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Archeologo italiano (Castelli 1842-Roma 1922). Fu autore di numerosi studi sulle necropoli dell'Agro Falisco, sui resti archeologici di Nemi e di Cremona. Fu anche uno degli organizzatori dell'Istituto di Antichità e Belle Arti, di cui fu direttore dal 1896 al 1900. Nel 1876 fondò le Notizie degli Scavi, edite dai Lincei, che diresse fino alla morte.
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DBI
di Francesco Pellati
Nacque a Castelli (Teramo) il 13 genn. 1842. COMpiuti i primi studi
nel collegio dei barnabiti di Teramo, passò alla Scuola
normale superiore di Pisa, dove si laureò in lettere nel
1865. Dal 1865 al 1875 egli insegnò lettere classiche al
liceo Vittorio Emanuele di Napoli, maturando intanto una profonda
passione per gli studi archeologici, particolarmente epigrafici e
topografici. Quando nel 1875 R. Bonghi, allora ministro della
Pubblica Istruzione, istituì la Direzione generale dei musei
e degli scavi - poi Direzione generale delle antichità e
belle arti - il B. vi fu chiamato come segretario del primo
direttore generale, Giuseppe Fiorelli, del quale fu amico carissimo
e al cui fianco restò fino alla morte di lui, avvenuta nel
1896, succedendogli poi fino al 1900. Molte iniziatìve prese
in questo periodo dalla Direzione dei musei e degli scavi sono
dovute all'Azione intelligente del Barnabei. Due di esse sono,
però, particolarmente opera sua: la creazione delle Notizie
degli scavi di antichità e la istituzione dei Musei nazionali
di antichità in Roma.
Sino al 1876 tutte le informazioni sugli scavi e sui ritrovamenti
archeologici in Italia apparivano quasi esclusivamente sul
Bullettino dell'instituto di corrispondenza archeologica, edito
dall'istituto archeologico germanico di Roma.
Fu il B. a realizzare nell'Anno 1876 quelle Notizie degli scavi di
antichità' edite a cura dell'Accademia dei Lincei, che
raggiunsero presto un posto dì primaria importanza fra le
pubblicazioni archeologiche nel mondo intero, che egli diresse fino
alla morte e in cui pubblicò moltissimi articoli.
Al fine poi che lo Stato italiano avesse in Roma propri musei
nazionali che potessero reggere degnamente il confronto con i musei
del Vaticano e del Campidoglio, il B. dedicò subito le
proprie energie e ottenne dall'Amn-ùnistrazione militare le
due grandi sedi delle Terme di Diocleziano, con l'Annesso chiostro
michelangiolesco, e la magnifica villa cinquecentesca di papa Giulio
III. Nella prima fece sorgere il Museo nazionale romano (1889),
destinato ad accogliere le opere d'Arte classica che continuamente
emergevano dal suolo di Roma e del Lazio. La seconda ospitò,
nello stesso anno, tutte le antichità protostoriche, falische
ed etrusche, che scavi e scoperte fortuite mettevano in luce in
tutto il territorio dell'etruria meridionale, alla destra del
Tevere. I due istituti assunsero subito vaste proporzioni. Presso il
Collegio Romano esisteva poi il piccolo Museo kircheriano,
già dei gesuiti, che raccoglieva manufatti emografici e della
più antìca preistoria. Avvalendosi dell'opera esperta
di Luigi Pigorini, il B. trasformò (1876) quel piccolo museo
in un grande istituto, che in seguito prese ìl nome del
Pigorini e che divenne di fama internazìonale.
Dopo aver lasciato la Direzione generale delle antichità e
belle arti, il B. fu noninato, nel 1907, consigliere di Stato, venne
eletto deputato al parlamento per cinque legislature, dalla XX alla
XXIV per i collegi di Teramo e di Atri, e fu anche per qualche tempo
presidente del Consiglio superiore delle antichità e belle
artì.
Il B. morì a Roma il 29 ott. 1922.
La vasta attività organizzativa non distolse il B. dai suoi
studi prediletti, e le sue pubblicazioni scientifiche, elencate
nella necrologia del Paribeni, ammontano a ben 152, di cui molte
contenute nelle Notizie degli scavi di antichità, che
pubblicano ininterrottamente i contributi epigrafici dei B. dal 1882
al 1922. Tra i lavori giovanili meritano di essere ricordati la
Relazione di un viaggio archeologico sulla via Salaria lungo il
corso del Vomano, in Giornale degli scavi di Pompei, n. s., 1
(1868), Coll. 76-83, e Gli scavi di Ercolano, in Atti della R.
Accad. dei Lincei, classe di scienze morali, S. 3, 11 (1877-78), pp.
751-768; tra i lavori posteriori devono essere segnalati: Di un
diploma militare scoperto nell'Alveo del Tevere presso il ponte
Palatino, in Monumenti antichi pubbl. a c. dell'Acc. Naz. d. Lincei,
I, 1 (1890), pp. 429-436; 1 commentarii dei ludi secolari augustei e
severiani scoperti in Roma sulla sponda del Tevere presso S.
Giovanni dei Fiorentini, ibid., 1, 3 (1891), pp. 6oi-6io; Della biga
greca arcaica scoperta in Monteleone presso Norcia in Sabina, in
Nuova Antologìa, 16 apr. 1904, pp. 643-658. Ma di particolare
importanza sono due opere. La prima riguarda le antichità del
territorio falisco esposte nel Museo Nazionale di Villa Giulia
illustrate dal B. in unione con G. F. Gamurrini, A. Cozza e A.
Pasqui in Monumenti antichi..., IV (I894), pp. 5 ss.: i contributi
particolari del B. riguardano i fittili, gli oggetti di ornamento
personale, le armi e gli altri strumenti del corredo funebre
deTimportantissima necropoli di Narce, dove, nella prima età
del ferro, si è diffusa la civiltà villanoviana. La
seconda opera di grande risonanza del B. è La villa pompeiana
di P. Fannio Sinistore scoperta presso Boscoreale. Relazione a S.
Ecc. il Ministro della Pubblica Istruzione, pubblicata a cura
dell'Accademia dei Lìncei, Roma 1901.
Dopo la morte del B. il suo copioso carteggio fu donato dalla figlia
alla Biblioteca Angelica di Roma dove tuttora si conserva.