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Umberto Benigni (Perugia, 30 marzo 1862 – Roma, 27 febbraio 1934) è
stato un presbitero cattolico e storico della Chiesa italiano. Si
distinse per l'organizzazione del Sodalitium Pianum, una rete di
informazione antimodernista attiva durante il pontificato di papa Pio X.
Biografia
Incaricato dell'insegnamento di storia della Chiesa dal 1885, un
anno dopo la sua ordinazione, Umberto Benigni si dedicò anche al
giornalismo, sebbene a livello locale, prima di divenire nel 1893
caporedattore del quotidiano nazionale cattolico L'Eco d'Italia, di
Genova. Nel 1895 in conflitto con l'arcivescovo di Genova si trasferì a
Roma, come assistente nella sezione di ricerca storica della Biblioteca
Apostolica Vaticana. Nel 1900 incominciò la collaborazione al giornale
La Voce della Verità, di cui divenne direttore nel 1901, lo stesso anno
in cui fu nominato professore di storia della Chiesa al Pontificio
seminario romano e al Pontificio Ateneo Sant'Apollinare.
Nel 1902, ottenne un incarico nella Curia romana, e nel 1906 fu
promosso sottosegretario della Congregazione per gli Affari
Ecclesiastici Straordinari, da cui deriva l'attuale Sezione dei
Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato della Santa Sede,
guidata dal cardinale segretario di Stato Rafael Merry del Val y
Zulueta, sostituito l'11 marzo 1911 da Eugenio Pacelli, il futuro papa
Pio XII.
Monsignor Benigni manifestò doti particolari per i suoi rapporti con
la stampa. Nel 1907 iniziò la pubblicazione di un bollettino
d'informazione quotidiana, La Corrispondenza di Roma, che dal 1909 al
1912 s'intitolò La Correspondance de Rome e nel 1913-1914 Cahiers de
Rome. Questa attività gli procurò influenza sul contenuto di
pubblicazioni in numerosi paesi.
Organizzò sfruttando questi contatti il Sodalitium Pianum, rete di
informazione che indagava su teologi e docenti sospettati di
modernismo. I sospetti venivano in seguito denunciati al Sant'Uffizio.
La sua influenza declinò sotto il pontificato di papa Benedetto XV,
che gli revocò la protezione concessagli dal suo predecessore.
Monsignor Benigni si avvicinò allora al fascismo (nel 1923 fondò
l'Intesa Romana di Difesa Sociale), che considerava un alleato in
chiave antimodernista e antiliberale. Avallò la tesi antisemita
dell'omicidio rituale ebraico nello scritto Meurtre rituel chez les
Juifs edito a Belgrado, 1926-1929 e tradotto in varie lingue.
Gli scritti e gli altri documenti che monsignor Benigni possedeva
alla sua morte sono raccolti in un fondo consultabile dell'Archivio
Segreto Vaticano.
La maggior parte degli storici della Chiesa contemporanei esprime un
giudizio negativo sulla sua attività. Pur riconoscendogli doti
d'intelligenza e d'organizzazione, ne critica l'antisemitismo, la
freddezza del carattere e il costume di spiare gli avversari
all'interno della Chiesa. Gli storici sono divisi nel valutare in quale
misura Pio X fosse al corrente della sua attività.
Fu avversario della massoneria, che pensò di combattere con la medesima arma del segreto per scoprirne i piani, prevenirli e controllarli..
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DBI
di Pietro Scoppola
Nato a Perugia il 30 marzo 1862, studiò nel seminario
perugino e ricevette gli ordini sacerdotali il 20 dic. 1884. Nel
1885 pubblicò in Perugia l'opuscolo Arabia primitiva e nel
1887, in due fascicoli, L'Africa biblica.
Dedicatosi al giornalismo, diresse fra il 1887 e il 1892 Il piccolo
monitore, poi divenuto Il monitore umbro, giornale cattolico locale,
e nel 1892 fondò, sempre a Perugia, La rassegna sociale, di
orientamento cristiano sociale, che durò sino alla fine del
1903
Redattore capo, a Genova, dell'Eco d'Italia dal maggio 1893 al
luglio 1895, passò successivamente a Roma come addetto alla
Biblioteca Vaticana. Fra il 1897 e il 1898 pubblicò lo studio
Die Getreidepolitik der Päpste, (Berlin) s.d., in difesa della
politica agraria dei papi e della Curia romana. Proseguiva intanto
l'attività giornalistica come redattore, poi direttore
(ottobre 1900-agosto 1904), della intransigente Voce della
verità; insegnò anche storia ecclesiastica prima al
Pontificio seminario romano (1901-1904), poi al Collegio urbano di
Propaganda Fide, al Seminario vaticano e, più tardi (dal
1909), storia ecclesiastica e stile diplomatico all'Accademia dei
nobili ecclesiastici. Pubblicò pure, in questo periodo, un
Historiae ecclesiasticae repertorium (Siena 1902), e, dal novembre
1902, diede Vita alla rivista Miscellanea di storia ecclesiastica,
che, nel maggio 1904, assunse il titolo di Miscellanea di storia
ecclesiastica e di teologia positiva, nel maggio 1905 quello di
Miscellanea di storia e di cultura ecclesiastica e cessò le
pubblicazioni nell'agosto 1907. Alla rivista è stata
attribuita l'introduzione per la prima volta (gennaio 1904), nella
pubblicistica, del termine "modernismo".
