Comte, August

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 Filosofo e sociologo francese (Montpellier 1798 - Parigi 1857).

Fondatore del positivismo, C. vide nella fase successiva alla Rivoluzione francese – come già aveva visto Hegel – un’epoca di crisi, incapace di dare vita a un nuovo ordine morale, sociale e politico. E come il pensatore tedesco (anche se in modo diverso, volgendosi cioè non alla ragione speculativa, ma al paradigma della scienza moderna) cercò di elaborare una nuova sintesi filosofica, che preparasse l’avvento di un’«epoca organica». Spinto da questa tensione verso una sintesi unitaria, C. finì per trasformare il suo iniziale positivismo sociale in una vera e propria religione, di cui fissò le credenze (l’Umanità come ‘Grande Essere’ al posto di Dio), le massime morali ispirate all’altruismo, i sacramenti e persino il calendario.

La vicenda personale.

Allievo dell’École Polytechnique di Parigi, a 19 anni divenne discepolo e collaboratore di Saint-Simon. La pubblicazione del Plan des travaux scientifiques nécessaires pour réorganiser la société (1822; trad. it. Piano dei lavori scientifici necessari per riorganizzare la società) suscitò l’interesse di politici (come Guizot) e studiosi, ma determinò la rottura con il maestro. Dopo aver superato una grave crisi nervosa (1826-27), che lo portò a tentare il suicidio, iniziò a scrivere il Cours de philosophie positive (6 voll., 1830-42; trad. it. Corso di filosofia positiva). Le sue idee innovative gli stroncarono la carriera accademica: la sua attività proseguì grazie agli aiuti di ammiratori e seguaci.

Nel 1845 ebbe una seconda grave crisi nervosa; in quello stesso anno si legò a Clotilde de Vaux, che – morta nel 1846 – divenne l’ispiratrice della fase religioso-umanitaria del suo pensiero. Tra il 1851 (anno in cui si schierò a favore del colpo di Stato di Luigi Napoleone) e il 1854 pubblicò il Système de politique positive ou Traité de sociologie instituant la religion de l’humanité (4 voll.; trad. it. Sistema di filosofia positiva o trattato di sociologia che istituisce la religione dell’umanità), e successivamente il Catéchisme positiviste ou sommaire exposition de la religion universelle (1852; trad. it. Catechismo positivista) e il Calendrier positiviste (1849-60; trad. it. Calendario positivista). L’indirizzo misticheggiante dell’ultimo C. venne rifiutato da molti suoi discepoli, ma il suo pensiero continuò a esercitare una grande influenza in Francia, Inghilterra e America Latina.

Legge dei tre stadi e classificazione delle scienze.

C. considera suo grande merito la scoperta della «legge dei tre stadi» (teologico, metafisico, positivo), che rappresenta la legge evolutiva propria dell’umanità. Nello stadio teologico, caratterizzato dall’immaginazione, l’uomo aspira alla conoscenza assoluta e individua le cause dei fenomeni in enti­tà soprannaturali antropomorficamente concepite (dapprima nella forma rozza del feticismo, poi nelle divinità del politeismo, infine nel Dio monoteistico); nel successivo stadio metafisico, caratterizzato da un atteggiamento critico-distruttivo, tali entità soprannaturali vengono sostituite da entità astratte (essenze, forze occulte o vitali, principi astratti); infine, nello stadio scientifico l’uomo rinuncia al sapere assoluto – cioè alla ricerca delle essenze e delle cause ultime – e si limita a cercare, attraverso l’osservazione e il ragionamento, le leggi effettive dei fenomeni.

La legge dei tre stadi non ha tuttavia soltanto un valore cronologico (cioè quello di una successione rilevata empiricamente); essa ha per C. anche un valore logico, perché individua il processo necessario che si compie nello spirito umano, a livello individuale e a livello collettivo, nella sfera socio-politica e in quella intellettuale. Sulla base di tale legge C. mette a punto la classificazione delle scienze, che sono giunte allo stadio positivo in tempi diversi, a seconda della generalità, semplicità e astrattezza dell’oggetto indagato.

