Weygand Maxime

www.treccani.it

Generale francese (Bruxelles 1867 - Parigi 1965). Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale, nel 1940 fu nominato comandante supremo delle forze francesi, ma nulla poté fare per arginare l'offensiva tedesca. Ministro della Difesa del governo di Vichy (1940) e governatore di Algeri (1941), fu internato in Germania fino al 1945. Nel dopoguerra fu reintegrato nelle sue prerogative.

Vita e attività: Partecipò alla prima guerra mondiale (1914) come ten. colonnello, divenendo ben presto capo di S. M. di Foch; e come tale fu generale di brigata (1916), poi di divisione (1918). Inviato in Polonia (1920) per collaborare con Piłsudski, fu l'artefice principale della vittoria di Varsavia. Alto commissario in Siria (1923-24), direttore del Centro degli alti studi militari e membro del Consiglio superiore della guerra, capo di S. M. dell'esercito (1930), vicepresidente del Consiglio superiore della guerra (1931), abbandonò queste ultime funzioni all'età regolamentare di 68 anni. Alcuni giorni prima della mobilitazione generale (1939), fu designato comandante in capo delle forze francesi in Medio Oriente. Richiamato in Francia a causa della gravità della situazione militare, accettò il comando supremo (19 maggio 1940). Ministro della Difesa nazionale col maresciallo Pétain (1940), restò al governo anche dopo concluso l'armistizio, fu inviato ad Algeri come delegato del governo di Vichy in Africa e divenne poi governatore di Algeri. Dopo lo sbarco alleato in Nord Africa, fu catturato dalla polizia tedesca (1942) e trasferito in Germania, dove rimase internato fino al 1945. Al suo ritorno in Francia si cercò di tradurlo davanti all'alta corte, e fu arrestato; posto in libertà (1946), beneficiò di un non luogo a procedere (1948) e si vide reintegrato nelle sue prerogative. Membro dell'Académie Française dal 1931. Autore di pubblicazioni tecniche e di una Histoire de l'Armée française (1938).