Frattanto la carriera ecclesiastica del B. si svolgeva rapida: nel
novembre 1902 era nominato membro della commissione
storico-liturgica istituita da Leone XIII presso la Congregazione
dei riti; nel novembre 1904 diveniva minutante alla Congregazione di
Propaganda Fide; nel maggio 1906 era nominato sottosegretario alla
Congregazione degli Affari ecclesiastici straordinari e il 28 ag.
1906 prelato domestico di S. Santità. Trasferita quindi la
sua abitazione in Vaticano, e addetto al servizio stampa della
Segreteria di Stato, iniziò il periodo più importante
e più denso della sua attività.
Il B., che negli anni del pontificato di Leone XIII aveva
manifestato orientamenti cristiano-sociali, pur nel quadro di una
impostazione intransigente, sotto il nuovo pontificato mise la sua
instancabile attività al servizio della corrente così
detta integrista, della quale diverrà uno dei maggiori
animatori, nella lotta contro ogni forma, vera o presunta, di
modernismo, contro la democrazia cristiana nelle sue varie
espressioni europee, contro ogni orientamento liberale nel mondo
cattolico. Favorì invece, specialmente in Francia, le
correnti nazionaliste e monarchiche, e in particolare il movimento
di Charles Maurras, l'Action française.
Al B. fu attribuita, senza fondamento, una qualche parte nella
redazione dell'enciclica di condanna dei modernismo, Pascendi
dominici gregis, dell'8 settembre 1907(A. Loisy, Mémoires,
Paris 1930-31, II, pp. 566, 569, 574; J. Rivière,
Quirédigea l'encyclique Pascendi?, in Bulletin de
littérature ecclésiastique, LXVI[1946], pp. 143-242).
Ma già prima della condanna pontificia era comparsa, per
iniziativa del B., nel maggio 1906 (dapprima ciclostilata, dal
maggio 1907 stampata), la quotidiana Corrispondenza romana, un
foglio rivolto essenzialmente a denunziare gli sviluppi,
l'infiltrazione e i pericoli delle correnti innovatrici. All'inizio
del 1908 il B. lasciò la sua abitazione in Vaticano per
stabilirsi in un appartamento al corso Umberto I (la così
detta Maison Saint Pierre), ove installò la redazione della
Corrispondenza romana, che dal 1° ottobre 1909 comparve in
edizione francese sotto il titolo di Correspondance de Rome, e la
sede centrale di una organizzazione da lui fondata, il Sodalizio S.
Pio V, detto più comunemente Sodalitium Pianum (o
Sapinière).
Fu, questa, una organizzazione segreta, anche se nota alla Curia,
guidata da Roma dal B. stesso, direttore generale, e da una "dieta"
formata da un segretario (sino al 1911 il sacerdote G. Verdesi,
passato poi ai metodisti, successivamente il padre G. Saubat), e da
alcuni assistenti (fra i quali i sacerdoti G. Brunner e G.
Falsacappa), articolata alla periferia in una serie di circoli
(Conferenze di S. Pietro, o Confiseries). I membri si impegnavano a
professare un cattolicesimo intransigente, papale, antimodemista e
antiliberale, e raccoglievano notizie sulle condizioni religiose dei
vari paesi, controllavano le manifestazioni di pensiero e l'operato
dei laici, del clero, di ogni organizzazione cattolica e dei vescovi
stessi, convogliavano verso Roma informazioni e denunzie.
Alla Correspondance altri fogli di identica ispirazione si unirono
nei vari paesi, più o meno direttamente affiliati
all'organizzazione segreta del Benigni.
Fra essi erano La critique du libéralisme, fondata il 15 ott.
1908 da E. Barbier (che fra il 1911 e il 1912 fu interdetta da
trenta vescovi francesi), La vigie, fondata il 5 dic. 1912
dall'abate P. Boulin (pseudonimo R. Duguet) a Parigi, La
correspondance catholique, fondata dall'avv. Jonckx a Gand, Die
Petrus Blätter di Treviri e la Liguria dei popolo, diretta da
don G. Boccardo. Dal gennaio 1912 funzionò anche una Agenzia
internazionale Roma, che raccoglieva le notizie giudicate troppo
forti per la Correspondance de Rome. Vi furono anche fogli a uso
interno dei soci dei sodalizio, come i bollettini Borromaeus e
Paulus, che avevano il compito di impartire direttive di azione. Per
la loro corrispondenza il B. e i suoi soci si valsero di un
linguaggio convenzionale o cifrato. Il B. si servì di
numerose firme (Secondo N. Fontaine [cfr. bibl.]: Ars, Charles,
Arles, Charlotte, Lotte, Kent, Jérôme, Ringer, Amie O.,
ecc.).