Astronomia, fisica e chimica sono giunte allo stadio positivo, rispettivamente con Keplero, Galilei e Lavoisier, e fanno parte della fisica inorganica, che studia i «corpi bruti»; la fisica organica, invece, studia i «corpi organizzati» e di essa fanno parte la biologia, divenuta positiva all’inizio del 19° sec., e la fisica sociale o sociologia, di cui C. conia il nome e di cui si presenta come il fondatore.

Sociologia e società organica.

La grande missione di cui C. si sente investito è portare la socio-logia allo stadio positivo: così verrà portato acompimento il sistema delle idee positive e si getteranno le basi per la soluzione scientifica del problema politico. La sociologia, come la biologia, sarà articolata in una statica e in una dinamica: la prima studierà l’anatomia del corpo sociale, individuando le condizioni del suo ordine; la seconda ne studierà la fisiologia, ossia le leggi del suo movimento, individuando le condizioni del suo progresso.

Ordine e progresso si sorreggono, secondo C., a vicenda e soltanto la loro integrazione reciproca rende possibile la vita sociale, al contrario di quanto pensano reazionari e rivoluzionari. Il permanente conflitto tra questi ultimi è un esempio di residuo teologico-metafisico: incapaci di analizzare positivamente la società, gli uni sostengono dogmaticamente il principio dell’ordine, illudendosi di riportare in vita un ordine socio-politico ormai morto, e gli altri il principio del progresso, assolutizzando i principi della libertà (anteponendo cioè il caos delle opinioni individuali alle certezze della scienza e il singolo all’organismo sociale di cui è parte integrante) e dell’eguaglianza (dimenticando che ogni società necessita di una gerarchia e di una divisione del lavoro, che si fondano sulla diversità dei talenti e delle competenze).

La direzione della società industriale dovrà essere affidata agli scienziati positivi e agli imprenditori: il sapere sociologico consentirà, come in tutte le scienze, la previsione dei fenomeni e questa, a sua volta, permetterà di intervenire su di essi in modo non velleitario, ma scientifico. Ma poiché la società moderna è una società industriale – caratterizzata dall’estrema parcellizzazione del lavoro, dall’anarchia produttiva e dalla conflittuali­tà – dovrà svilupparsi in essa un nuovo potere spirituale, il cui compito sarà quello di elaborare credenze condivise che alimentino la coesione sociale e garantiscano, su base consensuale, il rispetto dell’ordine e della gerarchia: a tale missione – analoga a quella svolta dal clero durante il Medioevo – sono chiamati i filosofi positivisti, che dovranno diffondere nel popolo il sapere scientifico, il senso del dovere e dell’armonia sociale.

All’epoca dei diritti, tendenzialmente dissolutori del legame sociale, subentrerà quella dei doveri: ognuno, afferma C., ha dei doveri verso tutti, mentre «nessuno ha alcun diritto in senso proprio. Le giuste garanzie individuali risultano solamente da questa reciprocità universale di obblighi».

In questo quadro la proprietà privata non è un diritto di cui si possa usare e abusare, come affermano i liberali, né un privilegio da abolire, come sostengono i socialisti, ma una funzione sociale subordinata all’interesse generale.

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Considerato per alcuni aspetti il fondatore del positivismo, frequentò in gioventù il Politecnico di Parigi senza completarvi gli studi. Animato da una profonda curiosità intellettuale, si occupò di questioni scientifiche e filosofiche ed esercitò per qualche tempo le funzioni di segretario di Saint-Simon. Nel 1832 intraprese la carriera d'insegnante presso la Scuola Politecnica, ma la pubblicazione del Cours de philosophie positive (1832-42; Corso di filosofia positiva) – con le polemiche che ne seguirono – gli costò l'incarico, costringendolo a una condizione lavorativa precaria e alla dipendenza dalla generosità di amici e ammiratori.

