Le riflessioni teoriche sviluppate da Antonio Gramsci in carcere
furono scritte su quaderni scolastici di vario formato, acquistati
da Tatiana Schucht e consegnati a G. dall’amministrazione carceraria
in base a norme precise. Non essendo mai stato pubblicato da Gramsci
in vita, il suo lavoro ci è giunto proprio nella forma di
quaderni manoscritti. Il nome dato in seguito dagli editori
all’opera gramsciana, quindi, si richiama direttamente al dato
materiale e concreto della composizione e della trasmissione degli
scritti di G., con un rinvio anche alla condizione di incompiutezza
del manoscritto. Il termine quaderni, per indicare le unità
in cui si suddivide il lascito gramsciano, allude bene anche al modo
della scrittura, fatta prevalentemente di appunti.
I quaderni carcerari di Gramsci sono trentatré (più
altri due rimasti bianchi), datati tra l’inizio del 1929 e la
metà del 1935. Esistono tuttora problemi di datazione interna
irrisolti, su cui molto lavoro filologico è in corso, anche
se con risultati non sempre concordanti. Dei quaderni gramsciani,
quattro sono dedicati a traduzioni da diverse lingue e ventinove
alla riflessione teorica. Questi ultimi sono distinguibili in
miscellanei (con argomenti e partizioni diversificate) e “speciali”,
come li chiama Gramsci, ovvero monotematici. È ormai
canonizzata (oppure, vige comunemente tuttora) la denominazione
proposta da Valentino Gerratana per l’edizione critica: numeri arabi
per i quaderni di riflessione, lettere dell’alfabeto per i quaderni
di traduzione. Dopo la morte di Gramsci i quaderni furono messi in
salvo da Tatiana, trasferiti in Unione Sovietica e affidati infine a
Togliatti; sono ora conservati presso la Fondazione Istituto Gramsci
a Roma. Ne esiste una edizione anastatica, pubblicata nel 2009 dall’
“Unione sarda” e dalla Biblioteca Treccani, a cura di Giovanni
Francioni.
Testi A, B e C
Le note dei Quaderni del carcere sono state distinte in testi A,
testi B e testi C da Valentino Gerratana nell’edizione critica dei
Quaderni del 1975. I testi A sono quelli di prima stesura, scritti
da Gramsci nei quaderni miscellanei; i testi C sono le riprese e le
rielaborazioni dei testi A nei quaderni speciali; i testi B sono
quelli di unica stesura, e sono presenti sia nei quaderni
miscellanei che in quelli speciali. Nell’edizione tematica dei
Quaderni del carcere del 1948 Felice Platone e Palmiro Togliatti non
inserirono testi A, per il loro carattere provvisorio segnalato
dallo stesso Gramsci attraverso ampie cancellature delle parti che
avevano subito nei “quaderni speciali” una rielaborazione come testi
C. Gerratana, invece, nella sua edizione riproduce anche i testi A,
segnalandoli con un carattere in corpo minore. È vero che
Gramsci aveva cancellato i testi A riutilizzati, ma lo aveva fatto
lasciando completamente visibile il loro contenuto, permettendo, e
forse anche suggerendo, un confronto fra le diverse versioni delle
sue elaborazioni, così come si erano andate modificando. Il
rapporto fra testi A e testi C è molto variabile: vi sono
testi C che riprendono quasi integralmente i corrispondenti A e
altri che invece li rielaborano profondamente. I testi B, di unica
stesura, rappresentano la parte quantitativamente meno corposa dei
Quaderni: si tratta sia di note nei quaderni miscellanei lasciate
senza riprese negli speciali, sia di note di nuova introduzione in
questi ultimi. Un caso particolare, e unico, è rappresentato
dal brevissimo Quaderno speciale 29, composto interamente da testi
B.
Quaderni Miscellanei
Gruppo di quaderni che prende il nome dal titolo Miscellanea I con
cui Gramsci ha contrassegnato il Quaderno 2, utilizzato
prevalentemente come archivio bibliografico e repertorio di notizie.
