Brano prececente Indice generale Brano successivo I - Delinea il Tao II - Nutrire la persona III - Tenere tranquillo il popolo IV - Quel che non ha origine V - L'uso del vuoto VI - Completa l'immagine VII - Occultare la luce VIII - Tornare alle qualità naturali IX - Tendere all'incolore X - Saper agire XI - L'utilità del non essere XII - Reprimere le brame XIII - Respingere la vergogna XIV - Introduce al mistero XV - Appalesa la virtù XVI - Volgersi alla radice XVII - La pura influenza XVIII - Lo scadimento dei costumi XIX - Tornare alla purezza XX - Differenziarsi dal volgo XXI - Svotare il cuore XXII - L'umiltà che eleva XXIII - Il vuoto non essere XXIV - La penosa benignità XXV - Raffigura l'origine XXVI - La virtù del grave XXVII - L'uso dell'abilità XXVIII - Tornare alla semplicità XXIX - Non agire XXX - Limitare le operazioni militari XXXI - Desistere dalle operazioni militari XXXII - La virtù del santo XXXIII - La virtù del discernimento XXXIV - Confidare nel perfetto XXXV - La virtù della carità grave; XXXVI - L'occulto e il palese XXXVII - Esercitare il governo XXXVIII - Espone la virtù XXXIX - Uniformarsi al fondamento XL - Dove andare e che adoperare XLI - Equipara le diversità XLII - Le trasformazioni del Tao XLIII - Lo strumento universale XLIV - Il fermo ammonimento XLV - L'immensa virtù XLVI - Esser parco nelle brame XLVII - Scrutare ciò che è lontano XLVIII - Obliare la sapienza XLIX - Confidare nella virtù L - Tenere in pregio la vita LI - La virtù che nutre LII - Volgersi all'origine LIII - Trarre profitto dalle prove LIV - Coltivare e contemplare LV - Il simbolo del mistero LVI - La misteriosa virtù LVII - Rendere puri i costumi LVIII - Adattarsi alle vicissitudini LIX - Mantenersi nel Tao LX - Stare nella dignità regale LXI - La virtù dell'umiltà LXII - Praticare il Tao LXIII - L'inizio favorevole LXIV - Attenersi al piccolo LXV - La pura virtù LXVI - Posporre sé stesso LXVII - Le tre cose preziose LXVIII - Rendersi eguale al cielo LXIX - L'uso del mistero LXX - La difficoltà di intendere LXXI - Il difetto della sapienza LXXII - Aver cura di sé LXXIII - Quel che lascia agire LXXIV - Reprimere gli inganni LXXV - I danni della cupidigia LXXVI - Guardarsi dalla forza LXXVII - La via del cielo LXXVIII - Portare il fardello della sincerità LXXIX - Ottemperare ai patti LXXX - Isolarsi LXXXI- L'emersione del naturale

- LXIX -
L'USO DEL MISTERO

Sull'adoperar gli eserciti c'è un detto:
non oso far da padrone e faccio l'ospite,
non oso avanzar d'un pollice e indietreggio di un piede.
Questo vuol dire
che non vi sono truppe da schierare,
che non vi sono braccia da denudare,
che non vi sono armi da impugnare.
Sventura non v'è maggiore che osteggiare alla leggera.
Se osteggio alla leggera
son vicino a perdere quel che m'è più prezioso.
Perciò quando gli eserciti
si mettono in campagna per scontrarsi,
quello che è più pietoso vince.