Blum Léon

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Uomo politico francese (Parigi 1872 - Jouy-en-Josas 1950).

Funzionario dal 1895 al 1919 del Consiglio di stato, fu portato alla politica dagli ultimi sussulti dell'affare Dreyfus e dalla profonda influenza esercitata su di lui da J. Jaurès. Membro della SFIO dal 1905, il suo nome restò legato per varî anni soprattutto ai suoi successi di critico letterario (Les nouvelles conversations de Goethe avec Eckermann, 1901; Stendhal et le Beylisme, 1914) e di pubblicista (Du mariage, 1907; Lettres sur la réforme gouvernementale, 1917).

Deputato dal 1919, presidente del gruppo parlamentare socialista, nel congresso di Tours (dic. 1920) guidò la minoranza che si oppose all'adesione alla Terza internazionale (la maggioranza diede vita al PCF), mantenendo negli anni successivi un ruolo importante nei rapporti fra il gruppo parlamentare e la direzione del partito.

Fautore dal 1934 di un'alleanza fra tutte le forze di sinistra contro il pericolo fascista, dopo la vittoria elettorale del 1936 assunse la direzione del governo di fronte popolare (giugno 1936 - giugno 1937), introducendo una serie di riforme sociali, tra cui la settimana lavorativa di 40 ore. Arrestato dal governo di Vichy nel 1940, processato a Riom e successivamente deportato in Germania (è di questi anni il suo scritto A l'échelle humaine, pubblicato nel 1945), rientrò in Francia dopo la liberazione, riassumendo brevemente la presidenza del Consiglio nel governo di transizione (dic. 1946 - genn. 1947), che segnò l'avvento della Quarta Repubblica.]