Si tratta di quaderni che contengono note di vari argomenti, o che
contengono blocchi omogenei accanto a lavori diversi, appunti,
traduzioni. Per sopperire alla limitazione di non poter disporre
contemporaneamente di più quaderni, Gramsci in alcuni casi ha
suddiviso lo spazio di ciascun quaderno in due o tre parti, per
poter lavorare allo stesso tempo su più argomenti, o per
avere a disposizione una parte dedicata a un argomento definito e
una a una “miscellanea” di appunti e note. Inizialmente tutti i
quaderni sono miscellanei, fino a quando Gramsci, nel 1932, con un
nuovo programma di lavoro annunciato nel Quaderno 8, avvia la
composizione di quaderni monotematici, detti “speciali”. Tuttavia,
mentre i Quaderni 1, 2, 3, 5, 6, 14, 15 e 17 si presentano come
completamente miscellanei, i Quaderni 4, 7, 8, 9 presentano la
coesistenza di blocchi monografici e appunti o traduzioni. Gianni
Francioni ha proposto di chiamare questo ultimi Quaderni misti.
Quaderni Speciali
Gruppo di quaderni monotematici redatti da Gramsci a partire dal
1932. Presumibilmente all’inizio dell’anno Gramsci stila un nuovo
programma di lavoro, in apertura del Quaderno 8: avverte del
carattere di “prima approssimazione” delle sue note, prevede la
realizzazione di alcuni “saggi indipendenti, non un lavoro organico
d’insieme” , ridefinisce i temi d’indagine che si è proposto
di compiere intorno al ruolo degli intellettuali in Italia, e
identifica alcuni “raggruppamenti di materia” che saranno le linee
guida sostanzialmente rispettate negli “speciali”.
Ogni quaderno speciale raccoglie note e appunti sparsi nei quaderni
miscellanei relativi a uno stesso argomento, riprendendoli in alcuni
casi in forma quasi identica, in altri rielaborandoli anche
profondamente. Sono pure presenti, in misura più esigua,
testi di stesura unica. Durante la redazione dei quaderni speciali
Gramsci continua, soprattutto per un periodo, a scrivere anche
quaderni miscellanei.
Sono “speciali” i seguenti Quaderni scritti a Turi:
Q 10 - La filosofia di Benedetto Croce;
Q 11 - Appunti per una introduzione e un avviamento allo studio
della filosofia e della storia della cultura;
Q 12 - Appunti e note sparse per un gruppo di saggi sulla storia
degli intellettuali e della cultura in Italia;
Q 13 - Noterelle sulla politica del Machiavelli,
I “quaderni speciali” redatti a Formia fino al 1935 sono i seguenti:
Q 16 - Argomenti di cultura 1°
Q 19 - sul Risorgimento italiano (il solo non intitolato dallo
stesso Gramsci)
Q 20 - Azione Cattolica. Cattolici integrali, gesuiti, modernisti;
Q 21 - Problemi della cultura nazionale italiana. 1° Letteratura
popolare;
Q 22 - Americanismo e fordismo;
Q 23 - Critica letteraria;
Q 24 - Giornalismo;
Q 25 - Ai margini della storia (storia dei gruppi sociali
subalterni);
Q 26 - Argomenti di cultura 2°;
Q 27 - Osservazioni sul “Folclore”;
Q 28 - Lorianismo;
Q 29 - Note per una introduzione allo studio della grammatica.
Dopo il 1935 le sempre peggiori condizioni di salute impediranno a
Gramsci di continuare il suo lavoro.
Quaderni di traduzione
Si tratta di quattro quaderni composti da Gramsci quasi
completamente fra il 1929 e il 1930, con una breve ripresa nel 1932,
e denominati A, B, C, D da Valentino Gerratana, a cui vanno aggiunte
le parti dei quaderni 7 e 9 dedicate alle traduzioni; gli
“esercizi”, come Gramsci li chiama, sono dal tedesco di J. E W .
Grimm, K. Marx, W. Goethe, dall’inglese di F.N. Finck e dal russo di
Tolstoi, Puskin, Gogol e altri. Questi quattro quaderni non fanno
parte attualmente del materiale della Digital Library, ma saranno
resi disponibili a breve.
L’intero lavoro gramsciano di traduzione fu escluso prima
dall’edizione tematica, e successivamente da quella critica
perché considerato anche da Valentino Gerratana “al di fuori
del piano di lavoro propostosi da Gramsci”. Tutte le traduzioni sono
state pubblicate nel primo volume dell’Edizione Nazionale delle
Opere di Antonio Gramsci, a cura di Giuseppe Cospito e Gianni
Francioni nel 2007, e si sono rivelate invece strettamente connesse
ad alcune tematiche importanti della riflessione dei Quaderni, come
il folklore e la cultura popolare, la pedagogia, Americanismo e
fordismo.