Nei primi anni Cinquanta diede alle stampe il Système de politique positive ou traité de sociologie (1851-54; Sistema di politica positiva) e il Catéchisme positiviste (1852; Catechismo positivista), in cui formula la legge dei tre stadi e un originale modello di riclassificazione delle scienze.

È così Comte a sviluppare per primo – nel quadro di un approccio rigorosamente e rigidamente sistematico – il concetto di sociologia come nuova scienza della società e approdo logico del processo di emancipazione della conoscenza scientifica, che procede dalle discipline astratte a quelle via via più complesse, concrete e determinabili in relazione alla condizione umana. Questo progetto grandioso e ambizioso – che muove dalla matematica per toccare l'astronomia, la fisica, la chimica, la biologia e la sociologia, escludendo tutte le discipline non passibili di produrre risultati verificabili e “oggettivi” – è peraltro attraversato da una vena di misticismo e di moralismo che finisce per rappresentare la sociologia come una sorta di nuova religione dell'umanità, di cui l'intellettuale-sociologo è il sacerdote. Questa religiosità laica – forse ispirata anche dalla frequentazione con Clotilde de Vaux – è alla base della linea di sviluppo dell'umanità che procede dalla fase teologica a quella metafisica, per trovare compimento in quella positiva.

È questa la legge comtiana dei tre stadi, rielaborazione di impronta scientistica di vecchie concezioni cicliche ed evoluzionistiche della storia, qui riscattate in nome dell'idea positivistica di progresso.

Il primo stadio è connotato dall'idea di una diretta e costante presenza del sovrannaturale nell'ordine dei fenomeni naturali e degli eventi storici. Prevalgono l'ordine monarchico-aristocratico, il potere militare e le culture politiche dell'assolutismo, inteso come espressione di una volontà divina.

Lo stadio metafisico si accompagna, invece, alla ricerca delle cause invisibili dei fenomeni, producendo insieme la scienza moderna e un ordine politico fondato sull'identità di cultura e di sangue (nazionalismo).

Solo con l'avvento della società e della civiltà industriale, però, l'umanità può affrancarsi dalle eredità della tradizione e della superstizione, per volgersi allo studio delle cause ultime e all'affermazione della nozione di scienza positiva. Scienza che, da un lato, si caratterizza come individuazione dei nessi e delle sequenze sistematiche operanti dietro l'apparente casualità dei fenomeni naturali, mentre – dall'altro – consente all'umanità liberata dalle tenebre della pseudo-scienza metafisica di assicurarsi il controllo e il dominio razionale sulle energie primarie.

La fisica sociale (o sociologia) eredita la funzione di organizzazione del sapere propria della filosofia, ma – coerentemente con la prospettiva evoluzionistica che ispira l'idea di progresso comtiana – ne fa qualcosa di più compiuto e sistematico, studiando tanto l'ordine sociale (con la statica) quanto il mutamento (con la dinamica).

Il tutto nella cornice di una visione mistica che si accentua con gli anni, portando Comte a pontificare sulla nuova religione dell'Umanità, sul culto del Grande Essere, su un nuovo martirologio profano, sino alle soglie della costruzione di un vero e proprio movimento esoterico.

Un approdo intellettuale sconcertante, che non può però cancellare la grande intuizione di Comte, che per primo coglie l'importanza sociale della scienza, descrivendo l'incipiente società industriale come realtà dominata dal calcolo, dalla razionalità tecnica, dalla cultura degli specialismi professionali e dal continuo processo di trasformazione delle strutture e delle relazioni fra gli uomini.

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Discepolo di Henri de Saint-Simon, è generalmente considerato l'iniziatore del positivismo. Comte coniò il termine "fisica sociale" per indicare un nuovo campo di studi. Questa definizione era però utilizzata anche da alcuni altri intellettuali suoi rivali e così, per differenziare la propria disciplina, inventò la parola sociologia. Comte considerava questo campo disciplinare come un possibile terreno di produzione di conoscenza sociale basata su prove scientifiche. Volendo sbarazzarsi della metafisica, esalta quasi religiosamente la conoscenza scientifica che mira a osservare per conoscere senza apriorismi. Si richiama comunque a Kant e Leibniz affermando che nell'uomo esistono disposizioni mentali spontanee.

