da
Dominique Grisoni, Robert Maggiori
Guida a Gramsci
BUR, Milano 1975
VOLONTÀ COLLETTIVA
La volontà collettiva non è un dato astratto,
localizzabile culturalmente e ideologicamente, ma costituisce il
punto di giunzione pratica (politica) delle forze sociali non
antagonistiche, che emerge nell'ambito di un processo storico,
determinato dalla presenza di «gruppi sociali urbani
convenientemente sviluppati nel campo della produzione industriale e
che abbiano raggiunto un determinato livello di cultura
storico-politica» (Mach, EI p. 7, ER p. 22), e preparato
dall'irruzione simultanea delle «grandi masse dei contadini
coltivatori» (ibid.).
Nell'espressione «volontà collettiva» il termine
«volontà» va inteso nel senso
«moderno» di «coscienza operosa della
necessità storica come protagonista di un reale e effettuale
dramma storico» (Mach, EI p. 6, ER p. 21). Perciò la
volontà collettiva nazional-popolare può costituirsi
solo su un terreno ideologico preventivamente preparato grazie a una
«riforma intellettuale e morale» di cui il partito
rivoluzionario, il partito comunista, deve farsi iniziatore. Secondo
Gramsci, la formazione di una volontà collettiva passa
necessariamente attraverso uno stadio preliminare, che egli
definisce «giacobino», che realizza un'alleanza di
classi intorno a un programma di riforme economiche e sociali.
Questa alleanza oggi deve unire i contadini al proletariato
rivoluzionario, egemone, il quale però non sviluppa fino in
fondo le sue aspirazioni fondamentali per permettere ai contadini di
operare una presa di coscienza progressiva autonoma e di svilupparsi
nell'ambito di questa volontà collettiva, finché
giunge a «rivoluzionare» la sua mentalità
popolare, finché, insomma, la filosofia della prassi non
abbia sostituito il senso comune.
La volontà collettiva inizialmente non è quindi di per
sé rivoluzionaria e, in una certa misura, presta il fianco al
compromesso. (Per esempio, può darsi che il principio di
proprietà non sia messo in causa dalla volontà
popolare.) Ma costituisce una sorta di «educazione» nel
senso che fondandosi su aspirazioni popolari, cioè sui
bisogni più fondamentali delle masse sfruttate, innalza
questi bisogni (sistematizzandoli) in parole d'ordine per la
rivoluzione e favorisce così la presa di coscienza
individuale. La sua efficacia si basa essenzialmente sul fatto che
opera una sintesi dialettica delle aspirazioni proprie della classe
operaia e dei contadini. Costituisce quindi l'unione realizzata
delle due classi.