Il Roman de la Rose (in italiano Romanzo della Rosa) è un poema allegorico di 21.780 octosyllabes (in italiano, nel computo della atona dopo la tonica finale di verso, novenario) rimati scritto in due parti distinte, da due diversi autori e a distanza di 40 anni.

L'opera fu iniziata da Guillaume de Lorris nel 1237, che ne scrisse 4.058 versi. In seguito, essa fu ripresa e completata, con più di 18.000 versi, da Jean de Meung tra il 1275 e il 1280. Il successo fu immenso, tanto che il testo fu uno dei più copiati per tutto il Medioevo: ci rimangono oggi all'incirca 300 manoscritti.

Trama

Il poema assume la forma di un sogno allegorico. Il poeta si sveglia un mattino di maggio - la primavera è la stagione topica dell'amore - e si addentra in un giardino meraviglioso - un locus amoenus - dove, attraverso lo specchio di Narciso, vede riflessa la rosa di cui si innamora. Tutto il poema narra allora delle imprese dell'amant per conquistare la rosa, allegoria della donna amata, favorito o ostacolato da varie personificazioni dei suoi sentimenti contrastanti (Orgoglio, Vergogna, Pudore, contro Bell'Accoglienza, ecc). Alla fine, con l'aiuto di Venere egli riesce a penetrare nel castello e a consumare l'atto d'amore.

Le parti del poema

I due autori sono diversissimi: nel modo di vedere il mondo, di concepire l'amore, ma anche nello scrivere e nel raccontare.

Le uniche informazioni che possediamo circa Guillaume de Lorris ci sono date da Jean de Meung stesso, compresa l'indicazione del tempo che separa le due redazioni: cosa che ha portato alcuni critici a ritenere il primo autore nient'altro che un'invenzione del secondo. Guillaume de Lorris è ancora un autore cortese, mentre Jean de Meung riflette la cultura enciclopedica del '200: il suo poema presenta numerosissime digressioni, racconti secondari, discussioni filosofiche sulle più disparate questioni, ma anche e soprattutto sull'amore, presentando un punto di vista radicalmente contrastante con quello di Guillaume.

La ricezione

Il Roman provocò molte polemiche sulla visione della donna espressa da Jean de Meung, suscitando tra l'altro la risposta di Christine de Pizan (1362-1431), che possiamo considerare una delle prime querelle femministe.

Dante Alighieri conosceva bene l'opera, ancora famosa al suo tempo, dalla quale ricavò ispirazione per alcuni scritti a lui attribuiti: Fiore e Detto d'Amore.

Una parte del poema venne tradotta in inglese da Geoffrey Chaucer con il titolo The Romaunt of Rose, ed ebbe una grande influenza sulla letteratura inglese.

In epoca moderna, lo studio di Clive Staples Lewis, Allegory of love: A Study in Medieval Tradition, pubblicato nel 1936, fece rinascere l'interesse per il poema.