CAPITOLO L - CONVERSAZIONE FRA DUE COGNATI

 

 

Nei pochi istanti che lord Winter impiegò a chiudere la porta, a scostare un imposta e ad avvicinare una sedia alla poltrona di Milady, questa, sovrappensiero, immerse il proprio sguardo nel profondo della possibilità, e scoprì tutta la trama che, sino a quando aveva ignorato in quali mani fosse caduta, non le era stato neanche possibile intravvedere. Essa conosceva suo cognato, sapeva che era un bravo gentiluomo, franco cacciatore, giocatore intrepido, intraprendente con le donne, ma di una forza di molto inferiore alla sua nel campo dell'intrigo. Come aveva potuto egli scoprire il suo arrivo? Farla arrestare? E perché la teneva prigioniera? Athos le aveva pur dette certe parole che provavano come la conversazione che essa aveva avuto col Cardinale fosse caduta in orecchie estranee; ma essa non poteva ammettere ch'egli avesse potuto scavare una contromina così pronta e ardita. Ella era più propensa a temere che le sue precedenti operazioni in Inghilterra fossero state scoperte. Buckingham poteva avere indovinato ch'era stata lei a tagliare i fermagli e voleva vendicarsi; ma Buckingham era incapace di abbandonarsi a qualunque eccesso contro una donna, specialmente se poteva pensare che questa donna avesse agito per gelosia. Le parve che questa supposizione fosse la più probabile; giudicò che tutta la faccenda mirasse a vendicare il passato e non a prevenire il futuro. In ogni modo fu lieta di esser capitata nelle mani di suo cognato, che era certa di poter facilmente ingannare, piuttosto che in quelle di un nemico diretto e intelligente. "Sì, parliamo, fratello mio" disse con una specie di gaiezza, risoluta com'era a trarre dalla conversazione, a dispetto di tutta la dissimulazione che lord Winter avrebbe potuto mettere in opera, le informazioni di cui aveva bisogno per stabilire la sua condotta a venire. "Vi siete dunque decisa a tornare in Inghilterra" disse lord Winter. "Eppure a Parigi, molte volte mi dichiaraste che non avreste più posto piede in Gran Bretagna." A questa domanda Milady rispose con un'altra domanda. "Prima di tutto, ditemi, come avete fatto per farmi spiare così assiduamente da sapere, non solo che io sarei giunta, ma anche il giorno, l'ora e il porto in cui sarei sbarcata?" Lord Winter adottò la stessa tattica di Milady, pensando che poiché sua cognata se ne serviva, doveva essere la buona, e le chiese a sua volta: "Ditemi voi, piuttosto, cara sorella, quello che venite a fare in Inghilterra." "Vengo a vedervi" rispose Milady senza rendersi conto di quanto, con questa risposta, aggravasse i sospetti che la lettera di d'Artagnan aveva fatto nascere nella mente del cognato, e con l'unica intenzione di assicurarsi la benevolenza del suo interlocutore con una menzogna. "A vedermi?" ripeté con aria sorniona lord Winter. "Certamente, a vedervi! Che cosa c'è di strano?" "E, venendo in Inghilterra, non avevate altro scopo?" "No." "Dunque è solo per me che vi siete presa la briga di attraversare la Manica?" "Solo per voi." "Diavolo, che tenerezza, sorella mia!" "Non sono la vostra più prossima parente?" domandò Milady col tono del più commovente candore. "E anche la mia sola ereditiera, è vero?" disse lord Winter fissandola bene negli occhi. Per quanto sapesse dominarsi, Milady non poté fare a meno di trasalire, e siccome, pronunciando le ultime parole, lord Winter le aveva posato una mano sul braccio, questo trasalimento non gli sfuggì. Infatti il colpo era stato diretto e profondo. La prima idea che si presentò alla mente di Milady fu che essa era stata tradita da Ketty e che questa aveva parlato al barone dell'avversione di cui essa aveva imprudentemente lasciati sfuggire i segni dinanzi alla cameriera; e ricordava altresì l'uscita furiosa e incauta cui si era lasciata andare