Q3 §68

1 II libro di Guglielmo Ferrero, Fra i due mondi (Treves, Milano 1913) è citato alle pp. 371-72 dell'articolo di Etienne Fournol, di cui si parla subito dopo (cfr nota seguente); ma è probabile che questo libro fosse noto a Gramsci direttamente, insieme ad altre pubblicazioni dello stesso Ferrero, contro cui aveva avuto occasione spesso di polemizzare nella sua attività giornalistica. In particolare, in due articoli di 'Sotto la Mole', pubblicati sull'«Avanti!» del 19 luglio e del 9 agosto 1918, Gramsci aveva polemizzato con la contrapposizione del Ferrero, a cui si accenna nel testo, quantità e qualità: «Guglielmo Ferrero può essere contento: il governo si è messo sulla buona strada: incomincia il regno della qualità che deve sostituire il regno dell'aborrita quantità [...]. Le banche faranno credito solo agli aristocratici della produzione nazionale. Vedrete che qualità, che begli oggetti, che belle macchine, che belle rotaie, che bel commercio; i consumatori poveri forse preferirebbero avere merci a buon mercato e in abbondanza...» (SM, 420); «La democrazia italiana è fatta cosi. Guglielmo Ferrero scrive un libro per sostenere la qualità contro la quantità, cioè per sostenere il ritorno all'artigianato contro la produzione capitalistica, alla aristocrazia chiusa della produzione contro il regime della libera concorrenza che rovescia sui mercati i cumuli di merce a basso prezzo per i poveri» (SM, 431). Su questa contrapposizione «quantità-qualità» Gramsci ritorna più volte nei Quaderni.