Zar/Zarismo

 

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Lo Stato monarchico, il sistema statuale e la politica, le correnti e i movimenti che a essi sono favorevoli e li sostengono, propri di antichi Paesi slavi retti da uno zar, e in partic. della Russia. A inaugurare l’istituzione dello z. fu Ivan IV il Terribile che nel 1547 assunse ufficialmente l’appellativo di zar. Fregiandosi di questo titolo, unito a quello già vigente di autocrate, Ivan il Terribile intendeva ribadire la sua superiorità gerarchica sugli altri principi e la sua indipendenza dallo straniero.

 

Wikipedia

Zar, a volte scritto anche czar o tzar; dal latino Caesar, poi C'zar, infine zar, fu il titolo usato per i governanti dell'Impero Russo dal 1546 al 1721. Il primo ad adottare ufficialmente il titolo fu Ivan IV, come simbolo del cambiamento della natura della monarchia russa; fino a quel momento il titolo era quello di principe di Moscovia. Nel 1721 Pietro I adottò il titolo di imperatore con cui lui ed i suoi discendenti sono conosciuti e che era considerato interscambiabile con il termine zar.
Nelle lingue slave spesso è stato usato il termine zar per tradurre la parola imperatore; per esempio il titolo di Imperatore del Giappone veniva tradotto come Zar del Giappone.[senza fonte] Il termine è stato usato anche in altri stati come la Serbia, la Croazia e la Bulgaria.
La parola Zar deriva dal titolo latino Cæsar, attraverso l'antico slavo tsesar (цесарь). La contrazione della parola deriva dall'abitudine di abbreviare i titoli nei manoscritti ecclesiastici in antico slavo. Durante il fascismo, in Italia il termine zar veniva sostituito dal termine "Cesare".
Anche il termine tedesco Kaiser e Kaisar (nella lingua dei goti) derivano da Cæsar.

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Impero russo

L'Impero russo (in russo, ortografia del tempo: Pоссiйская Имперiя; traslitterazione ISO 9:1968: Российская империя, Rossijskaja imperija) fu l'organismo statale che governò la Russia zarista dal 1721 fino alla deposizione di Nicola II a seguito della rivoluzione nel 1917. Venne preceduto dallo Zarato russo e seguito dall'Unione Sovietica. Tutti gli zar dell'Impero appartennero alla famiglia dei Romanov. La Russia del periodo in questione viene spesso indicata con il nome di Russia imperiale.

L'Impero russo, dal punto di vista territoriale, fu tra i più grandi della storia: nel 1866 si estendeva su tre continenti, Europa, Asia e Nord America, confinando con il mar Baltico e con l'oceano Pacifico, tanto con la Prussia, quanto con il Canada.

Storia

È possibile suddividere questo periodo storico in più fasi:

Inizi dell'Impero

    Pietro il Grande
    Rivoluzioni di palazzo
    Russia sotto Caterina II

Governo dell'Impero

    Russia dal 1796 al 1825
    Russia sotto Nicola I

Trasformazione della Russia nel XIX secolo

    Impero russo dopo il 1870
    Sviluppo economico russo nel XIX secolo
    Riforme nell'Impero russo
    Politica estera russa dopo la guerra di Crimea
    Movimenti rivoluzionari russi del XIX secolo
    Nascita dei partiti politici russi alla fine del XIX secolo
    Imperialismo russo in Asia

Gli ultimi anni dell'autocrazia

    Rivoluzione russa del 1905
    Governi Stolypin e Kokovcov
    Politica estera della Russia nel 1906-1914
    Russia nella prima guerra mondiale
    Fine dello zarismo


Le istituzioni

Lo Zar imperatore

L'Impero russo nel 1913 era una monarchia costituzionale governata da uno Zar autocratico ed ereditaria nella posterità maschile (primogenita) della dinastia Romanov-Holstein-Gottorp. Dopo l'estinzione della linea maschile, trasmissibile alla discendenza femminile.

Prima del 1905 le leggi fondamentali della Russia descrivevano il potere dello Zar come "autocratico e illimitato". Dopo l'apertura della Duma nel 1906, l'appellativo del sovrano divenne "imperatore ed autocrate di tutte le Russie" e l'attribuzione dell'aggettivo "illimitato" al suo potere scomparve. Non per questo la Russia era divenuta una monarchia costituzionale. Unicamente l'autocrazia si era autolimitata, sebbene non fu mai chiaro, negli anni dal 1906 al 1917, se questa limitazione fosse definitiva o revocabile a discrezione del sovrano.

