Bohème
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Il termine francese bohémien (diffuso anche nella forma
inglese Bohemian) fu usato per la prima volta nel XIX secolo per
descrivere lo stile di vita non tradizionale di artisti, scrittori,
musicisti e attori marginalizzati e impoveriti delle maggiori
città europee. I Bohémiens, o semplicemente
Bohème (anche se, più precisamente, quest'ultimo
termine indicherebbe lo stile di vita di tali artisti, mentre il
primo corrisponde effettivamente a coloro che lo praticano), sono
stati associati ad un punto di vista politico non ortodosso e privo
di affermazione sociale, che veniva spesso espresso attraverso
rapporti sessuali extramatrimoniali, frugalità e
"povertà volontaria". Nei paesi del Sud America erano,
solitamente, i figli delle più ricche famiglie della nazione
che tendevano a divenire poveri e dipendenti da alcool per copiare
fedelmente i loro ispiratori europei. Il termine emerse in Francia
nel XIX secolo, quando artisti e poeti iniziarono a concentrarsi nei
bassifondi e nelle classi minori del quartiere gitano. Era infatti
un'errata credenza popolare (soprattutto in Francia) che i gitani
provenissero dalla Boemia, una regione dell'attuale Repubblica Ceca:
da qui deriva il termine bohémien (letteralmente, appunto
"boemo").
Origini del termine e fonti
Durante la guerra dei trent'anni, nel 1621, dopo la sconfitta subita
dai Boemi nella battaglia della Montagna Bianca, i protestanti di
quel paese iniziarono ad essere perseguitati. Mentre la maggior
parte di questi aderì al cattolicesimo, coloro che non lo
vollero fare furono costretti ad emigrare. Un buon numero si
trasferì perciò in Francia, ove la tolleranza
religiosa era a quel tempo più ampia. Tra questi molti furono
gli studenti dell'Università di Praga, fondata nel 1348, e
che si trasferirono a frequentare la Sorbona a Parigi. Questi boemi
universitari portarono perciò nella capitale francese molti
dei loro usi, costumi e modi di vivere, che presto furono imitati da
altri studenti del quartiere della Sorbona. Con il passare dei
secoli fu dimenticata l'origine boema di quello stile di vita, ma
rimase la denominazione di Bohémien.
I letterati Bohème vennero associati, nell'immaginario
francese, con gitani vagabondi: persone al di fuori delle
convenzioni sociali e disinteressate dalla opinione altrui su
sé stessi. Nell'opera francese Carmen è presente il
primo riferimento ai Bohèmienne nei libretti di Meilhac e
Halévy (1875).
"Il termine Bohème è comunemente accettato nei nostri
giorni in riferimento ad alcuni tipi di letterati gitani, non
importa in che lingua essi parlino e in che città abbiano
dimora [...]. Un Bohème è semplicemente un artista o
un letterato che, consciamente o meno, secerne dalle arti
convenzionali." (Revisione del 1862 Westminister).
Il secondo grande riferimento, anche se non in ordine temporale, che
permise anche una grossa popolarizzazione del termine è
dovuto a Henry Murger nella sua collezione di storie brevi "Scene
della vita Bohème" pubblicato nel 1845. L'idea del Murger
formò culturalmente il tema principale della La Bohème
di Giacomo Puccini del 1896. A sua volta Puccini divenne la fonte di
ispirazione per Jonathan Larson che creò quindi il musical
Rent e successivamente un film riportante lo stesso nome. Lo
spettacolo musicale di Larson contiene una canzone, "La vie
Bohème" che celebra la cultura postmoderna bohemian. Nel
senso da noi studiato, in inglese il termine fu popolarizzato dal
romanzo Vanity Fair di William Makepeace Thackeray, pubblicato nel
1848, che offre una percezione dello stile di vita alternativo e
fuori da ogni regola sociale e morale. Il romanzo Bohemian Culture
Tribly di George du Maurier vuole, invece, narrare delle fortune di
tre Bohème, della loro modella irlandese e di due musicisti
dell'Est Europeo. L'azione sì svolge nel quartiere artistico
di Parigi.
Accademici e teorici sono stati lenti a definire il movimento
artistico Bohème come politicamente e socialmente avanguardia
non conformista. Il più serio studio di questo movimento
è stato fatto da Virginia Nicholson e si chiama Among the
Bohemians: Experiments in living 1900 1939 ed è del 2002. Il
suo lavoro analizza sistematicamente lo stile di vita boho (altro
diminutivo per indicare i bohèmian) di tutti i tipi di
artisti che facevano parte del movimento, quindi ne delinea una
serie di caratteristiche comuni che viaggiano attraverso i soldi,
l'amore e il sesso, l'educazione infantile, la bellezza, la
presentazione personale e i vestiti, la pulizia personale, i viaggi,
ecc.
Lo stile di vita
Bohémien è un termine che esula da qualunque
definizione di tipo ideologico o scolastico, tanto meno riguardo a
una moda o un genere di abbigliamento. Esso è infatti un
epiteto assegnato a quei poeti di genio che vivono la lacerazione
fra sé in quanto letterato e artista, e dunque individuo, e
la società, a causa dell’incomprensione da parte di
quest’ultima del valore della propria arte, con un conseguente e
spontaneo istinto alla provocazione, alla dissacrazione di valori
precostituiti e del buon senso, ad un atteggiamento
autoannichilente, distruttivo, e, ovviamente, asociale. La
società costituisce una prigione per il Bohémien: essa
avvilisce la fantasia, la volontà, l’immaginazione,
inghiottisce e oblia ogni scintilla nella superficialità e
nel vuoto; il risultato è un atteggiamento ribelle che si
pone in sistematica opposizione ad ogni valore e costume del buon
senso, unico modo per ritrovare una forma di libertà.
I tipi di Bohème secondo Murger
Ne "La vie Bohème" Murger descrive tre tipi di
Bohémien che spesso ha incontrato:
Sognatori Sconosciuti - Artisti amatoriali che non cercano la
pubblicità ma credono che essa arriverà per loro. Sono
poveri e spesso muoiono per questa condizione. Sono i Bohème
fino a qui descritti.
Amatori - Sono borghesi che decidono di diventare Bohème per
il divertimento di farlo. Spesso si annoiano e tornano ad essere
borghesi.
Bohèmian Ufficiali Famosi - Sono bohème giunti al
successo e grazie a questo sono divenuti ricchi. Nonostante
ciò essi rinunciano a tutto pur di poter continuare a vivere
nella loro frugalità e nel loro stile di vita stravagante.