Oliviero Zuccarini

 

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Nato in un piccolo paese delle Marche, Oliviero Zuccarini, iscrittosi giovanissimo al PRI (Partito Repubblicano Italiano), arrivò a occupare, nel 1912, la carica di segretario politico del Partito Repubblicano. Dal 1921 al 1926 fondò e diresse la rivista "Critica Politica" che divenne un importante punto di riferimento per il dibattito politico dell'epoca ospitando nelle sue pagine interventi di personalità della più diversa estrazione ideologica fra i quali Gobetti, Ghisleri, Pareto e Salvemini.
Nel 1944 entrò a far parte della Direzione provvisoria del PRI e nel 1946 venne eletto all'Assemblea Costituente dove partecipò ai lavori della Commissione per la Costituzione presentando uno schema di "Ordinamento Regionale".
Nel 1952 lasciò il Partito Repubblicano entrando, in seguito, a far parte del Comitato esecutivo e della Direzione di Unità Popolare.
Nel 1959 fondò un piccolo foglio, "Noi Repubblicani!", gestito in solitudine, dalle cui pagine continuò la sua personale battaglia sui temi da sempre a lui cari: il decentramento amministrativo, la giustizia sociale, il movimento operaio.
L'esperienza politica di Oliviero Zuccarini è la storia di un uomo sempre in minoranza, coerente per tutta la vita con le proprie idee fino all'intransigenza, irremovibile nel portare avanti il suo progetto utopico di costruire una società in cui a ciascun individuo fosse garantito, fin dalla nascita, il diritto alla libertà e alla proprietà. Proprio nel nome della libertà, considerata un valore imprescindibile, Zuccarini si è opposto al modello statuale centralistico non solo denunciando incessantemente la mancata applicazione del Titolo V della Costituzione, ma proponendo di dare concreta attuazione al sistema delle autonomie previsto dalla Carta costituzionale attraverso la devoluzione di poteri e di competenze all'istituzione che considerava essenziale per la democrazia italiana: il Comune.