Pietro il Grande cambiò il suo titolo da Zar a Imperatore di tutte le Russie nel 1721. Anche se i successori mantennero il titolo imperiale, l'autocrate fu comunemente noto come zar o zarina fino alla caduta dell'Impero a seguito della Rivoluzione di febbraio del 1917.

Fino al 1905 il potere dell'imperatore era limitato da due sole condizioni: l'appartenenza alla Chiesa ortodossa russa e l'obbedienza alle leggi di successione stabilite da Paolo I.

Nell’ottobre del 1905 la situazione cambiò. L'imperatore Nicola II, con la firma del cosiddetto "Manifesto di ottobre" (o Manifesto imperiale) autolimitò il proprio potere legislativo, decretando che nessuna legge sarebbe entrata in vigore senza l'approvazione del Consiglio dell'Impero e della Duma dell'Impero.

Grazie alle leggi del 1906 lo Zar rimase comunque l'unica fonte del potere esecutivo, anche se un Consiglio dei ministri lo avrebbe assistito nell'amministrazione, mantenne il potere assoluto sulla politica estera e di difesa, oltre che il diritto esclusivo di introdurre modifiche costituzionali. L'imperatore poteva anche emanare decreti d'emergenza (che la Duma avrebbe dovuto successivamente approvare) quando l'assemblea non era in sessione.

Il Consiglio dell'Impero: la camera alta

Il Consiglio dell'Impero aveva funzioni legislative della camera alta associato alla Duma che invece rappresentava la camera bassa.

Veniva convocato ogni anno per decreto imperiale e secondo la legge organica del 7 maggio 1906 era composto da membri nominati dall’Imperatore e da 98 membri eletti nel seguente modo:

    * 6 dal clero ortodosso;
    * 40 dalle assemblee provinciali degli zemstvo, 10 dalle assemblee dei proprietari terrieri dove gli zemstvo non erano ancora istituiti e 6 dalle assemblee dei proprietari terrieri polacchi;
    * 18 dalla nobiltà;
    * 6 dall’accademia delle scienze;
    * 12 da organizzazioni di commercio e dell’industria.

I membri nominati dall’Imperatore non dovevano eccedere di numero quelli eletti. Questi ultimi dovevano avere almeno 40 anni e rimanevano in carica per 9 anni e rieletti per un terzo ogni 3 anni per ciascuna delle categorie. Ai componenti spettavano 25 rubli (nel 1912) di indennità per ogni giorno di sessione del Consiglio[5].

I dipartimenti

Nell'ambito della Camera alta era il Senato (Pravitel’stvuûŝij senat, cioè senato dirigente o governante), fondato in origine da Pietro I. Era formato da membri nominati dall'imperatore.
Le sue funzioni, che non riguardavano il potere legislativo, erano estremamente varie ed erano svolte dai differenti dipartimenti in cui era diviso.

Il Primo dipartimento si occupava dei crimini e dei delitti commessi dai membri del Consiglio dell'Impero e della Duma, dai ministri e dalle alte cariche dello Stato nell'esercizio delle loro funzioni, e di questioni di diritto amministrativo. Il Secondo dipartimento si occupava di questioni finanziarie, ferrovie, ecc[6].

La Duma: la camera bassa

La Duma dell'Impero formava la camera bassa del parlamento.

Si componeva, così come previsto dalla legge organica del 5 marzo 1906 e dalle leggi elettorali del 19 agosto e 24 dicembre 1905 e del 16 giugno 1907 di 442 membri eletti per 5 anni da un suffragio indiretto nei governatorati e nelle città principali. Per essere eletto ed eleggibile bisognava avere almeno 25 anni di età, non far parte delle forze armate e non esercitare funzioni retribuite dallo Stato (fatta eccezione per i ministri). Ai membri della Duma spettava un’indennità di 10 rubli (nel 1912) per ogni giorno di sessione[7].

Il sistema elettorale

Il sistema elettorale era abbastanza complicato, elaborato per garantire, da un lato una rappresentanza maggiore alle classi di proprietari terrieri e, dall'altro, la preponderanza dei russi sugli altri popoli dell'Impero. Ogni governatorato, eccetto quelli dell'Asia centrale, eleggeva un certo numero di deputati fissato caso per caso in modo da dare maggior peso all'elemento russo. Alcune grandi città eleggevano deputati supplementari.