contro d'Artagnan, quando questi aveva salvata la vita a suo cognato. "Non vi capisco, Milord" disse per guadagnar tempo e fare parlare il suo avversario. "Che cosa volete dire? Le vostre parole nascondono forse qualche sottinteso?" "No, mio Dio!" rispose lord Winter con bonomia "voi avevate desiderio di vedermi e siete venuta in Inghilterra. Io vengo a sapere di questo desiderio o piuttosto lo intuisco e per risparmiarvi le noie di un arrivo in un porto, tutte le fatiche di uno sbarco, vi mando incontro uno dei miei ufficiali; metto a vostra disposizione una delle mie carrozze, ed esso vi conduce in questo castello del quale sono il governatore, dove vengo ogni giorno e dove, perché il nostro duplice desiderio di vederci sia soddisfatto, vi faccio preparare una camera. Che cosa c'è in tutto ciò di più singolare che in ciò che voi mi avete detto?" "Niente, solo mi pare strano che voi siate stato avvertito del mio arrivo." "Eppure è semplicissimo, mia cara sorella: non avete visto che il capitano del vostro piccolo bastimento, non appena entrato in rada, ha mandato innanzi per ottenere di poter entrare nel porto un canotto coi libri di bordo e i registri dell'equipaggio? Io sono comandante del porto, mi hanno portato questo libro, ho riconosciuto il vostro nome. Il mio cuore mi ha detto ciò che or ora mi ha confidato la vostra bocca, vale a dire con quale scopo vi eravate esposta ai rischi di un mare tanto pericoloso o per lo meno faticoso in questo momento, e ho mandato il mio cutter a incontrarvi. Il resto lo sapete." Milady capì che lord Winter mentiva e ne fu spaventata più di quanto non fosse. "Fratello mio" disse "non era lord Buckingham colui che ho visto sulla banchina questa sera al mio arrivo?" "Proprio lui; e capisco che la sua vista vi abbia impressionato. Voi venite da un paese dove ci si deve occupare molto di lui; e io so che gli armamenti che egli prepara per combattere la Francia preoccupano assai il vostro amico Cardinale." "Il mio amico Cardinale!" esclamò Milady costatando che, su questo punto, come sull'altro, lord Winter sembrava perfettamente informato. "Non è forse vostro amico?" riprese negligentemente il barone "scusatemi, credevo che lo fosse; ma torneremo a parlare del duca più tardi, non allontaniamoci dal tono sentimentale che la conversazione aveva assunto; dicevate dunque che siete venuta per vedermi?" "Sì." "Ebbene, vi garantisco che sarete servita meglio di quanto possiate desiderare e che ci vedremo tutti i giorni." "Debbo restar qui in eterno?" chiese Milady con un certo spavento. "Non siete forse alloggiata bene? Domandate ciò che vi manca e mi farò premura di farvelo avere." "Ma non ho né la mia cameriera, né i miei servitori…" "Li avrete, signora, li avrete; ditemi che tono aveva dato alla vostra casa il vostro primo marito e, sebbene io non sia che vostro cognato, le darò lo stesso tono." "Il mio primo marito!" esclamò Milady guardando con occhi spaventati lord Winter. "Sì, il vostro marito francese, non parlo di mio fratello. Ma se lo avete dimenticato, visto ch'egli vive, posso scrivergli ed egli m'invierà tutte le informazioni su questo argomento." Un sudore freddo bagnò la fronte di Milady "Voi scherzate" disse con voce sorda. "Ne ho forse l'aria?" domandò il barone alzandosi e indietreggiando di un passo. "O volete insultarmi" continuò la donna stringendo i bracciali della poltrona e sollevandosi un poco sui polsi. "Insultarvi, io?" fece lord Winter con disprezzo. "Sia detto tra noi, signora, credete che ciò sia possibile?" "In verità, signore, voi siete ubbriaco o pazzo" disse Milady "uscite e mandatemi una donna." "Le donne sono molto indiscrete, sorella mia; non potrei servirvi io da cameriera? Così i nostri segreti resteranno in famiglia." "Insolente!" esclamò Milady e, come mossa da una molla, si