SARDEGNA, REGNO DI
(1720-1861). Stato costituito dall'isola mediterranea, elevata a
rango di regno per compensare Vittorio Amedeo II di Savoia della
cessione all'Austria, con la pace dell'Aia (1720), della corona di
Sicilia, da lui ottenuta appena sette anni prima con la pace dei
Pirenei. Il regno comprendeva anche gli altri domini sabaudi
(Savoia, Nizza e Piemonte), con capitale a Torino. Affermatosi come
potenza di media grandezza, il regno sardo partecipò alle guerre di
successione polacca e austriaca e portò il proprio confine orientale
fino al Ticino (1748). Dopo la prima invasione francese (1798-1799)
e la breve parentesi dell'occupazione austro-russa (1799-1800),
durante il periodo napoleonico i domini continentali furono uniti
alla Francia. Ristabiliti i Savoia dalla Restaurazione e ampliato il
regno dall'acquisto dei territori della Repubblica di Genova, fu
adottata una politica antiliberale che perdurò fino alla concessione
dello Statuto (1848). L'ambizione di dare vita a un regno sabaudo
nell'intera Italia settentrionale e l'adozione senza pentimenti
dello Statuto albertino (1848) posero i Savoia alla guida della
lotta nazionale contro l'Austria. Dopo la sconfitta nella guerra del
1848-1849, l'intervento in Crimea (1855) assicurò al regno sardo
l'appoggio franco-britannico alla causa italiana. Conclusasi
vittoriosamente la Seconda guerra d'indipendenza (1859), con la
cessione di Nizza e Savoia alla Francia e l'annessione dell'Italia
centromeridionale, lo stato sardo realizzò l'unificazione della
penisola sotto la dinastia sabauda (1861).