VITTORIO EMANUELE II DI SAVOIA
(Torino 1820 - Roma 1878).
Re di Sardegna (1849-1861) e re d'Italia (1861-1878).
Figlio e successore di Carlo Alberto, salito al trono per
l'abdicazione del padre dopo la sconfitta nella battaglia di Novara,
mantenne lo Statuto e sciolse la Camera che rifiutava di approvare
la pace di Milano, riuscendo, con pressioni sull'elettorato
(proclama di Moncalieri), a far eleggere un parlamento a maggioranza
moderata. Dopo il ministero d'Azeglio (1849-1852), durante il quale
furono approvate le antiecclesiastiche leggi Siccardi, chiamò al
governo Cavour, iniziando una lunga collaborazione tra reciproche
diffidenze e aspri contrasti. Fautore dell'intervento in Crimea
(1855), aderì alla politica cavouriana tesa alla guerra contro
l'Austria con l'appoggio di Napoleone III (1859), ottenendo
dall'armistizio di Villafranca la Lombardia. Più indipendente fu la
sua condotta durante la spedizione dei Mille, segretamente
appoggiata contro il parere di Cavour. Cedute Nizza e la Savoia alla
Francia e annesse le regioni centrali e meridionali della penisola,
fu proclamato re d'Italia (1861), inaugurando dopo la morte di
Cavour una politica personale. Ottenuto il Veneto dalla guerra del
1866, approfittò del conflitto franco-prussiano per strappare Roma
al papa (1870), portando a compimento l'unità d'Italia.