Q4 § 21

1 Cfr l'inizio del cap. VI del racconto di Tolstoj Morte d'Ivan Il'ic: «Vedeva chiaro, Ivan Il'ic, che stava morendo; ed era immerso in una disperazione senza tregua. Nel fondo dell'anima, Ivan Il'ic lo sapeva, che stava morendo; ma era una cosa questa, a cui non solo non si abituava, ma che non comprendeva, che non poteva a nessun patto comprendere. Quell'esempio di sillogismo, che aveva studiato nella logica del Kieseweter: "Caio è un uomo; gli uomini sono mortali; dunque Caio è mortale", gli era parso per tutta la vita, giustissimo quanto a Caio, ma non davvero quanto a se stesso. Quel Caio, si, era un uomo, un uomo e nulla più, e quindi la cosa non faceva una grinza; ma lui era, non già Caio, non già un uomo e nulla più, ma era ed era sempre stato un essere completamente a parte, completamente diverso da tutti gli altri» (Lev Tolstoj, Racconti, a cura di Agostino Villa, vol. III, Einaudi, Torino 1955, pp. 65-66). Il racconto Morte d'Ivan Il'ic era compreso in uno dei libri di Tolstoj che Gramsci aveva in carcere: Leone Tolstoj, La tempesta di neve ed altri racconti, trad. di Ada Prospero, Casa ed. «Madia», Torino 1928 [G. Ghilarza, C. carc.].