lanciò sul barone che l'attese di piè fermo, ma con una mano appoggiata all'elsa della spada. "Eh, eh" disse "so che avete l'abitudine di assassinare le persone, ma io mi difenderò e, ve ne prevengo, anche contro di voi." "Oh! Avete ragione" disse Milady "e credo che siate abbastanza vile da alzare la mano su una donna." "Forse, ma avrei una buona scusa: sono persuaso che la mia non sarebbe la prima mano d'uomo che vi tocca." E il barone con gesto lento e accusatore indicò la spalla sinistra di Milady, che toccò quasi col dito. Milady gettò un sordo ruggito e indietreggiò in un angolo della camera, come una pantera che arretra per prendere lo slancio. "Oh! ruggite quanto vi pare!" esclamò lord Winter "ma non cercate di mordere, perché, ve ne prevengo, la cosa andrebbe a vostro danno; qui non ci sono procuratori che regolino in anticipo le successioni, non ci sono cavalieri erranti che vengano a sfidarmi per liberare la bella dama che tengo prigioniera; ma ho a mia disposizione dei giudici pronti a giudicare una donna abbastanza svergognata, per venirsi a infilare, bigama, nel letto di lord Winter, mio fratello maggiore; e questi giudici, ve ne avverto, vi manderanno dal boia che vi farà la spalla destra uguale alla sinistra." Gli occhi di Milady lanciavano lampi tali, che pur essendo un uomo armato dinanzi a una donna disarmata, lord Winter sentì il gelo della paura penetrargli sino in fondo all'anima; ma ad onta di ciò, egli continuò con sempre maggior furore: "Capisco che dopo essere stata l'unica erede di mio fratello, vi sarebbe piaciuto ereditare anche da me; ma, sappiatelo, voi potete uccidermi o farmi uccidere, io ho preso le mie precauzioni; non un penny di ciò che possiedo passerà nelle vostre mani. Non siete forse già ricca abbastanza voi che possedete quasi un milione e non potreste arrestarvi sulla via fatale che avete intrapresa se non faceste il male per il piacere infinito e supremo di fare il male? Oh, ascoltate ciò che vi dico: se la memoria di mio fratello non mi fosse sacra, voi andreste a imputridire in una segreta di Stato o a saziare a Tyburn{40} la curiosità dei marinai; io non parlerò, ma voi sopporterete in pace la vostra prigionia; tra quindici giorni io parto per La Rochelle con l'armata; ma il giorno precedente a quello della mia partenza una nave verrà a prendervi che io vedrò partire e che vi condurrà nelle nostre colonie del Sud; e state tranquilla, vi metterò al fianco un compagno che vi farà saltare le cervella al primo tentativo che farete per tornare in Inghilterra o sul Continente." Milady ascoltava con un'attenzione che dilatava i suoi occhi infiammati. "Per ora" continuò lord Winter "resterete in questo castello; le mura sono massicce, le porte sono robuste e le sbarre ben solide; d'altra parte, la vostra finestra dà a picco sul mare. Gli uomini del mio equipaggio, che mi sono devoti per la vita e per la morte, montano la guardia intorno a questa stanza e sorvegliano tutti i passaggi che conducono al cortile; ma anche se arrivaste al cortile, vi resterebbero da attraversare ancora tre cancelli. La consegna è precisa: un passo, un gesto, una parola che possa far credere a un tentativo di fuga, e le sentinelle faranno fuoco su di voi, e se vi uccideranno, la giustizia inglese mi dovrà, spero, un po' di riconoscenza per averle risparmiato del lavoro. Ah! I vostri lineamenti riprendono la loro calma, il vostro volto ritrova la sua sicurezza; voi pensate: quindici o venti giorni sono già qualche cosa, il mio spirito è pieno di risorse, certo mi verrà qualche buona idea, il mio spirito è infernale, e troverò certamente qualche vittima. Prima di quindici giorni, pensate, io sarò fuori di qui. Ah, ah! Provate!" Milady vedendosi intuita, si piantò le unghie nella palma delle mani per domare qualsiasi moto che potesse