da
Dominique Grisoni, Robert Maggiori
Guida a Gramsci
BUR, Milano 1975
ORTODOSSIA
Secondo Gramsci, la filosofia della prassi ha subito una duplice
revisione: da un lato, le correnti idealistiche hanno assimilato,
assorbito e, naturalmente, snaturato alcuni suoi elementi,
dall'altra «i cosiddetti ortodossi, preoccupati di trovare una
filosofia che fosse, secondo il loro punto di vista molto ristretto,
più comprensiva di una "semplice" interpretazione della
storia, hanno creduto di essere ortodossi, identificandola
fondamentalmente nel materialismo tradizionale» (MS, EI p. 81,
ER p. 94).
Il termine di ortodossia si riferisce prima di tutto, storicamente,
alle vicende del movimento operaio e alla seconda Internazionale, in
cui designava la corrente «centrista» della
socialdemocrazia tedesca, che «difendeva» il marxismo
(ed era rappresentata da Mehring, Kautsky, Plekhanov) contro il
revisionismo di destra (Bernstein) e, a un certo punto, anche contro
le posizioni di sinistra, la cui maggiore esponente era Rosa
Luxemburg. Ma per Gramsci, l'autentica ortodossia si definisce in
base alla filosofia del marxismo e alla sua autonomia '. In questo
senso l'«ortodosso» Plekhanov è molto lontano
dall'ortodossia gramsciana: «l'ortodossia non deve essere
ricercata in questa o in quella tendenza legata a correnti estranee
alla dottrina originale, ma nel concetto fondamentale che la
filosofia della prassi "basta a se stessa", contiene in sé
tutti gli elementi per costruire una totale e integrale concezione
del mondo...» (MS, EI p. 157, ER p. 185). Il concetto di
ortodossia è dunque molto chiaro: una concezione del mondo
è ortodossa quando ammette che la filosofia del marxismo non
ha bisogno di fondamenti filosofici, anche materialistici,
eterogenei rispetto a essa. Questo concetto, aggiunge Gramsci,
precisa anche la nozione di «rivoluzionario»: «una
teoria è... "rivoluzionaria" nella misura in cui è
elemento di separazione e distinzione consapevole in due campi, in
quanto è un vertice inaccessibile al campo avversario.
Ritenere che la filosofia della prassi non sia una struttura di
pensiero completamente autonoma e indipendente in antagonismo con
tutte le filosofie e le religioni tradizionali significa in
realtà non aver tagliato i legami col vecchio mondo, se non
addirittura aver capitolato» (ibid.). Concepire la filosofia
del marxismo subordinata a una teoria generale materialistica
«volgare» come fanno gli «ortodossi»
significa in realtà, per Gramsci, non essere né
ortodossi né rivoluzionari.
1 A questo proposito, il lettore può confrontare
l'interessante posizione di Lukàcs, maturatasi proprio nel
dibattito intorno al revisionismo di Bernstein, largamente
influenzata dalle posizioni della Luxemburg, contenuta nel saggio
«Che cos'è il marxismo ortodosso» in Storia e
coscienza di classe, Mondadori, Milano, 1937, pp. 1-33. (N.d.T.)