Quel tanto dell'attività del sodalizio che poté
trapelare e le campagne giornalistiche coordinate dei vari fogli
affiliati suscitarono, oltre che polemiche e proteste in ambienti
laici, specie in Francia in relazione alle discussioni sulla
separazione fra Chiesa e Stato, gravi riserve e obiezioni negli
ambienti cattolici e nella stessa Curia romana. Sta di fatto che nel
marzo 1911 il B., nominato protonotario apostolico partecipante,
lasciò il suo posto di sottosegretario agli Affari
ecclesiastici straordinari e che, nonostante le trattative avviate,
non ottenne mai un'approvazione canonica formale per il suo
sodalizio, anche se non mancarono autografi di lode da parte di Pio
X e una sovvenzione annua di lire mille. La Correspondance de Rome,
poi, che nel giugno 1911 il segretario di Stato, cardinale R. Merry
del Val, aveva qualificato, in una conversazione con un vescovo
tedesco, né ufficiale né ufficiosa come espressione
degli orientamenti della S. Sede, e che, nel luglio dello stesso
anno, era stata severamente biasimata dal nunzio apostolico di
Baviera, mons. A. Fruhwirth, cessò alla fine del 1912.
Più forte si fece l'opposizione al B. dopo la morte di Pio X.
All'inizio del 1914 mons. E.I. Mignot, arcivescovo di Albi, aveva
inviato al cardinal D. Ferrata, segretario di Stato di Benedetto XV
nei primi mesi del suo pontificato, una memoria nella quale era
apertamente denunziata e vivacemente stigmatizzata l'attività
del B. e dei suoi collaboratori, giudicata "opera nefasta
perché opera di divisione realizzata attraverso la
maldicenza, la calunnia, e una dimenticanza totale delle regole
elementari della carità cristiana" (la memoria, pubblicata
dal periodico Mouvement des idées et des faits fra il gennaio
e il maggio 1924, è riprodotta in appendice a N. Fontaine,
pp. 121-137). L'enciclica di Benedetto XV Ad beatissimi (1° nov.
1914) disapprovò l'uso dell'espressione "cattolici
integrali", e l'atteggiamento di coloro che, non autorizzati,
pretendevano di erigersi a maestri nella Chiesa.
Frattanto il sodalizio era stato sciolto il 22 ag. 1914, ma non era
cessata la sua attività, e fu ricostituito formalmente
nell'estate del 1915. All'indomani della guerra un'inattesa luce fu
gettata sull'organizzazione segreta del B. dalla pubblicazione di un
incartamento sequestrato a Gand, durante l'occupazione tedesca,
presso l'avv. Jonckx (Mémoire sur la Sapinière,
pubblicata dalla rivista Mouvement des idées et des faits,
marzo-maggio 1923, e ripubblicata da N. Fontaine, pp. 139-153). Il
24 nov. 1921 il sodalizio fu definitivamente sciolto. Ma non
cessò, ancora una volta, l'attività del B. che,
trasferitosi frattanto in via Arno, proseguì la campagna
integrista, specie in favore dell'Action française,
attraverso varie agenzie di stampa: l'agenzia Urbs e, dal 1923, il
C.V.D.S. (Comité "Veritas" de documentation sociale).
Nonostante questa complessa attività, che per molti aspetti
resta ancora da chiarire, il B. non abbandonò la sua opera di
studioso di storia della Chiesa e di scrittore: tra il 1907 e il
1933 comparve la sua Storia sociale della Chiesa (Milano, Vallardi);
nel 1920 aveva pubblicato frattanto le lezioni tenute all'Accademia
dei nobili ecclesiastici sotto il titolo Manuale di stile
diplomatico, specialmente ad uso del servizio ecclesiastico (Firenze
1920).
La Storia sociale della Chiesa, grossa opera di compilazione, di
scarso valore critico, doveva abbracciare, nel disegno primitivo
dell'autore, tutta la vita della Chiesa nei suoi rapporti esterni,
nelle sue relazioni cioè con la società e con la
civiltà umana. Dell'opera sono comparsi i primi cinque
volumi, in sette tomi: l'esposizione si estende dalle origini sino
all'inizio del secolo XIV. Nella prefazione al primo volume il B.
precisava la prospettiva e la finalità del suo lavoro:
distingueva fra il "regno" della Chiesa, formato dai cattolici, e
l'"impero" della Chiesa stessa, che riguarderebbe anche i non
cattolici, la società e la civiltà in genere, e
affermava che "per assecondare, rafforzare e diffondere la
restaurazione religiosa, spirituale della società,
cioè il regno della Chiesa, bisogna rafforzare e diffondere
la sua azione esterna, la sua vita sociale, il suo impero" (p.
XVII).
Così il B. indicava uno dei presupposti di fondo
dell'atteggiamento integrista: la considerazione prevalente
cioè, nella vita della Chiesa, per le istituzioni e per le
strutture rispetto allo spirito e ai valori interiori.
Il B. morì a Roma il 26 febbraio 1934.