dare al suo viso un'espressione che non fosse quella dell'angoscia. Lord Winter continuò: "L'ufficiale che comanda qui durante la mia assenza, l'avete visto, dunque lo conoscete già. Egli sa, come avete notato, mantenere la consegna, poiché conoscendovi come vi conosco, sono certo che non siete venuta da Portsmouth sin qui senza aver tentato di farlo parlare. Che ne pensate? Una statua di marmo sarebbe restata più impassibile e più muta? Voi avete esperimentato il vostro potere di seduzione su molti uomini e, disgraziatamente, siete stata sempre vittoriosa, ma provate con questo, perdio! Se ci riuscirete, dirò che siete il demonio in persona." Egli andò alla porta e l'aprì bruscamente: "Chiamate il signor Felton" disse. "Aspettate ancora un istante, vi raccomanderò a lui." Tra i due interlocutori si stabilì uno strano silenzio, durante il quale si udì il rumore d'un passo lento e regolare, che si avvicinava; ben presto, nell'ombra del corridoio apparve una forma umana e il giovane tenente che già conosciamo si fermò sulla soglia, aspettando gli ordini del barone. "Entrate, mio caro John" disse lord Winter "entrate e chiudete la porta." Il giovane ufficiale entrò. "E ora" continuò il barone "guardate bene questa donna: è giovane, è bella, possiede tutte le seduzioni della terra, eppure è un mostro che, a venticinque anni, si è reso colpevole di tanti delitti quanti potreste leggerne in un anno negli archivi del nostro tribunale; la sua voce previene in suo favore, la sua bellezza serve d'esca alle sue vittime, il suo stesso corpo paga ciò che essa ha promesso, è giusto riconoscerlo; ella cercherà di sedurvi, e forse anche tenterà di uccidervi. Io vi ho tolto dalla miseria, Felton, vi ho fatto nominare tenente, vi ho salvato la vita, sapete in quale occasione; io sono per voi non solo un protettore, ma un amico, non solo un benefattore, ma un padre; questa donna è tornata in Inghilterra per cospirare contro la mia vita, io tengo nelle mie mani questo serpente; ebbene vi faccio chiamare e vi dico: "Amico Felton, John, figlio mio, guardami e soprattutto guardati da questa donna; giura sulla tua salvezza eterna che saprai custodirla per il castigo che si è meritata. John Felton, io mi fido della tua parola; John Felton, io credo nella tua lealtà"." "Milord" disse il giovane ufficiale, mettendo nel suo sguardo tutto l'odio che poté trovare nel suo cuore "Milord, vi giuro che farà esattamente quanto desiderate." Milady sopportò quello sguardo come una vittima rassegnata; sarebbe stato impossibile vedere un'espressione più sottomessa e più dolce di quella che splendeva in quel momento nel suo bel viso. Lo stesso lord Winter stentava a riconoscere in lei la tigre dalla quale un attimo prima si era tenuto pronto a difendersi. "Essa non uscirà mai da questa camera, capite, John" continuò il barone "non corrisponderà con nessuno, non parlerà che con voi, se pure vorrete farle l'onore di rivolgerle la parola." "Basta, milord, ho giurato." "E ora, signora, cercate di mettervi in pace con Dio, perché gli uomini vi hanno già giudicato." Milady curvò il capo come se si fosse sentita schiacciata da questo giudizio. Lord Winter uscì facendo un cenno a Felton, che lo seguì e chiuse la porta. Un momento dopo si sentirono nel corridoio i passi pesanti di un soldato di Marina che montava la guardia con la sua ascia alla cintura e il moschetto in mano. Milady rimase per qualche minuto nella stessa posizione, perché pensò d'essere osservata attraverso la serratura, poi lentamente rialzò il viso che aveva assunto un'espressione formidabile di minaccia e di sfida, corse alla porta e stette in ascolto, guardò dalla finestra e, tornando a seppellirsi in un'ampia poltrona, si immerse nei suoi pensieri.

 

 

 

 

 

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