In ogni governatorato (o provincia) i deputati della Duma venivano eletti da collegi elettorali, i cui membri erano a loro volta eletti, come i membri degli zemstvo, da assemblee delle tre curie (o classi): proprietari terrieri, abitanti delle città e contadini. Nelle assemblee della prima curia, i proprietari maggiori sedevano direttamente, i proprietari minori erano rappresentati da delegati. Gli abitanti delle città votavano nelle loro assemblee divisi in due categorie, a seconda della ricchezza sottoposta a tassazione. Anche qui il sistema avvantaggiava la parte più ricca della popolazione. Le assemblee di contadini erano elette dagli elettori di volost. Gli operai votavano separatamente dalle tre classi: ogni complesso industriale che impegnava almeno cinquanta dipendenti eleggeva uno o più delegati, che entravano a far parte del collegio elettorale, formando una curia separata.

Nel collegio il voto a scrutinio segreto era maggioritario; e poiché con questo sistema la maggioranza dei votanti era formata da elementi conservatori (i latifondisti e i delegati urbani avevano la maggioranza degli elettori), gli elementi progressisti – anche se fossero stati predominanti nel paese – non avevano molta possibilità di rappresentanza, eccetto per la disposizione che un membro almeno di ogni governatorato doveva provenire da ciascuna delle classi rappresentate nel collegio.
Stando così le cose, anche se un minimo fisso dei delegati agricoli doveva essere eletto, era molto probabile che non rappresentassero affatto l'opinione dei contadini.

Il Consiglio dei ministri

Nel 1905 fu istituito il Consiglio dei ministri (Komitet Ministrov) per assistere lo Zar nelle funzioni di amministrazione dello Stato. Lo componevano tutti i ministri e i capi delle principali amministrazioni e, per la prima volta nella storia russa, era presieduto da un primo ministro. I ministri erano i seguenti:

    Corte Imperiale, che amministrava gli appannaggi, i palazzi e i teatri imperiali, l'Accademia imperiale delle Arti e le onorificenze.
    Esteri.
    Guerra e Marina.
    Finanze.
    Commercio e industria (istituito nel 1905).
    Interno (aveva competenza su polizia, sanità, censura, stampa, poste e telegrafi, religioni diverse da quella ortodossa, statistica).
    Agricoltura.
    Strade e comunicazioni.
    Giustizia.
    Affari spirituali e educazione nazionale.

Il Santo Sinodo

Il Santo Sinodo (fondato da Pietro I nel 1721) era il supremo organo di governo della Chiesa ortodossa in Russia. Era presieduto da un rappresentante dell'imperatore e comprendeva i tre metropoliti di Mosca, San Pietroburgo e Kiev, l'esarca della Georgia e un certo numero di altri ecclesiastici, scelti a rotazione tra i vescovi ortodossi dell'impero.

Amministrazione provinciale

Per l'amministrazione provinciale, a partire dal 1914, la Russia fu divisa in 81 governatorati (gubernija), in 20 regioni (oblast') e un distretto (okrug). I territori sottoposti a vassallaggio e i protettorati dell'Impero Russo includevano i territori di Bukhara, di Khiva e, dopo il 1914, di Tuva. Di questi, 11 governatorati, 17 regioni e un distretto (Sakhalin) appartenevano alla Russia Asiatica.
Per il resto 8 governatorati erano nel Granducato di Finlandia e 10 nel Granducato di Varsavia. La Russia Europea abbracciava così 59 governatorati e una regione (quella del Don).
La regione del Don era sotto la giurisdizione diretta del Ministero della Guerra; le altre regioni avevano ognuna un governatore e un vicegovernatore, con quest'ultimo che presiedeva il consiglio amministrativo.
Inoltre vi erano governatori generali, generalmente competenti su diversi governatorati e muniti di poteri molto vasti che di solito includevano il comando delle truppe entro i limiti della loro giurisdizione. Nel 1906 c'erano governatori generali in Finlandia, a Varsavia, Vilnius, Kiev, Mosca e Riga. Le città più grandi (San Pietroburgo, Mosca, Odessa, Sebastopoli, Kerč, Nikolayev, Rostov) avevano un sistema amministrativo proprio, indipendente dai governatorati; in questi il capo della polizia fungeva da governatore.

Cronologia degli Imperatori

(tra parentesi gli anni di regno)

    Pietro I detto il Grande (1682 - 1725)
    Caterina I (1725 - 1727)
    Pietro II (1727 - 1730)
    Anna I (1730 - 1740)
    Ivan VI (1740 - 1741), minore, reggenza di Anna II
    Elisabetta (1741 - 1762)
    Pietro III (1762)
    Caterina II (1762 - 1796)
    Paolo I (1796 - 1801)
    Alessandro I (1801 - 1825)
    Nicola I (1825 - 1855)
    Alessandro II (1855 - 1881)
    Alessandro III (1881 - 1894)
    Nicola II (1894 - 1917), abdica nel 1917 e nel 1918 viene ucciso dai Bolscevichi