Il libro che secondo la maggior parte degli storici segna l'inizio del Periodo positivista è il Corso di Filosofia Positiva. Negli ultimi anni Comte fondò una sorta di religione atea e scientifica, la Chiesa Positivista.

Vita

Auguste Comte nasce a Montpellier nel 1798 da famiglia di sentimenti cattolici e monarchici. Nel 1814 entra all'Ecole polytecnique di Parigi e nel 1817 incontra il filosofo socialista Saint-Simon di cui divenne segretario e con il quale collaborò per sette anni. Nel 1822 pubblica Il piano dei lavori scientifici necessari per riorganizzare la società, dopo due anni romperà la collaborazione con Saint-Simon e successivamente nel 1826 inizia nella propria abitazione un corso di filosofia, sospeso per un disagio psicologico (depressione) - causato dai tradimenti della moglie, l'ex prostituta Caroline Massin - che lo tormenterà tutta la vita, inducendolo a tentare il suicidio (si gettò nella Senna ma fu ripescato da una guardia reale).

L'opera più celebre di Comte Corso di Filosofia positiva appare nel 1830, è il primo di sei volumi, i cui cinque volumi successivi verranno pubblicati tra il 1835 e il 1842. Nonostante il successo ottenuto dalla pubblicazione del primo volume, Comte, non ottiene nessun riconoscimento accademico. Nel 1844 propone in occasione di un corso di astronomia popolare, una delle migliori sintesi del suo pensiero Il Discorso sullo spirito positivo, ma nello stesso anno perderà il posto di esaminatore riuscendo a vivere a stento grazie ai sussidi ottenuti da amici e discepoli.

Dopo il fallimento del matrimonio, conosce Clothilde de Vaux, giovane sorella di un suo allievo, di cui si innamora, ma che morirà pochi mesi dopo; la vicenda accentuò il suo disagio psichico e ne influenzò il pensiero in senso mistico-religioso, senza che Comte tornasse alla religione tradizionale: nacque così la filosofia scientista del Catechismo positivista.

Il filosofo tornò a vivere con la madre Rosalie Boyer, e adottò la sua domestica Sophie.

Comte morì a 59 anni nel 1857, a causa di un'emorragia interna, lasciando incompiuta l'opera: Sistema soggettivo o sistema universale delle concezioni proprie dello stato normale dell'Umanità.

Pensiero

La legge dei tre stadi filosofici

Nell'opera del 1824 Piano dei lavori scientifici necessari per riorganizzare la società Comte aveva formulato la legge dei tre stadi che riprenderà poi nel Corso di filosofia positiva. Comte considerava la sociologia come l'ultimo risultato di uno sviluppo di scienze, quali la biologia, la chimica, la fisica. Egli credeva che lo studio di tale disciplina avrebbe portato l'umanità ad uno stato di benessere, dato dalla comprensione e dalla conseguente capacità di controllo del comportamento umano.

Comte si concentrò in particolare sul tentativo di ricostruzione della società francese, all'indomani degli sconvolgimenti provocati dalla Rivoluzione Francese. Per questo motivo mise a punto una teoria sull'evoluzione della società nella storia, che è anche evoluzione del pensiero, delle facoltà dell'uomo e della sua organizzazione di vita: con la legge dei tre stadi Comte prefigurava l'avvento dell'era positiva in cui la scienza avrebbe avuto un posto centrale nella vita degli uomini. La legge è articolata in tre fasi (ispirate alle tre età - degli dei, degli eroi, degli uomini - esposte dal Vico nella Scienza nuova) che riguardano sia lo sviluppo dell'individuo che quello dell'umanità intera:

Quindi lo spirito positivo rigetta la ricerca del «perché ultimo» delle cose per considerare i fatti, «le loro leggi effettive, cioè le loro relazioni immutabili di successione e somiglianza» (Corso, I). Il ricorso ai fatti, alla sperimentazione, alla prova della realtà, è ciò che ci permette di uscire dai discorsi speculativi e dalla ricerca dell'assoluto, accettando i limiti connaturati alla ragione e quindi la relatività della conoscenza. È il primo principio del positivismo. Allorché lo spirito metafisico ricorre a dei concetti eterni e universali che non sottomette alla realtà, lo spirito positivo confronta le ipotesi al mondo reale. Questo stato è quello ancora da realizzare e a cui tendere, regolato da leggi universali e costanti e con una società industriale organizzata razionalmente, in cui il potere spirituale è nelle mani di scienziati e tecnocrati, mentre quello temporale nelle mani degli industriali.

