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Giuseppe (fr. Joseph) Bonaparte re di Napoli poi re di Spagna.
Fratello (Corte, Corsica, 1768 - Firenze 1844) di Napoleone;
dapprima avvocato, e decisamente francofilo, lasciò la
Corsica dopo la vittoria di P. Paoli nel 1793, rifugiandosi in
Francia. Con le fortune del fratello ebbero inizio anche le sue:
chiamato in Italia, prese parte alle trattative per l'armistizio
di Cherasco (1796); fu poi inviato nella Corsica riconquistata con
importanti incarichi (1796), quindi eletto nel Consiglio dei
Cinquecento. Residente a Parma e poi ambasciatore a Roma (1797),
la rottura delle relazioni diplomatiche con la Curia lo fece
rientrare in Francia.
Dopo il colpo di stato del 18 brumaio divenne consigliere di
stato e tribuno, ed ebbe parte notevole nelle trattative che
condussero al trattato di amicizia di Montfontaine con gli Stati
Uniti, alla pace di Lunéville con l'Austria (1801), al
Concordato (1801), e alla pace d'Amiens con l'Inghilterra (1802).
Innalzato quindi ai più alti gradi civili e militari
dell'Impero napoleonico, nel 1806 G. era posto dal fratello sul
trono di Napoli; e i due anni del suo governo aprirono un'era di
grandi riforme, anzitutto per l'abolizione della feudalità.
Nominato quindi re di Spagna (7 luglio 1808), G. promulgò
una costituzione, ma dovette aprirsi la via con le armi: in
realtà, ad eccezione di qualche sparuto nucleo liberale,
tutto il paese gli fu avverso, compresi i più dei liberali,
anelanti all'indipendenza. Costretto ad abbandonare quasi subito
Madrid (ag. 1808), vi rientrava nel dicembre, e vi rimaneva fino
all'ag. 1812, quando la guerra, mai spentasi nella penisola, lo
cacciò nuovamente; ripresa la capitale nel novembre,
dovette abbandonarla definitivamente, dopo la sconfitta di
Vitoria, il 21 giugno 1813. Dietro ordine di Napoleone riconobbe
quindi Ferdinando VII come re di Spagna.
Comandante supremo della Guardia nazionale francese, diresse,
almeno di nome, la difesa di Parigi (1814). Rifugiatosi in
Svizzera dopo la prima abdicazione di Napoleone, fu ancora al
fianco del fratello durante i Cento giorni.
Andò poi negli Stati Uniti, donde si trasferì a
Londra (1832), e infine a Firenze (1841).