Q 9 § 1
1 Michele Bianchi e Umberto Pasella, poi capi del sindacalismo
fascista, avevano diretto come anarco-sindacalisti le lotte agrarie
nel ferrarese, soprattutto dure tra il 1905 e il 1907. Furono
attribuiti in quel periodo agli anarco-sindacalisti (favorevoli alla
tattica dei boicottaggi) i numerosi incendi avvenuti in quel periodo
nelle campagne, ai danni dei raccolti e degli impianti di
coltivatori diretti e grandi proprietari ostili al movimento
bracciantile ed alle leghe. Da ciò la definizione di
«tattica del fiammifero». Vi accenna anche un
editoriale, non firmato, dell'«Unità» del 21
febbraio 1924 (Niente di nuovo): «Gli operai ed i contadini
irretiti e costretti nelle Corporazioni Sindacali non possono certo
trovare i loro interpreti nei commendatori che d'un balzo son
saltati al collaborazionismo dalla predicazione del sabotaggio delle
macchine e dei raccolti ; per quanto facciano non potranno mai
cancellare il ricordo, Michelino Bianchi della politica dello
zolfanello per ridurre alla ragione proletaria con l'incendio delle
messi, dei fienili e dei granai gli agrari riluttanti; e Edmondo
Rossoni dei discorsi vibranti che ancora nel 1913 lo hanno portato a
Milano sul banco degli imputati a rispondere dell'incitamento
dell'odio di classe in compagnia dell'anarchico Armando
Borghi».