cap. VIII

Joseph Stalin (1879-1953)

Stalin, nome politico adottato all'età di 34 anni e che significa Uomo d'Acciaio, studiò per diventare prete sotto il suo vero nome, Dzhugashvili. Figlio di un calzolaio, si unì al Partito socialdemocratico dopo essere stato espulso dalla scuola teologica per insubordinazione. Dopo la spaccatura del RSDLP avvenuta nel 1903, egli divenne membro del partito bolscevico.

Durante la sua gioventù Stalin ebbe continui problemi con le autorità locali. Durante questo periodo egli assunse il soprannome Korba, un famoso bandito georgiano. Korba fuggì dalla sua prigionia in esilio parecchie volte, dopo la sua ultima fuga egli trovò rifugio a San Pietroburgo, dove divenne, nel 1912, membro dello staff editoriale della Pravda. Nel giro di meno di un anno Stalin fu nuovamente arrestato ed esiliato in Siberia e venne liberato solo dopo l'amnistia generale emanata dopo la rivoluzione del febbraio. A questo punto egli tornò a ricoprire il suo ruolo nello staff editoriale della Pravda a Pietrogrado.

Dopo la Rivoluzione d'Ottobre, Stalin fu nominato commissario delle nazionalità. Durante il periodo della guerra civile, attraverso estese manovre burocratiche, egli salì gradualmente gli scalini del potere sovietico. Nel 1922 arrivò così a ricevere la maggioranza dei voti e ad essere eletto Segretario generale del partito comunista. Lo stesso anno Lenin, in quello che sarà poi noto come il suo ultimo Testamento, si dichiarò perché Stalin venisse rimosso da questa posizione, in quanto egli stava accumulando troppo potere.

Dopo la morte di Lenin, avvenuta nel 1924, un'ondata reazionaria si impadronì del governo sovietico. Stalin diffuse la sua teoria del "socialismo in un paese solo", in contrapposizione a tutti i principi basilari del marxismo. Questa teoria venne opposta duramente alla teoria rivoluzionaria bolscevica della "rivoluzione permanente", secondo la quale sarebbe impossibile costruire il socialismo in uno stato isolato dal resto del mondo.

Diversamente dai soliti dibatti interni, nei quali le diverse posizioni venivano rese pubbliche dai giornali di partito e discusse nei meeting e nei Soviet, il 'dibattito' venne tenuto in questa occasione completamente nascosto al pubblico, in modo da preservare un'apparenza di stabilità e di un sano governo.

Nel 1927, dopo anni di manovre burocratiche, i membri del governo che erano parte dell'Opposizione di Sinistra vennero in larga parte deportati. Immediatamente dopo Stalin proclamò la sua teoria del social-fascismo, secondo la quale fascismo e teorie socialdemocratiche erano praticamente la stessa cosa. A seguito di questa teoria i membri delle organizzazioni socialdemocratiche (di cui i bolscevichi erano un tempo stati parte) vennero arrestati o deportati. Nel 1929 l'ala destra del partito, guidata da Bucharin, fu estromessa dagli stalinisti dal, cosiddetto, governo sovietico.

Verso la fine del 1928, Stalin cominciò a cercare di stimolare la produttività sovietica e l'industrializzazione attraverso collettivizzazioni forzate. Questi sforzi vennero strutturati in piani quinquennali, il primo dei quali includeva una vasta opera di esecuzioni di massa, arresti e deportazioni. La Russia in quest'epoca avanzò tremendamente e, dalla completa devastazione e distruzione seguite alla prima guerra mondiale e alla guerra civile, divenne uno dei più potenti stati del mondo (obiettivo che 30 anni prima sarebbe apparso completamente fantasioso ed irrealizzabile).

Dal 1934 al 1939 Stalin ordinò una spietata serie di esecuzioni ed imprigionamenti, in larga parte nei confronti di gente all'interno del governo sovietico. La metà dei membri del primo Consiglio dei commissari del popolo venne giustiziata nel 1938 (un quarto di essi erano già morti in precedenza di morte naturale, e dell'ultimo quarto solo Stalin sopravvisse oltre il 1942). Tra i giustiziati alcuni erano accusati d'essere agenti nazisti o comunque simpatizzanti hitleriani, altri vennero accusati di tradimento. I membri dell'Opposizione di Sinistra a cui era stato consentito di rientrare nelle file del partito dopo essersi piegati allo stalinismo, furono i primi ad essere eliminati; quelli di loro che rimasero all'estero vennero perseguitati ed uccisi. Anche ai membri dell'ala destra del partito (tra cui Bucharin ed altri) toccò la stessa fine. Per una breve lettura sulle purghe staliniane si consigliano Per una storia grafica del bolscevismo e Verso un bilancio sulle purghe di Lev Trotsky.

Durante la seconda guerra mondiale Stalin arrivò ad un'alleanza, nella forma di 'patto di non aggressione' (e promesse di spartizione della Polonia), con la Germania nazista (patto Ribbentropp-Molotov). Solo dopo il tradimento del patto da parte di Hitler la Russia staliniana entrò ufficialmente nella guerra contro di essa.