Zweig Stefan

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Scrittore austriaco, nato a Vienna il 28 novembre 1881. Dopo conseguita la laurea in filosofia, libero da preoccupazioni finanziarie, viaggiò molto e conobbe le più importanti letterature europee. Dopo un primo volume di liriche, Silberne Saiten (1900), le opere del primo periodo furono risultato di questi contatti con altre letterature: traduzioni e saggi critici su Baudelaire (1902); E. Verhaeren, di cui lo Z. fu molto amico (trad. 1906, saggio critico 1910).; Verlaine (1907); traduzioni e studi di molti altri poeti. francesi, tra cui Rimbaud, M. Desbordes-Valmore, A. Samain, ecc. Durante la guerra mondiale, lo Z. fece parte d'un ufficio militare a Vienna, ebbe un permesso di due mesi e andò in Svizzera, dove conobbe R. Rolland (sul quale scrisse poi uno studio pubblicato nel 1920), e fece rappresentare (1918) il suo dramma Jeremias che, ispirato dalla guerra, si eleva a un universale valore umano ed è forse la migliore delle sue opere per il teatro. Col Rolland e altri fondò il gruppo di scrittori che difesero contro la guerra l'unità spirituale dell'Europa e la fratellanza spirituale europea al disopra d'ogni frontiera.

Con i suoi romanzi e le sue opere critiche, lo Z. ha molto contribuito a creare nell'Europa centrale un'atmosfera d'intellettualità cosmopolita, aperta ad ogni novità come lo spirito dello stesso Z., il quale ha conciliato, o tentato di conciliare, in sé le più varie correnti del pensiero mondiale e ha sottilmente indagato il passato, storico e letterario, sopra tutto ricercandovi ciò che ancora vi rimane di vicino alla sensibilità odierna. Così le tradizioni israelitiche si ridestano in lui, per la sua origine, sebbene di famiglia e di educazione il Z. sia quasi degiudaizzato.

Tentò contemporaneamente varî campi dell'arte: narrazione (Die Liebe der Erika Ewald, 1904), lirica (Die früheren Kränze, 1907), teatro (Tersites, dramma, 1907); ma la narrazione e il teatro finirono col prevalere insieme con ampî studî critici e con opere biografiche. Tra le principali opere narrative sono da citare: Erstes Erlebnis (1911): Legende eines Lebens (1919); Amok (1921); Die Augen des ewigen Bruders (1925); Verw irrung der Gefühle (1926), ecc. Nel teatro si ricordano: Das Haus am Meer (1912); un adattamento del Volpone di B. Jonson (1927); Das Lamm des Armen (1930), ecc. I saggi critici sono raggruppati secondo una visione molto personale di affinità spirituali: Drei Meister (Balzac, Dickens, Dostojewsky), 1919; Der Kampf mit dem Dämon (Hölderlin, Kleist, Nietzsche), 1925; Drei Dichter ihres Lebens (Casanova, Stendhal, Tolstoi), 1928; Die Heilung durch den Geist (Mesmer, Mary Baker-Eddy, Freud), 1931. Tra le biografie più note si ricordano: Marie Antoinette (1932); Triumph und Tragik des Erasmus von Rotterdam (1934), Maria Stuart (1935). Sono infine da citare la raccolta completa delle sue poesie: Gesammelte Gedichte (1924) e un volume di viaggi: Fahrten, Landschaften und Städte (1922). Molte sue opere sono state tradotte in italiano.

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DML

ZWEIG (Stefan), scrittore austriaco (Vienna 1881 - Petropolis, Brasile 1942).

Borghese umanista e cosmopolita, voleva fare della sua casa di Salisburgo il centro dell'Europa culturale, ma andò incontro, suo malgrado, a un destino tragico. Il suo suicidio fu vissuto come la constatazione del fallimento del suo ideale culturale. Dalla sua copiosa produzione emergono le novelle psicologiche (Amok, 1922; Sovvertimento dei sentimenti, 1927) e le numerose biografie storiche. La Francia ricopre un ruolo di primaria importanza con Fouché (1930), Maria Antonietta (1932), Balzac: il romanzo della sua vita (1946). La poesia neo romantica (Corde d'argento, 1901) è stata dimenticata; della sua produzione teatrale non rimane che il libretto dell'opera La donna silenziosa di Richard Strauss. Nel 1934 scrisse Erasmo, elogio dell'umanesimo di fronte al terrorismo di Hitler; ma il suo vero testamento fu l'autobiografia Il mondo di ieri (1942) in cui descrisse, con umorismo e tenerezza, l'universo scomparso della sua gioventù, di cui Zweig, prima di morire, ha visto sprofondare i valori.