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Rivoluzionario francese (Puget-Théniers, Nizza, 1805 -
Parigi 1881), fratello del precedente. Partecipò
all'attività della carboneria; poi collaborò al
Globe; ma dopo la rivoluzione del luglio 1830, legatosi con F.
Buonarroti, fu uno dei maggiori esponenti della società
degli Amis du peuple (1831), a base repubblicana e socialista, e
poi, nel 1833, della Società dei diritti dell'uomo, di
tendenza ormai comunista. B. fondò poi una
Société des familles. Non prese parte ai tumulti del
1834; ma nel 1839 tentò un colpo di mano per impadronirsi
del palazzo di giustizia e della prefettura di Parigi. Arrestato
dopo alcuni mesi, fu condannato a morte, ma la pena fu commutata
in quella dell'ergastolo.
Liberato nell'aprile 1847, partecipò ai moti del 15 maggio dell'anno successivo, fondando la Société répubblicaine centrale; arrestato, condannato a 10 anni di prigione, amnistiato nel 1859 e nuovamente condannato nel 1861, evase nel 1865, rifugiandosi a Ginevra e poi a Bruxelles; riapparve sulla scena nell'agosto del 1870 a Parigi.
Fu membro della Comune, e fu perciò condannato a vita, nel
1872. Fu graziato quasi alla vigilia della morte.
wikipedia
Rivoluzionario, attivista e politico francese, considerato uno
degli esponenti di spicco del socialismo utopistico, orientato
verso tendenze comuniste.
Biografia
Nacque da una famiglia benestante (il padre era prefetto) che gli
diede l'opportunità di studiare legge e medicina. Fervente
repubblicano, contribuì alla cacciata del re Carlo X di
Francia nel 1830, durante la Rivoluzione di luglio; aderì
poi alla Carboneria francese fondando gli Amis du peuple (1831)
poi la Société des droits de l'homme (1833) e in
seguito la Société des familles nella quale fu
trovata polvere pirica durante un'ispezione e Blanqui fu
condannato a due anni di carcere.
Era diventato nel frattempo socialista. Con l'amnistia del 1836
riuscì a tornare in attività e fondò la
Société des saisons con la quale, nel maggio del
1839, partecipò all'organizzazione di un'insurrezione che
gli costò la condanna a morte, commutata in ergastolo, da
cui però fu graziato nel 1847. Partecipò ai moti del
1848 in cui tentò un nuovo colpo di stato contro il re
Luigi Filippo. Aderì con Armand Barbès alla
Société républicaine, ma fu nuovamente
arrestato e condannato alla deportazione in Africa, da dove
tornò con l'amnistia del 1859 per essere nuovamente
arrestato nel 1861.
Stavolta riuscì a sottrarsi alla legge andando in esilio in
terra belga dove continuò incessantemente la propria azione
di propaganda politica, fondando i periodici "Candide" e "La
patrie en danger". Rientrato in Francia nel 1870, dopo la caduta
di Napoleone III e la sconfitta francese nella guerra
franco-prussiana, diresse per pochi giorni un governo provvisorio.
Membro della Comune di Parigi (elogiata anche da Karl Marx), nel
1872 il presidente Adolphe Thiers lo fece ancora arrestare e
condannare nel 1872 nuovamente all'ergastolo.
Fu amnistiato nel 1879 ormai vecchio e malato, a soli due anni
dalla scomparsa.
Dopo la sua ultima carcerazione, durata otto anni, Blanqui
pubblicò, nel biennio 1880-1881, il giornale "Ni Dieu ni
maître", potente organo di estrema sinistra, dal titolo
clamorosamente programmatico ("Né Dio né padrone")
tanto da diventare un motto di alcuni comunisti. La sua visione
politica avrebbe influenzato fortemente il pensiero operaio,
quello socialista e quello comunista dell'Ottocento, al cui
interno si sarebbe sviluppata una vera e propria corrente ispirata
al pensiero di Blanqui (ossia il blanquismo).
Uomo d'azione più che elaboratore di teorie, egli era
convinto che il proletariato potesse creare una società di
liberi e di uguali solo mediante un'insurrezione armata guidata da
una piccola minoranza ben organizzata e decisa ad imporre la
propria dittatura. Blanqui dedicò la sua intera esistenza a
questa causa, senza lasciarsi scoraggiare né dall'esilio
né dalle pene carcerarie cui fu ripetutamente condannato.
Opportuno ricordare che Blanqui fu sempre stimato e ripreso anche
da ambienti del Fascismo rivoluzionario, e da Mussolini stesso.
È necessario precisare infatti che proprio sulla testata de
"Il Popolo d'Italia", giornale fondato da Benito Mussolini, veniva
riportata la massima "Chi ha del ferro ha del pane", propria di
Blanqui.
Opere
L'Eternité par les astres
I temi e gli aspetti filosofici
Nell'opera L'Eternité par les astres Blanqui analizza la
possibilità dell'esistenza di dimensioni parallele infinite
che necessariamente portano all'idea di infiniti nostri doppi che
ripeteranno o varieranno i nostri gesti. Questi temi, che saranno
cari a Borges, o a Escher, per certi versi appartengono anche agli
aspetti più teorici della fantascienza. Lo stesso tipo di
riflessione però considerato nella diacronia e non nella
sincronia porta verso i concetti di eterno ritorno di Nietzsche.
«Ogni astro, qualunque astro esiste un numero infinito di
volte nel tempo e nello spazio, non in una soltanto delle sue
forme, ma così com' è in ognuno dei momenti della
sua esistenza, dalla nascita alla morte. E tutti gli esseri sparsi
sulla sua superficie, grandi e piccoli, vivi o inanimati,
condividono il privilegio di questa perennità. La terra
è uno degli astri. Ogni essere umano è dunque
eterno, in ognuno dei momenti della sua esistenza. Quello che io
ho scritto in questo momento nella mia cella , l' ho scritto e lo
scriverò per l' eternità, sullo stesso tavolo, con
la stessa penna, vestito degli stessi abiti, in circostanze
uguali. Tutte queste terre sprofondano, una dopo l' altra, nelle
fiamme che le rinnovano, per rinascere e sprofondare ancora,
scorrimento monotono di una clessidra che si gira e si svuota
eternamente da sola. »