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1 Di questo discorso del cardinale Francis Bourne Gramsci aveva
avuto notizia con ogni probabilità dal settimanale inglese
«The Manchester Guardian Weekly», che in questo periodo
leggeva abbastanza regolarmente in carcere: cfr LC, 400-1,421,455, e
istanza al capo del governo in Quaderno 2 (XXIV), pp. 160-62 (DQ).
Cfr il numero del 19 giugno 1931 di questo settimanale (vol. XXIV,
n. 25), dove nella rubrica *News of the week' (Catholics and
Politics) è riassunto, e in parte riportato, il discorso del
cardinale Bourne; vi si legge, tra l'altro: «La Chiesa
cattolica come tale, egli ha detto, non ha niente a che fare con
qualsiasi partito politico. Essa non ha mai enunciato un modello di
organizzazione politica. Nel Vangelo non vi è nulla che dica
ai credenti a quale partito politico essi dovrebbero
appartenere» (p. 484). In un'altra rubrica dello stesso
numero, The Week' (Catholics and Socialism), si legge anche il
seguente commento: «Il Cardinale Bourne in un discorso tenuto
giovedì ad Edimburgo ha fornito una rassicurante
interpretazione della recente enciclica del Papa. A suo giudizio non
vi sarebbe nulla in essa che impedisca ad un cattolico di aderire ad
un qualunque partito politico inglese. Per il Cardinale Bourne
evidentemente il partito laburista non è un partito
socialista, o quanto meno il suo socialismo non appartiene a quella
specie pericolosa che ricade sotto la condanna papale. La cosa non
è del tutto chiara in quanto i compendi dell'enciclica
pubblicati nel nostro paese sembrerebbero chiarire al di là
di ogni dubbio come anche la forma più moderata di socialismo
sia incompatibile con la fede di un sincero cattolico. L'evidente
contraddizione si spiega forse distinguendo tra la teoria e la
pratica del Labour Party. Stando ai fatti non vi è certo
nell'azione del Governo alcun segno di una volontà di
trasformazione radicale del mondo, e ciò che il Cardinale
Bourne intendeva probabilmente suggerire è che un cattolico,
muovendosi in ogni caso con cautela, potrebbe in linea generale dare
il proprio appoggio al Labour senza restare contaminato da quel
socialismo che senza dubbio si annida alle radici del movimento
laburista» (p. 481).