Q 10 § 20

1 Cfr Benini, Su l'incidenza dell'interesse del capitale cit., pp. 449- 450: «A rigor di termini, fra l'attesa del lavoratore che teme il digiuno e l'attesa del capitalista che guarda i frutti futuri e intanto si sazia dei presenti, il divario non è trascurabile [..,]. Colui, adunque, che versa in condizioni di minori capacità di resistenza, cede la merce o il proprio lavoro per un prezzo inferiore a quello che avrebbe potuto ripromettersi, se si fosse trovato in condizioni tali di fronte all'avversario in contratto. Allora le cose avvengono come se una certa porzione della merce o dell'opera da lui offerta fosse ceduta gratuitamente all'altro, al dominante. La deficienza di patrimonio riassume in sé tutte le sfavorevoli condizioni dei lavoratori, come quella del loro trovarsi, quanto a numero fuor delle proporzioni definite coi mezzi tecnici del momento, o quella dell'aver a carico molti figli, i quali costituiscono l'offerta di braccia del domani. Inoltre, col diminuire del patrimonio scema l'istruzione, si restringe l'ambito delle relazioni sociali etc, tutte cause di inferiorità che si scontano nel prezzo umile del lavoro».

2 L'affermazione di Engels è nella prefazione al III volume del Capitale; cfr Karl Marx, Il Capitale, Libro III, Editori Riuniti, Roma 19634, p. 17: «Non occorre un eccessivo sforzo per vedere che tale spiegazione del profitto del capitale svolta in termini di "economia volgare" sfocia praticamente negli stessi risultati della teoria del plusvalore di Marx : che secondo la tesi di Lexis gli operai si trovano esattamente nella stessa "sfavorevole situazione" postulata da Marx; che essi sono altrettanto defraudati, giacché non è dato loro ciò che è concesso al non lavoratore, di vendere al di sopra del prezzo; e che sulla base di siffatta teoria si può costruire un socialismo volgare per lo meno altrettanto plausibile di quello edificato qui in Inghilterra sulla base della teoria del valore d'uso e dell'utilità marginale di Jevons e Menger. Giungo perfino a supporre che se il signor George Bernard Shaw venisse a conoscenza di simile teoria del profitto, sarebbe capace di ghermirla a due mani e, congedando Jevons e Karl Menger, riedificare su quella pietra la chiesa fabiana dell'avvenire. In realtà la teoria di Lexis non è che una trascrizione di quella marxistica».