Il fatto descritto da Comte venne letto in due modi, il primo (prevalente), lo identifica come dato della scienza, quindi come certezza indipendente da ogni trasformazione umana (determinismo); un'altra lettura, più critica, preferì guardare ad esso in termini critico-empirici, affidando alle capacità dell'uomo l'adozione di un metodo sperimentale per controllare i fatti.

Comte individua 5 significati diversi del termine positivo, i quali concorrono tutti a definire il carattere della nuova concezione filosofica; positivo può significare:

La classificazione delle scienze

Ogni scienza per poter esser ritenuta tale deve giungere allo stato positivo. Tale meta viene raggiunta seguendo un criterio preciso: il "principio della complessità crescente e della semplicità decrescente". Comte vuol dimostrare con questa classificazione che il pensiero positivo, che si è sviluppato dapprima nelle materie semplici, prima o poi dovrà necessariamente estendersi ad altre materie quali la politica, giungendo così alla nascita di una scienza positiva della società, la sociologia. Il filosofo propone inoltre un nome di un personaggio celebre per ogni scienza (tranne che per la biologia). In base al criterio di semplicità/generalità la classificazione è la seguente: astronomia, fisica, chimica, biologia e sociologia.

Astronomia (o fisica celeste), fisica e chimica hanno per oggetto la materia inorganica, meno complessa e più generale di quella organica, esse sono anche dette discipline sintetiche o analitiche. L'Astronomia riguarda solo il movimento matematico degli astri: il nome proposto per questa scienza è Niccolò Copernico; la fisica, il movimento meccanico dei corpi e la chimica studiano la composizione degli elementi e le loro relazioni: il nome proposto da Comte per questa scienza è Galileo Galilei; infine vi è la chimica classica: il nome di personaggio celebre proposto dal filosofo per questa scienza è quello di Antoine-Laurent de Lavoisier. A questa prima distinzione seguono poi le scienze che hanno per oggetto la materia organica. La biologia (o fisica organica) la quale si occupa delle strutture e del movimento degli organismi naturali e infine la sociologia (o fisica sociale) che studia invece gli organismi sociali ed è una dottrina in grado di affiancarsi alle altre scienze esplicative: Comte fa riferimento a lui stesso riguardo a questa nuova scienza.

Dalla sua classificazione Comte esclude però quattro discipline:

La sociologia, scienza dell'umanità

La riorganizzazione sociale sulle basi del sapere positivo, tradotto in pratica, resta quindi sempre meta di Comte. A tale scopo è indirizzata la sociologia. Essendo al vertice della classificazione delle scienze, è la disciplina più complessa ed è l'unica a non aver ancora conseguito pienamente lo stadio positivo, questo è per Comte il compito morale, intellettuale e politico più importante del suo tempo. Alla costruzione della sociologia Comte dedica il Corso di filosofia positiva. Tale fisica sociale si divide in due branche, nella realtà inscindibili:

Ordine e progresso quindi proseguono di pari passo, il progresso mira all'ordine e l'ordine è finalizzato al progresso. Tale teoria, per Comte, fornisce una conciliazione tra le dottrine reazionarie (dottrina dei re) e quelle rivoluzionarie (dottrina dei popoli)

Come tutti i sociologi, Comte inizia le sue riflessioni studiando la società del suo tempo. La crisi del suo tempo secondo lui era determinata da ciò: un certo tipo di società (ancien régime), definita teologica e militare, sta per scomparire, mentre un altro tipo di società, scientifica e industriale, sta per nascere e sostituirsi all'esistente. Comte quindi fa proprie le posizioni del maestro Saint-Simon ma ritiene che l'auspicato passaggio alla costruenda società industriale richieda una riorganizzazione culturale e scientifica che tenga conto del processo storico attraverso cui le scienze raggiungono lo stato positivo (cioè la loro definitiva validità epistemologica). Comte riprende il concetto di Montesquieu sul determinismo dei fenomeni storici e sociali e collegandolo con l'idea del progresso di Condorcet.

