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Georges Ernest Jean-Marie Boulanger (Rennes, 29 aprile 1837 –
Ixelles, 30 settembre 1891) è stato un generale e politico
francese.
Biografia
Nato a Rennes, Boulanger entrò nell'esercito nel 1856 e
prestò servizio in Algeria, Italia, Cocincina e nella guerra
franco-prussiana, guadagnandosi una buona reputazione. Venne
promosso generale di brigata nel 1880 e nel 1882 fu nominato
ispettore della Fanteria al Ministero della Guerra, cosa che gli
permise di farsi un nome come riformatore militare. Nel 1884 venne
assegnato al comando dell'armata che occupava Tunisi, ma venne
richiamato a causa delle differenze d'opinione con Pierre-Paul
Cambon, funzionario politico della città. Ritornato a Parigi
iniziò a prendere parte alla vita politica sotto l'egida di
Georges Clemenceau e del Partito Radicale. Nel gennaio 1886, quando
Freycinet venne portato al potere grazie al supporto del leader
radicale, a Boulanger venne affidato l'incarico di Ministro della
Guerra.
Fu al Ministero della Guerra che Boulanger ottenne notorietà.
Egli introdusse delle riforme a vantaggio dei soldati e si
appellò al desiderio francese di rivincita contro l'Impero
tedesco. Facendo ciò, finì per essere visto come
l'uomo destinato a portare avanti tale rivincita. Con la sconfitta
politica di Freycinet, nel dicembre 1886, venne confermato ministro
da René Goblet, ma fu costretto ad andarsene nel 1887 e in
seguito fu anche privato del suo comando nell'esercito, per via di
accuse di insubordinazione. A dimostrazione del fatto che è
difficile mettere a tacere una persona rispettata, Boulanger venne
prontamente eletto alla Camera, con un programma che chiedeva la
riforma della costituzione.
Alla Camera faceva parte della minoranza, e le sue azioni furono
dirette al mantenimento della sua immagine pubblica. Né il
suo fallimento come oratore, né la sua sconfitta in un duello
con Floquet, allora un anziano civile, ridussero l'entusiasmo del
suo seguito popolare. Durante il 1888 la sua personalità fu
la caratteristica dominante della politica francese, e quando
rassegnò il suo seggio come protesta contro il ricevimento
avuto alla Camera dalle sue proposte revisioniste, gli elettori
gareggiarono l'uno contro l'altro per sceglierlo come loro
rappresentante.
Il "movimento" Boulangista marciava a pieno ritmo. I bonapartisti si
erano collegati al generale, e anche il Conte di Parigi
incoraggiò i suoi seguaci ad appoggiarlo. Il suo nome era il
tema della canzone popolare C'est Boulanger qu'il nous faut.
Boulanger e il suo cavallo nero divennero gli idoli della
popolazione parigina e il generale venne invitato a correre per la
presidenza. Accettò.
L'ambizione personale di Boulanger gli alienò ben presto i
suoi supporter repubblicani, che vedevano in lui un potenziale
dittatore militare. Diversi monarchici comunque gli diedero supporto
finanziario, anche se Boulanger si vedeva come un futuro dittatore,
più che come un restauratore di re.
Nel gennaio 1889, un colpo di stato sembrava possibile, dato che
Boulanger era ormai divenuto una minaccia alla repubblica
parlamentare. Se si fosse messo immediatamente alla testa di una
rivolta avrebbe potuto effettuare il coup d'état su cui
avevano lavorato i cospiratori, e avrebbe potuto governare la
Francia, ma il momento propizio passò. Poco dopo il governo
francese emise nei suoi confronti un mandato di arresto per
tradimento. Tra lo stupore dei suoi amici, il 1º aprile
fuggì da Parigi prima che il mandato venisse eseguito,
andando prima a Bruxelles e poi a Londra.
Dopo la fuga, il supporto di cui godeva si ridusse, e i boulangisti
vennero sconfitti nelle elezioni generali del luglio 1889. Lo stesso
Boulanger, essendo stato processato e condannato in contumacia per
tradimento, andò a vivere nel Jersey, prima di tornare al
Cimitero di Ixelles, a Bruxelles, nel settembre 1891, per suicidarsi
con un colpo di pistola alla testa sulla tomba della sua amante,
Madame de Bonnemains (nata Marguerite Crouzet), che era morta nel
luglio precedente. Boulanger venne sepolto nello stesso cimitero.