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Mario Borsa (Regina Fittarezza, 23 marzo 1870 – Milano, 6 ottobre
1952) è stato un giornalista italiano, condirettore de Il
Secolo dal 1911 al 1918; direttore del Corriere d'Informazione tra
il 1945 e il 1946.
Biografia
Appartenente ad una famiglia di piccoli proprietari terrieri della
Bassa Lodigiana, studia al Liceo «Manzoni» di Milano. Ha
le prime esperienze nel giornalismo. Si iscrive alla Facoltà
di Lettere dell'Università di Milano, dove si laurea nel
1893. Successivamente entra come critico teatrale nel quotidiano
liberale moderato La Perseveranza.
Nel 1897 entra ne Il Secolo, allora il primo quotidiano italiano,
chiamato dal direttore Carlo Romussi. Riceve l'incarico di
«redattore viaggiante» (l'odierno inviato) in Europa.
Viaggia per il Vecchio continente: prima è in Danimarca, poi
in Svezia e Norvegia, poi si trasferisce a Londra. Si ferma nella
capitale britannica assumendo l'incarico di corrispondente. Comincia
a prendere coscienza di cos'è una democrazia liberale. Gli
anni londinesi saranno importanti per la sua maturazione
intellettuale.
Nel 1911 rientra al Secolo con l'incarico di caporedattore con
funzioni direttoriali, affiancando Edoardo Pantano. Valorizza la
Terza pagina del suo giornale chiamando a collaborare personaggi
come Luigi Capuana, Giovanni Bertacchi e Trilussa.
Durante la prima guerra mondiale viene mandato al fronte come
inviato di guerra; oltre che per il Secolo, scrive anche per
giornali inglesi e americani. Al termine del conflitto, Borsa torna
a Milano a rivestire il ruolo di inviato speciale. Dal 1919 è
corrispondente da Milano per il prestigioso quotidiano londinese The
Times (la collaborazione si protrarrà per vent'anni).
Nel 1922 Borsa festeggia i 25 anni di lavoro al Secolo. Quell'anno
Benito Mussolini prende il potere. All'ascesa del fascismo, Borsa si
schiera immediatamente contro il movimento. Ma nel luglio 1923 il
suo quotidiano viene fascistizzato, con l'insediamento di un nuovo
direttore vicino al regime. Dopo pochi mesi, Borsa lascia il
quotidiano. Continua ad essere presente nel mondo giornalistico come
membro dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti. Redige l'ordine
del giorno del Congresso Nazionale dell'associazione nel 1924. Firma
il «Manifesto degli intellettuali antifascisti»,
pubblicato il 1º maggio 1925 sul quotidiano romano Il Mondo.
Nel 1925 Borsa viene chiamato da Luigi Albertini al Corriere della
Sera, uno dei pochi quotidiani ancora indipendenti. Scrive
editoriali di politica estera, ma nel novembre dello stesso anno
Albertini è estromesso ed anche il grande quotidiano milanese
viene "normalizzato".
Borsa viene cancellato dagli organi professionali, insieme ad altri
centoventi colleghi. Escluso dai giornali, scrive il saggio
Libertà di stampa, un'opera in cui espone la sua concezione
di libertà di stampa e di libertà di espressione del
pensiero. Pagherà con la vigilanza speciale da parte della
polizia politica e con il carcere, che conoscerà due volte.
Nel 1940 è trasferito al carcere di Como, poi è
internato nel campo di concentramento di Istonio Marina, presso
Vasto, in Abruzzo.
Liberato dopo l'armistizio di Cassibile, si schiera con il Partito
d'Azione. Firma come direttore in pectore i. Il suo s'intitola.
Dopo la Liberazione viene scelto come nuovo direttore del Corriere
della Sera dal maggiore Michael Noble, responsabile del Comando
alleato per le pubblicazioni nel Nord Italia. Mario Borsa assume la
direzione nel maggio 1945.
Nel 1946, quando la famiglia Crespi rientra in possesso della
testata, emerge l'incompatibilità tra la proprietà e
la direzione. Borsa lascia l'incarico nell'agosto di quell'anno.
Successivamente pubblica i suoi editoriali sulle colonne de La
Stampa.
Ritiratosi a Barzio, paese della Valsassina, nei pressi di Lecco,
continua il suo lavoro di giornalista e scrittore.
Ha avuto tre figli, Itala (1902-2000), Giorgio (1912-2002) e Guido.
Giorgio Borsa è stato uno dei maggiori orientalisti italiani.
Pubblicazioni
Dal Montenegro. Lettere. Bergamo, Istituto
italiano d'arti grafiche, 1896
Verso il sole di mezzanotte. Note scandinave.
Milano, Fratelli Treves, 1899.
Il teatro inglese contemporaneo. Milano, Treves,
1906
Il giornalismo inglese. Milano, Treves, 1910.
Italia e Inghilterra. Milano, Società
editoriale italiana, 1916.
Sui campi di battaglia inglesi e in mezzo alla
grande flotta. Note e impressioni. Milano, Società editoriale
italiana, 1916.
Vita inglese della vigilia. Costumi, profili,
episodi. Milano, Società Editoriale Italiana, 1917.
La caccia nel milanese dalle origini ai giorni
nostri. Milano, Hoepli, (anni venti).
Il laborismo. Milano, Modernissima, 1924
(ripubblicato nel 1945).
MacDonald. Roma, A. F. Formiggini, 1924 (dedicato
a Ramsay MacDonald).
Il castello dei giornalisti. E altre storie
vissute. Milano, Treves, 1925.
La libertà di stampa. Milano, Corbaccio,
1925 (ripubblicato nel 1945).
Londra. Milano, G. Agnelli, 1929 (2 ed. 1939).
La tragica impresa di sir Roger Casement. Milano,
A. Mondadori, 1932 (dedicato a Roger Casement)
Maria Stuarda. 1542-1587. Milano, A. Mondadori,
1934
La fine di Carlo I. 1625-1649. Milano, A.
Mondadori, 1936
La colonizzazione del nuovo mondo. Milano,
Vallardi, 1944
Memorie di un redivivo . Milano-Roma, Rizzoli,
1945.
Carlo Cattaneo. Milano, Garzanti, 1945
La cascina sul Po. Storia semplice. Milano,
Libreria editrice milanese, 1945.
Gli inglesi e noi. Milano, Fasani, 1945.
Il matto. Romanzo. Milano, Baldini &
Castoldi, 1945.
L'ora che volge. Milano, Domus, 1946.
Shakespeare. Milano, Genio, 1947.
Goethe. Milano, Genio, 1948.
Un Manzoni alla buona. Milano, Vallardi, 1951.