Zùccolo Ludovico

 

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Scrittore politico (n. Faenza 1568 - m. 1630), detto il Picentino perché vissuto per nove anni nelle Marche (Picenum), alla corte di Urbino. Dalle sue opere (Considerazioni politiche e morali sopra cento oracoli d'illustri personaggi antichi, 1621; Della ragion di stato, 1621; Dialoghi, 1625, ecc.) emergono spunti notevoli di pensiero politico, che vanno dalla critica dell'Utopia di T. Moro a nuove teorie sulla ripartizione della ricchezza e l'aumento della popolazione; le posizioni più interessanti di Z. si hanno sul problema della ragion di Stato.

Enciclopedia Europea Garzanti

Scarse le notizie biografiche: era iscritto alla faentina Accademia dei Filoponi, e si sa di un suo lungo soggiorno a Urbino e di suoi viaggi a Venezia, in Dalmazia e in Spagna. La sua opera principale è il trattato Considerazioni politiche e morali sopra cento oracoli d'illustri personaggi antichi (1621), contenente una parte (l’ oracolo XI »), intitolata Della ragion di stato, che dà un contributo notevole a uno dei temi più dibattuti dai teorici controriformisti. Interessante è soprattutto la distinzione proposta da Zuccolo, fra politica e « ragion di stato »: la prima riguarda « tutto il corpo della repubblica» e di conseguenza mira, attraverso l'esercizio delle leggi, sia al bene pubblico, sia a quello privato; la seconda riguarda invece tutto ciò che serve a introdurre e a conservare « forme particolari di repubblica ». Per questa via l'autore arriva a sostenere che soltanto nelle buone repubbliche la «ragion di stato» diventa una parte della politica, riuscendo a non discostarsi « dal giusto e dall'onesto» e meritando così il nome rispettabile di « prudenza ». Fra le altre opere di Zuccolo si ricordano un trattato di metrica ed estetica (Discorso della ragion del numero del verso italiano, 1623) e una raccolta di Dialoghi (1625), che toccano argomenti morali, politici, economici e letterari.