fortuna in India, ma morì a Goa qualche
anno dopo. La madre in seguito si risposò.
Seguì gli studi, forse non troppo regolarmente, al Collegio
des Artes di Coimbra, dedicandosi alla filosofia ed alle lingue
classiche e moderne principalmente, ed anche, seppure con minore
impegno, alla geografia, alla storia ed all'astronomia. Non
risulta la presenza del poeta nei registri ufficiali delle
strutture scolastiche che egli frequentò, ma è certo
che fu educato dai Domenicani e dai Gesuiti grazie
all'interessamento di suo zio Bento de Camões, Priore del
Monastero di Santa Cruz e Rettore dell'Università di
Coimbra. In ogni caso, la cultura raffinata dei suoi scritti fa
pensare all'unica Università del Portogallo di quell'epoca
come luogo più probabile dei suoi studi.
Tra il 1542 e il 1545 Camões visse a Lisbona, interrompendo
gli studi per entrare nella corte di Giovanni III, conquistando
fama di poeta e grandi onori.
Legato alla casata del Conte di Linhares, Don Francisco de
Noronha, e forse precettore del figlio Don Antonio, si recò
a Ceuta nel 1549 e vi restò fino al 1551. Fu un'avventura
comune nella carriera militare dei due giovani, ricordata
nell'elegia 'Aquela que de amor descomedido'. Durante l'assedio,
perse la vista all'occhio destro per la 'fúria rara de
Marte', ma continuò a combattere.
Rientrato a Lisbona, riprese la vita bohémien. Si
innamorò perdutamente di una dama, Caterina de Athaide,
che, morta assai giovane, egli pianse per tutta la vita,
benché numerose altre passioni gli accendessero il cuore
negli anni successivi. Ebbe vari amori, non solo con le dame di
corte ma perfino con la sorella del re Manuel I.
A causa di alcune sue malignità sulla vita privata del re,
nel 1546 dovette lasciare la corte e ritirarsi a Ribatejo, dove
scrisse versi in cui parlava del suo perduto amore e diede inizio
alla sua opera immortale, Os Lusiadas (I Lusiadi).
Caduto in disgrazia, fu esiliato a Constância. Non esiste
però nessuna prova documentale che questo fatto sia
accaduto davvero. Il giorno del Corpus Domini del 1552, durante
una rissa, Camões ferì un certo Gonçalo
Borges. Imprigionato e poi liberato con decreto reale di perdono
del 7 marzo 1553, si imbarcò per le Indie sulla flotta di
Fernão Álvares Cabral, il 24 dello stesso mese.
Oriente
Nel 1555 arrivò a Goa, il centro più importante
dell'India portoghese, e per due anni corse il mare partecipando
ad alcune spedizioni. Il malcostume, la violenza, le
prevaricazioni dei suoi connazionali lo indussero a scrivere una
satira, Disparates na India (Pazzie in India), contro i
governatori portoghesi, la cui ultima parte forse non è
sua.
Il risentimento delle pubbliche autorità lo costrinse ad
allontanarsi da Goa per peregrinare in Cina, Cambogia e Macao fino
al 1559, anno in cui, dopo avventurose traversie, naufragi,
contrasti con i suoi connazionali, ritornò a Goa. Qui
restò fino al 1567. Non si sa cosa facesse; certo è
che il suo soggiorno fu sempre turbato da estrema povertà,
lotte, accuse, processi. Lasciata l'India in quell'anno, spinto
dal desiderio di rivedere la patria, non vi giunse che tre anni
più tardi, dopo essersi fermato in Mozambico, aver sofferto
malattie, disinganni e fallimenti d'ogni specie che gli piagarono
l'anima.
A Lisbona si occupò subito della pubblicazione del suo
grande poema. Il successo gli procurò una piccola pensione
da parte del giovane re Sebastiano, che gli consentì di
vivere alla meglio in mezzo alle amarezze che gli venivano dalle
sue personali disgrazie e da quelle della sua patria, la cui
potenza accennava a declinare.
Nel 1578 infatti il Portogallo subì una disastrosa
sconfitta nella Battaglia di Alcácer Quibir, in Marocco,
dove il re Sebastiano fu ucciso e l'esercito portoghese fu
distrutto. Le truppe spagnole erano alle porte di Lisbona quando
Camões scrisse al Capitano Generale di Lamego: "Tutti
vedranno che la mia patria mi fu così cara che fui contento
di morire non solo in essa ma con essa".
Camões morì nel giugno del 1580 all'età di 56
anni, colpito dalla peste che infieriva sulla città, e fu
seppellito poveramente nella chiesa del monastero di S. Anna di
Lisbona. Oggi è sepolto nella chiesa del Monastero di
Jerónimos, accanto a Vasco de Gama.
I Lusiadi
La sua fama imperitura è legata al poema Os Lusiadas, opera
in 10 canti di struttura classica. La stupenda fattura del verso,
la novità e la grandiosità della materia trattata,
la potenza e la semplicità dello stile fanno del poema uno
dei più grandi monumenti della letteratura di tutti i
tempi.
L'opera celebra le conquiste del Portogallo dall'Infante Don
Henrique fino all'unione dinastica con la Spagna nel 1580,
conquiste che segnano la transizione dal Medio Evo all'Età
Moderna. L'epopea narra la storia di Vasco de Gama e degli eroi
portoghesi che navigarono fino al Capo di Buona Speranza e da
lì aprirono una nuova rotta per l'India. È un'epopea
umanista, anche nelle sue contraddizioni, nell'associazione di
mitologia pagana a visione cristiana, nei sentimenti opposti sulla
guerra e sull'impero, nel gusto del riposo e nel progetto di
avventura, nell'apprezzamento del piacere e nelle esigenze di una
visione eroica.
Le opere liriche
Le opere liriche di Camões furono pubblicate come Rimas,
non essendoci accordo tra i diversi editori circa il numero di
sonetti scritti dal poeta e circa la paternità di alcuni
dei componimenti. Alcuni suoi sonetti, come il famoso Amor
é fogo que arde sem se ver, per l'uso audace dei paradossi,
preannunciano il Barocco.
Camões compose sonetti, liriche, odi, canzoni ed ancora il
Seleuco, operetta teatrale di carattere farsesco (quella che gli
valse il favore del re nel 1546), l'Amphytriões, commedia
al modo di Plauto, il Filodemo, commedia romanzesca, la Satira do
torneo ed altre.
Lo stile
È facile riconoscere nell'opera di Camões due stili
differenti e perfino opposti: uno, lo stile delle redondilhas
(composizioni in versi di 5 o 7 sillabe) e di alcuni sonetti,
nella tradizione del Cancioneiro Geral di Garcia de Resende; un
altro, lo stile di ispirazione latina o italiana di molti altri
sonetti e delle composizioni in endecasillabi maggiori.
Il primo, lo stile ingegnoso, come appare nel Cancioneiro Geral,
si manifesta soprattutto nelle composizioni costituite da motto e
risposta. Il poeta deve sviluppare un motivo dato e
nell'interpretazione di questo motto rivelava la sua sottigliezza
e la sua immaginazione, esattamente come facevano i predicatori
medioevali quando sviluppavano la frase biblica che serviva da
tema al sermone. Nello sviluppo del motto c'era una preoccupazione
di pseudo-rigore verbale, di precisione terminologica,
cosicché gli ingegnosi paradossi e le interpretazioni
fantasiose delle parole sembravano generare una specie di
operazione logica.
Le opere di Camões furono divise in opere liriche e opere
amorose. Tra le opere liriche, la più importante è
rappresentata da I Lusiadi.