da

Dominique Grisoni, Robert Maggiori
Guida a Gramsci
BUR, Milano 1975


IMMANENZA

Il principio assoluto di immanenza indica, nella filosofia classica, che non si può pensare a qualcosa che si collochi al di là del pensiero e quindi che lo spirito umano conosce solo ciò che è omologo allo spirito e rinuncia quindi alla conoscenza della cosa in sé, del trascendente. Per Gramsci, questo tipo di immanentismo, correlato dell'idealismo, conduce necessariamente al solipsismo. Tuttavia troviamo che la filosofia della prassi, lo storicismo assoluto, viene definita anche come «immanentismo assoluto». Come spiegare questa affermazione? Gramsci critica la filosofia idealistica dell'immanenza definendola «mero romanzo filosofico» (MS, EI p. 141, ER p. 173); quindi la filosofia del marxismo, come immanentismo, potrà costituirsi come superamento dell'immanentismo stesso. La sua nuova forma dovrà liberarsi delle sue spoglie speculative e radicarsi nella storicità concreta: «La filosofia della prassi continua la filosofia dell'immanenza, ma la depura di tutto il suo apparato metafisico e la conduce sul terreno concreto della storia» (MS, EI p. 146, ER p. 173).

Ancora una volta (cfr. filosofia della prassi, materialismo) il problema verte sull'autonomia della filosofia marxista. Gramsci rifiuta di considerare come fondamenti della nuova filosofia sia il monismo materialistico sia quello idealistico, conservando invece il realismo dell'uno e la concezione soggettivistica del reale (storicizzata) dell'altro. Il problema dell'immanenza conferma il rifiuto gramsciano del primato della materia (che, separata dalla prassi umana, diventa «trascendente») e l'affermazione secondo la quale il marxismo deriva dall'idealismo tedesco, nel senso che questo ha avuto il merito di porre l'uomo, anche se come puro spirito, al centro di ogni attivita conoscitiva. Ciò che Gramsci utilizza è l'operazione di incentramento sull'uomo e l'intenzione anti-metafisica dell'immanentismo idealistico. Gramsci colloca nel campo dell'ideologia il superamento dell'immanentismo speculativo da parte della filosofia della prassi, nella misura in cui la concezione soggettivistica del reale, correlato dell'immanentismo (in cui la soggettività è concepita come attività puramente spirituale) diventa in Gramsci soggettività storica, viene quindi riferita a un contenuto sociale concreto e a un uomo reale colto nella funzione e nel posto che occupa nei rapporti di produzione.

La filosofia della prassi è un immanentismo nella misura in cui è anche un umanismo assoluto (cfr. umanismo), è storia e storiografia fatta e compresa da uomini uniti socialmente e inseriti nel processo collettivo di trasformazione e umanizzazione della natura; la filosofia del marxismo è un «immanentismo» perché il principio di spiegazione della realtà non va cercato in una pretesa trascendenza ma è immanente alla storia dell'uomo che si fa facendo la sua storia. Non si può naturalmente attribuire a Gramsci l'affermazione che la realtà è l'uomo o lo spirito o il pensiero... Gramsci dice semplicemente che porsi il problema di una «realtà» che non sia «immanente», che trascenda la propria definizione in termini umani, assume sempre un significato «mistico». L'affermazione della centralità dell'immanenza, e quindi dell'attività pratico-teorica, non indica il «primato» di un principio assoluto, del quale la realtà sarebbe la manifestazione fenomenica, perché l'attività umana si esercita su una realtà «oggettiva» senza la quale nemmeno la prassi sarebbe possibile. Affermare l'immanentismo della filosofia della prassi significa rivendicare la caratterizzazione in termini umani (storici) di ogni realtà. Quindi l'«oggettivo» diventa in Gramsci l'«umanamente-storicamente oggettivo» e infine l'«universale-soggettivo» (cfr. oggettività).

Non solo dunque la filosofia della prassi si collega all'immanentismo ma anche, precisa Gramsci, alla concezione soggettivistica della realtà in quanto «la capovolge, spiegandola come fatto storico, come "soggettività storica di un gruppo sociale", come fatto reale» (MS, EI p. 191, ER p. 226).