Q4 § 18
1 La citazione di Engels tra virgolette, ripresa da un testo
parafrasato nell'opera citata del Croce (p. 31) non è
testuale. In particolare l'espressione «lavoro tecnico
del pensiero» non è traduzione fedele del testo di
Engels. Cfr la traduzione italiana del testo originale in
Friedrich Engels, Antiduhring, 2ª ed. Editori Riuniti, Roma 1968,
pp. 13-14: «In ogni caso, la scienza della natura è
oggi cosi avanzata che non sfugge più alla sintesi
dialettica. Ma essa si renderà più agevole questo
processo, se non dimenticherà che i risultati, in cui sono
sintetizzate le sue esperienze, sono concetti; ma che l'arte
di operare con dei concetti non è innata e neppure
è acquisita con la coscienza comune di tutti i giorni, ma
richiede invece un pensiero reale [sondern wirkliches Denken
erfordert] e questo pensiero ha una lunga storia sperimentale;
né più e né meno dell'indagine naturalistica
sperimentale».
2 Cfr Croce, Saggio sullo Hegel cit., p. 136: «Passando dalla
estrema destra alla estrema sinistra, e indugiandoci per un
istante a uno scrittore che negli ultimi tempi è stato molto
divulgato e discusso anche in Italia, a Federico Engels (l'amico e
collaboratore di Carlo Marx), si può vedere com'egli
liquidasse la filosofia, risolvendola nelle scienze positive, e
salvandone solo "la dottrina del pensiero e delle sue leggi: la
logica formale (!) e la dialettica"». Per il testo engelsiano
ricordato dal Croce cfr Engels, Antiduhring, ed. cit., p. 28:
«Dal momento in cui si esige da ciascuna scienza particolare
che essa si renda conto della sua posizione nel nesso complessivo
delle cose e della conoscenza delle cose, ogni scienza particolare
che abbia per oggetto il nesso complessivo diventa superflua.
Ciò che quindi resta ancora in piedi, autonomamente, di
tutta quanta la filosofia che si è avuta sino ad ora è
la dottrina del pensiero e delle sue leggi, cioè la logica
formale e la dialettica. Tutto il resto si risolve nella scienza
positiva della natura e della storia».