 Ricostruendo lo sviluppo della società propone una vera e propria filosofia della storia scandita in tre momenti che rispecchiano la legge dei tre stadi:
Quindi, per Comte, la società si evolverà inevitabilmente, e la storia dell'umanità percorrerà la via del progresso. Questo progresso è inevitabile, può solo essere rallentato o accelerato, ed è compito dei sociologi accelerarlo, affinché la crisi del genere umano finisca una volte per tutte.

La "religione" positivista

Il Comte maturo, rielaborando alcune concezioni mistiche ed ideali del romanticismo (de Maistre, Mazzini, Hegel, ecc.), le spoglia dalla derivazione religiosa e cristiana fondendole con la visione illuminista, per costruire una sorta di religione laicista e scientista (in senso buono ovviamente). Nel Calendario positivista e nel Catechismo positivista, il filosofo francese traspone gli elementi dottrinali, liturgici ed etici della Chiesa nella sua nuova religione dell'umanità di cui il sociologo, l'intellettuale positivista e lo scienziato sono i nuovi sacerdoti. Qua Comte si allontana dal liberalismo dell'individuo del collega John Stuart Mill, pur mantendendo un'impronta utilitaristica, per avvicinarsi ad una concezione di Essere Supremo-Umanità, che ricorda vagamente il Leviatano di Hobbes e lo Stato di Hegel, il Grand Etre (Grande Essere), un concetto derivato da quello del Culto della Ragione e dell'Essere Supremo di Robespierre.

La triade positivista, oltre al Grande Essere (l'Umanità), è composta dal Grande Feticcio (la Terra) e dal Grande Ambiente (lo Spazio). L'aldilà era visto come la sopravvivenza nella celebrazione e nel ricordo, anche se furono proprio alcuni seguaci di Comte a indagare scientificamente per primi su fantasmi e reincarnazione, fondando pseudoscienze come lo spiritismo.

Anziché sopprimere la religione, come vorrebbero Marx e Stirner, l'ateo Comte ne inventa una che veneri l'Uomo: al culto dei santi sostituisce quello degli eroi laici della storia scientifica e civile. Comte propose un'alleanza temporanea ai gesuiti, da questi rifiutata. A Parigi esiste ancora una cappella positivista in funzione, mentre in Brasile è tuttora attiva una Chiesa Positivista, con alcuni templi. Alcuni sono convinti che Comte fosse preda di un forte disagio psichico, dovuto alla morte della donna amata, che avrebbe cercato di colmare con questi ideali ritenuti stravaganti, ma che furono la base di alcune cosiddette "religioni dell'uomo" successive, anche nell'ambito dell'umanismo stesso.

La nascita della sociologia

È spesso attribuita a Comte la nascita della moderna scienza sociale. Numerosi volumi di Storia del pensiero sociologico cominciano la loro trattazione da questo autore. Nondimeno il primo pensatore moderno che ragionò in termini "sociologici" fu Montesquieu, ben 100 anni prima. Fu però Comte a coniare il nome per questa nuova scienza che inizialmente egli chiamò "Fisica Sociale"; questo termine fu tuttavia utilizzato inconsapevolmente da Adolphe Quetelet nel 1835 per indicare l'importanza dell'uomo medio come trascinatore della società e l'uniformità del sistema sociale. Le idee di Comte erano molto diverse, egli vedeva l'élite nelle vesti di traghettatrice dell'umanità. Così decise di coniare il termine "sociologia" per differenziarsi dal pensatore belga.

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